Giuseppe Anzani, Avvenire 8/2/2008; Luciano Moia, ibidem, 8 febbraio 2008
Una nota informativa dell’Istat sugli ”indicatori demografici” 2007 mostra tra l’altro che i matrimoni sono in calo (242 mila nel 2007 contro 270 mila nel 2002), ma i figli nati fuori dal matrimonio sono in aumento (+18,6%)
Una nota informativa dell’Istat sugli ”indicatori demografici” 2007 mostra tra l’altro che i matrimoni sono in calo (242 mila nel 2007 contro 270 mila nel 2002), ma i figli nati fuori dal matrimonio sono in aumento (+18,6%). L’Avvenire: «Se l’indicazione statistica attuale fosse quella di una tendenza a dissociare l’una e l’altra realtà, sarebbe preoccupante. Sarebbe come un calo di speranza nella famiglia legittima che annuncia se stessa e la propria fecondità con la gioia d’un soggetto sociale protagonista», eccetera. Conclusione: «Se questa gioia è in calo, se il diritto si sciupa in rinuncia, la società diventa più povera». Francesco Belletti, del Cisf (Centro Internazionale Studi Famiglia): «Troppe famiglie non sostengono quel processo di responsabilizzazione dei giovani che è invece fondamentale per accompagnarli a scelte mature. E poi c’è da pensare alla testimonianza che offriamo loro quando ci mostriamo scontenti o tiepidi verso il nostro matrimonio. Se il nostro atteggiamento familiare non contrasta in modo palese con il clima culturale dominante, è difficile che i nostri figli possano pensare a scelte coraggiose [...] Lo stile di vita dominante è quello che impone l’assenza di legami importanti, le cosiddette ”mani libere” [...] Non è detto che il benessere economico sia sempre di aiuto alla famiglia. Una certa mentalità mercantilistica non è in sintonia con la famiglia. Nei rapporti tra coniugi, tra genitori e figli, nulla si può acquistare e tutto è gratuito. In certe aree del nostro Paese invece il ruolo dell’economia è preponderante. E nella logica del mercato, dove tutto ha un prezzo, il mondo dei legami affettivi può rischiare di finire in secondo piano».