Isidoro Trovato, Corriere della Sera 25/10/2014, 25 ottobre 2014
CONTI IN SOSPESO
Gli antichi romani lo hanno provato sulla loro pelle: la diarchia raramente funziona e spesso sfocia in una sanguinosa guerra civile. Ne è piena la storia della Repubblica romana. Ma al finanziere indonesiano Erick Thohir la Repubblica piace (ha chiamato così anche il suo quotidiano di Giacarta) e quindi, dopo aver rilevato il 70% delle quote, ha deciso di «governare» l’Inter lasciando a Massimo Moratti la carica di presidente onorario ma anche di punto di riferimento storico ed emotivo per il popolo nerazzurro.
Undici mesi è durata la diarchia tra passato e presente, Italia e Indonesia, cuore e ragione. Infatti Moratti ha deciso di rassegnare le sue dimissioni da presidente onorario. Non è un mistero che l’entourage indonesiano abbia ripetutamente ricordato a tutti che l’Inter fosse piena di debiti e sull’orlo del baratro. Una situazione non del tutto serena anche perché l’ambiente interista da Thohir si attende molto: un rilancio economico ma anche (anzi soprattutto) sportivo.
Il tycoon indonesiano ha costruito il suo impero gestendo i media e ha sempre usato la finanza nelle sue «avventure sportive»: è uno dei membri di una cordata che nel 2011 acquistò i Philadelphia 76ers, squadra militante nella Nba ed è anche il proprietario del Washington D.C. United del calcio Usa. I risultati sportivi, finora, non sono stati esaltanti però Thohir ha sempre ribadito che prima bisogna risanare i bilanci e dopo si può pensare a una grande Inter. Ma quanto è stato fatto finora per colmare il gap? La International Sports Capital HK Ltd, società che fa capo allo stesso Erick Thohir, è diventata il nuovo azionista di controllo sottoscrivendo un numero di azioni pari al 70% del capitale sociale di Fc Internazionale Milano a un prezzo complessivo di sottoscrizione di 75 milioni di euro. Questo è quanto Thohir ha investito per rilevare l’Inter che però, secondo fonti della vecchia proprietà, avrebbe un valore di almeno 500 milioni di euro.
Sì però, obiettano i nuovi proprietari, abbiamo fronteggiato i debiti. In che modo? Nel mese di maggio di quest’anno viene creata la Inter Media and Communication srl, un soggetto che gestirà gli incassi provenienti dal valore del marchio, dagli sponsor e dai diritti televisivi (compresi i contratti relativi al canale tematico Inter Channel). Tra fine maggio e inizio giugno, Inter Media sottoscrive con Goldman Sachs e UniCredit (in qualità di fronting bank, vale a dire l’intermediario) un finanziamento per 230 milioni complessivi, di cui 200 milioni per finanziare i debiti esistenti e 30 milioni per finanziare il circolante. Un debito che dovrà essere restituito in cinque anni a un tasso di circa il 6% e che ha (in parte) come garante lo stesso Moratti. Così è arrivata un’iniezione di liquidità che ha cambiato il bilancio d’esercizio che nel 2014 chiude con uno stato patrimoniale positivo di circa 33 milioni di euro. In pratica i debiti dell’Inter li paga... l’Inter.
Domanda: questa operazione non l’avrebbe potuta realizzare lo stesso Moratti? Forse sì. Ma lui è il presidente dei sogni, della gloria e dei trionfi. Non voleva vivacchiare facendo accordi con le banche. E poi era convinto che il magnate indonesiano avrebbe dato forza e slancio economico per ricostruire la grande Inter. Se si è sbagliato lo scoprirà da semplice tifoso e non da presidente onorario.
Isidoro Trovato