ItaliaOggi 8 febbraio 2008, Emilio Gioventù, 8 febbraio 2008
Prg, ora scoppia il caso Roma. ItaliaOggi 8 febbraio 2008. Parte già con le gambe deboli nella corsa a palazzo Chigi e rischia di inciampare nel rush finale della maratona in Campidoglio
Prg, ora scoppia il caso Roma. ItaliaOggi 8 febbraio 2008. Parte già con le gambe deboli nella corsa a palazzo Chigi e rischia di inciampare nel rush finale della maratona in Campidoglio. Per Walter Veltroni candidato premier del Partito democratico e sindaco di Roma per pochi giorni ancora, si mette male. Anche in casa. Per via delle ombre che aleggiano sulle grandi manovre del piano regolatore. L’ultima medaglia che il sindaco vuole appuntarsi al petto rischia di trasformarsi in una pugnalata con gravi conseguenze anche sulla difficile campagna elettorale per le politiche del 13 aprile. Che rischia di affrontare con una guerra evidente con i cosiddetti poteri forti: a Roma leggi mattone e palazzine. Per avere un’idea bastava sfogliare ieri la cronaca cittadina de Il Messaggero. Con il quotidiano capitolino il sindaco ha sempre avuto un amore alterno. Fino a ieri Veltroni pensava di averlo amico, oggi forse sa che non potrà essere il fedele alleato sul quale contare in questi mesi di rincorsa all’armata berlusconiana. Veltroni, in pratica, ha scoperto a sue spese che non conviene scherzare con il potente gruppo Caltagirone, capace di graffiare sulle amministrazioni di mezza Italia con la sua corazzata editoriale (leggi, tra gli altri, Napoli con Il Mattino, il NordEst con il Gazzettino). Ieri da via del Tritone è partita una bordata proprio sul piano regolatore e sui tre accordi di programma per migliaia di metri cubi gestiti dal gruppo Toti, altro potere forte nella Capitale, altri mattoni e altre palazzine. La partita è sulle varianti che la giunta veltroniana vorrebbe approvare prima dello scioglimento dell’aula Giulo Cesare. Ipotesi contro la quale Caltagirone ha chiesto al suo giornale di intingere la penna nel veleno. In ballo c’è la riqualificazione del comprensorio Muratella-Magliana noto come progetto Millennio, valore stimato 200 milioni di euro: L’impresa chiamata a gestire l’operazione è la Lamaro del gruppo Toti che realizzerà edifici residenziali e commerciali. Il secondo accordo riguarda, invece, la demolizione delle Torri all’Eur e la realizzazione di un complesso edilizio, valore stimato pari a 200 milioni: l’impresa è ancora la Lamaro con Fintecna. Il terzo e definitivo accordo di programma è quello sulla Bufalotta che riguarda un cambio di destinazione d’uso per oltre un milione e mezzo di metri cubi, nell’accordo anche la nuova sede della Luiss: le imprese sono Porta di Roma e Gruppo Toti. C’è chi parla di sacco di Roma. E c’è soprattutto una palese guerra tra i costruttori romani, colossi del mattone, che rischia di stendere Veltroni. Se quegli accordi dovessero essere messi all’approvazione vorrà dire che Caltagirone è fuori. E sono in pochi a potersi permettere il lusso di affrontare una impegnativa campagna elettorale senza tutte le caselle al loro posto. Senza Caltagitone. Scontro tra colossi e scontro politico. Già, perché per la successione a Veltroni è dato per favorito Francesco Rutelli. Ebbene, non sono un mistero i suoi legami forti con Caltagirone, così come è noto il feeling tra Veltroni e Toti. La politica annota sul taccuino i tentativi di Rutelli a frenare la corsa alla approvazione delle varianti al piano regolatore per ridiscutere il tutto a bocce ferme dopo le amministrative. Spinge anche Toti, con Veltroni, per il blitz in consiglio. Tra due fuochi Roberto Morassut, assessore comunale all’Urbanistica con competenze quindi sul Prg. Che deve vedersela anche con i tentativi del collega Claudio Minelli il quale, forte della delega ai progetti speciali e al patrimonio, può inserire varianti speciali come quelle alla Magliana dove il gruppo Toti ha più di un interesse. Si gioca tutto sul filo del raosio e sulle lancette dell’orologio il destino di Walter Veltroni. Il sindaco dovrebbe dimettersi il prossimo 13 febbario, il piano regolatore arriva oggi in consiglio per la discussione generale per poi essere messo ai voti a oltranza fino al 13 febbraio con la firma di Veltroni in calce. Ma quel giorno Veltroni forse saprà già di dover correre per la presidenza del consiglio senza l’appoggio utile e irrinunciabile di un potere forte, fortissimo come Caltagirone e la sua corazzata editoriale. Emilio Gioventù