Davide Giacalone, Libero 25/10/2014, 25 ottobre 2014
L’EUROPA CI CHIEDE IL PIZZO
Se i governanti leggessero, oltre a parlare, ci eviteremmo qualche fastidio. David Cameron è andato su tutte le furie quando la Commissione europea gli ha notificato che gli inglesi dovranno scucire maggiori contributi, all’Ue, per 2,125 miliardi. Non voleva crederci. Matteo Renzi gli è andato subito appresso, visto che a noi italiani toccherebbe pagare 340 milioni di euro in più: siete matti, siete burocrati, quei soldi non li avrete. Tanta indignazione e tanto stupore, però, sono mal riposti, giacché le cose vanno esattamente come qui avevamo previsto e scritto: con la rivalutazione del Prodotto interno lordo dei singoli Paesi, frutto della nuova contabilità Sec 2010, comprendente anche l’economia nera e parte di quella criminale, il solo risultato che si otterrà è quello di vedere crescere i contributi di ciascuno verso l’Unione europea. Ed ecco arrivato il conto. Non è che noi si sia fatta chissà quale divinazione, ci eravamo limitati a leggere le istruzioni del nuovo gioco: rivaluta il Pil e contabilizza spacciatori e mondane. Non è una questione morale, avvertimmo, ma contabile. Se fate i gradassi e fate crescere troppo il Pil, tanto quelle voci sono basate su delle stime (perché se avessimo le cifre puntuali non si capirebbe perché non arrestare tutti i delinquenti), non guadagnerete nulla in termini di sostenibilità del debito e del deficit, dato che chi presta i soldi si basa su quelli che i governi riescono a spremere dai cittadini onesti, non su quelli che sfuggono a cura di quelli lesti, ma, in compenso, vedrete crescere il montante da consegnare alla Commissione europea, per finanziare le spese comuni. È puntualmente avvenuto. Su un punto, però, mi sbagliavo. E quando sbaglio non mi limito ad ammetterlo, ma lo ricordo a tutti. Questa volta con gusto, perché sostenni che il Pil della Germania, ricalcolandolo, sarebbe cresciuto più di quello nostro. Il ragionamento è: non hanno alcun limite all’uso del contante, quindi è ovvio che dalle parti loro ci siano più transazioni in nero. Errore. Non il ragionamento, che confermo, ma il risultato, perché i crucchi non sono fessi e hanno largamente sottovalutato l’apporto criminale, mentre manco hanno pubblicato la cifra della supposta economia sommersa. Sono affari nostri, sostengono. Farsi fare il gioco delle tre carte in tedesco, diciamolo, è da cadere in depressione profonda. Risultato: la Germania non solo non deve pagare di più, ma deve avere 779 milioni indietro, mentre la Francia (che ha fatto una cosa diversa ma analoga, varando una doppia contabilità) punta a riavere 1,02 miliardi. In quanto ai signori della Commissione, comunque, sono effettivamente ottusi. Perché solo a patto di non ragionare si può supporre che quelle cifre debbano essere pagate il primo di dicembre. Aggiungendo che si rendono conto potrebbero esserci dei problemi di bilancio. Ma va?! E soltanto a patto di avere un orrido senso dell’umorismo si può pensare di chiedere alla Grecia 89,4 milioni in più, come se da quelle parti non si soffra già abbastanza. Ottusi, certamente. Ma mai dimenticare che la Commissione è un organo esecutivo. Quelli che comandano sono i capi di Stato e di governo, riuniti in Consiglio. Sono stati loro a far passare quelle regole, loro a non capire dove avrebbero portato, loro a fare i magnifici con le stime. Non tutti, come sempre, difatti tedeschi e francesi oggi reclamano, more solito, il rispetto delle regole. E neanche hanno torto. Solo che chi protesta dovrebbe, prima di tutto, prendersi a schiaffi davanti a uno specchio.
Davide Giacalone, Libero 25/10/2014