Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La faccenda della lettera Ue finirà bene, stanno già trattando...
• Riassumiamo per chi non avesse letto il pezzo di ieri.
Il patto con l’Europa prevedeva che pareggiassimo entrate e uscite entro il 2016. Nella legge di stabilità preparata da Renzi e Padoan si annuncia invece che il pareggio sarà raggiunto un anno dopo, nel 2017. Il patto con l’Europa prevedeva anche un abbattimento del deficit strutturale dello 0,5 per cento l’anno. Renzi-Padoan hanno annunciato invece che questo abbattimento, nel 2015, sarà dello 0,1%. La Ue, nella persona del viccommisario Katainen (un duro), ci ha mandato una lettera in cui manifesta meraviglia (tra le righe) e chiede spiegazioni entro 24 ore. Di qui polemiche con un articolo di Feltri che chiede: «Come si permettono?». In realtà la richiesta di spiegazioni in casi come questi è regola. Altra questione: in cima alla lettera di Katainen c’è scritto: «Strictly confidential», frase che non ho bisogno di tradurre. Renzi e Padoan invece hanno subito distribuito il testo ai giornalisti, sicché la lettera non è mai stata confidenziale. Barroso, ancora presidente della Commissione europea, s’è arrabbiato: tra pochi giorni tornerà a Lisbona dove conta di diventare presidente della Repubblica e ha bisogno di farsi notare. Renzi gli ha risposto a brutto muso (almeno nella versione italiana dell’episodio) che d’ora in poi tutto dev’essere trasparente, e specialmente gli sprechi europei che sarebbe interessante far conoscere a tutti. Uscita assai opportuna, perché mentre si discutono i rispettivi bilanci (lettere come quella spedita a noi sono state mandate anche a Francia, Austria, Slovenia e Malta) l’Europa chiede agli italiani, agli inglesi e a qualcun altro di versare un contributo più alto nelle casse del continente, quelle che alimentano, appunto, gli sprechi citati da Renzi.
• Chiariremo subito quest’ultimo punto, prima però mi spieghi come mai, sugli sforamenti di bilancio, sta finendo tutto in gloria.
C’è di mezzo anche la Francia, paese quasi intoccabile. La Francia dovrebbe abbattere il suo deficit strutturale dello 0,80 per cento l’anno e le stanno concedendo di procedere con un abbattimento dello 0,50. A noi, che dovremmo marciare al ritmo di mezzo punto percentuale, si accingono a permettere uno 0,3. La discussione è in corso e viene a proposito, a questo punto, una dichiarazione di Napolitano: «È grave che non si parli delle alte motivazioni che hanno portato alla nascita dell’Unione europea e ci si accapigli tutti - competenti, meno competenti o per nulla competenti - sullo 0,1% dei bilanci». Napolitano ha anche criticato l’austerità, e Renzi, al vertice Ue in corso a Bruxelles, ha detto: «La crisi è più profonda di quello che si dice, e l’austerità sta minacciando la ripresa». È necessario investire come fanno gli americani, eccetera.
• Spieghi la faccenda del contributo.
Anche su questo ieri Renzi ha ricordato che l’Italia contribuisce ogni anno alla cassa europea con 20 miliardi e ne riprende indietro una decina. Questi versamenti sono proporzionali al Pil e lo scorso settembre il criterio di calcolo del Pil è stato modificato. Forse se ne ricorderà anche lei perché ci fu polemica: si ammetteva, tra l’altro, che nel calcolo del Prodotto Interno Lordo entrassero anche le attività criminali. In questo modo il nostro Pil 2011 è cresciuto di 0,9 punti percentuali, vale a dire 15,5 miliardi di euro. Ecco perché l’Unione sembra avere il diritto di chiedere di più a certi paesi il cui Pil risulta adesso più alto. Ad altri invece sarà concesso uno sconto.
• Tiro a indovinare? L’Italia deve pagare di più e la Germania di meno.
Il calcolo penalizza in modo particolare gli inglesi, chiamati a versare 2,125 miliardi in più. A noi toccherebbero un’integrazione di 340 milioni. Si deve pagare il primo giorno lavorativo di dicembre. È scoppiato un putiferio. Cameron ha definito la cosa «inaccettabile» e annunciato che non pagherà. S’è creato un asse Roma-Londra: «Sono d’accordo con ogni singola parola di mr. Renzi quando denuncia che l’Europa è dominata dai burocrati, ha ragione quando dice che l’Europa è un’arma letale». Renzi ha poi negato di aver usato l’espressione «arma letale», «il problema non sono gli extracosti del bilancio europeo, ma la tecnocrazia e la burocrazia».
• Conto finale?
Il conto finale sarebbe: Inghilterra +2,125, Italia +340, Olanda +642,7, Grecia +89,4. Invece godranno di sconti la Germania (779 milioni), la Francia (1,02 miliardi), il Belgio (170,5), la Danimarca (321,4), la Spagna (168,9). Le cifre non sono definitive, e si sapranno con esattezza a novembre. Merkel ha detto che non c’è storia, bisogna pagare fino all’ultimo centesimo.
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