Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/10/2014, 25 ottobre 2014
PERISCOPIO
La Camel vieta il fumo ai suoi dipendenti. Ora c’è preoccupazione tra i lavoratori della Durex. MF.
Siate sereni, siate creativi. Lapo Elkann. Tweet di autopresentazione.
Nuova grafica per il sito del Fattoquotidiano.it. Garantisce al lettore una migliore fruibilità della lista degli indagati. Spinoza. Il Fatto.
È normale che il Veneto che ha 400 forestali contro i 22 mila della Sicilia e che paga una siringa 4 centesimi contro i 26 che si spendono altrove, debba subire gli stessi tagli delle Regioni meno virtuose? Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. la Stampa.
Salvini sta costruendo una Lega senza imprenditori che vive di ultras, canzoni da osteria, pensiero leggero e alito pesante («senti che puzza / scappano anche i cani / quando arrivano i napoletani»). Salvatore Merlo. Il Foglio.
Il crollo dei regimi socialisti, il disvelamento dell’intrinseca mostruosità di quel modello di società, la conseguente fine del Pci, sono stati, per me, l’occasione di un sofferto percorso intellettuale e umano. È ridicolo dire: «Non sono mai stato comunista», come fece una volta Veltroni. Io sono stato comunista, insieme a Veltroni e tanti altri: non perché pensassi all’abolizione della proprietà privata, ma perché ero parte di una organizzazione nata e cresciuta dentro un orizzonte, che non era solo un disegno politico e sociale, ma un insieme di modelli culturali, richiami simbolici, schemi interpretativi della realtà. Claudio Velardi, L’anno che doveva cambiare l’Italia. Mondadori.
Gli iscritti al sindacato in Italia superano di gran lunga i cattolici che vanno a messa la domenica, i sindacalisti a tempo pieno sparsi sul territorio sono sette volte gli effettivi dell’Arma dei carabinieri. Da istituzione che difende i salari e le condizioni di vita dei lavoratori, il sindacato si è progressivamente trasformato in un colossale patronato che funge da centro di assistenza fiscale e pensionistico. I salari, invece, la cui difesa e il cui aumento sono il core business del sindacato, non sono molto tutelati. Enrico Deaglio. il venerdì.
Ultimamente non riesce a dormire, si sveglia alle quattro e porta fuori i cani; i giornalai sono ancora chiusi e allora chiama i collaboratori, ma i più esperti lo sanno e tengono il cellulare spento fino alle otto. Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli.
Non credo nell’ispirazione ma solo nell’artigianato. Sono quindi più interessato a un lavoro di falegnameria piuttosto che a una qualsiasi idea metafisica delle tecniche di scrittura. Cerco solo di infilare dritti i chiodi, così la credenza viene bene. William Faulkner in Il gioco dell’apprendista di Alessandro Carrera. Medusa.
Ogni tanto mi capita di accompagnare studenti e professori olandesi a Roma: Fiumicino non ha l’aspetto dell’aeroporto di una metropoli. La città è sporca ed è il regno del disservizio. Ma davvero non si può fare qualcosa? I romani, d’altro lato, si cullano sul patrimonio del passato, invece dovrebbero coltivare il futuro. Qualche tempo fa ho organizzato un convegno sulle metropoli che hanno un nucleo archeologico importante. Il direttore dell’istituto culturale olandese a Roma ha emesso il verdetto: «Nella Capitale c’è un’eccessiva sacralizzazione del passato, che consola, vista la miseria del presente, ma interferisce con la costruzione del futuro». Christian Greco, neo direttore del Museo egizio di Torino. Sette.
Quando completai la scalata più bella sulla parete Est delle Grandes Jorasses non provai nessun fremito di gioia, nessuna ebbrezza della vittoria. La meta raggiunta è già superata. Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà. Giusto Gervasutti. La Stampa.
In Commissione, per non mandare i Bronzi di Riace a Milano, si è addirittura invocata la Costituzione. Cosa serissima, la Carta. Ma i suoi fautori dimenticano che se all’articolo 9 essa prescrive di tutelare il patrimonio artistico, subito dopo afferma la necessità di promuovere la ricerca scientifica. Una rimozione dovuta al credere di molti che la ricerca storico-artistica delle Soprintendenze sia appunto al vera e sola «ricerca». Quasi questa non avesse segnato il proprio fallimento con l’essere, dopo un secolo ed oltre di studi, ancora lontanissima dall’aver concluso la redazione del catalogo del patrimonio artistico del Paese. Evidentemente ritenendo, fautori della Carta e delle Soprintendenze, che sia possibile far tutela senza esattamente sapere quale sia il numero delle opere da conservare, dove queste si trovino e quali ne siano i materiali costitutivi. Bruno Zanardi, ordinario di restauro. Corsera.
L’ora in cui Milano è più vera è quella in cui il cielo si schiarisce: in questa stagione, dunque, intorno alle sette e un quarto. È l’ora in cui la città si alza e si affretta e palpita. Basta affacciarsi dalla finestra per vedere le luci nelle case attorno accendersi, una dopo l’altra, come tessere di un mosaico. Se si dovesse raccontare la città dell’alba semplicemente attraverso la luce, bisognerebbe inquadrare le interminabili colonne di auto che si allungano alle sue porte, e ai caselli, i fari accesi come occhi impazienti. Bisognerebbe dire del lampeggiare azzurrino della sirena sul tetto di una Volante che rientra dal turno di notte - le facce, dentro, degli agenti stanche. E dire della guglia del superbo grattacielo di Porta Nuova che ancora brilla, nel cielo sempre più chiaro. Fino a che i lampioni nelle strade, come di malavoglia, si spengono, e consegnano la città al grigiore di una mattina di autunno. Marina Corradi. Avvenire.
Marito appena svegliato, in pigiama: «Adesso bevo questo caffettino, poi andrò al cesso». Moglie seduta a tavola, col giornale in mano: «Programmi a lungo termine, eh?». Altan, Donne nude. Longanesi.
La ragazza lecca il gelato e mi lancia delle inquietanti occhiate. Alle sue spalle la parrucchiera le sistema i capelli. Il cielo di Baku è un oceano di stelle. Umberto Silva. il Foglio.
La poesia va imparata a memoria. Se tu non impari a memoria la poesia vuol dire che non la ami. Manlio Cancogni, Il racconto più lungo. Storia della mia vita. Interlinea.
«Mi ha retenuto 299 euro», dice la Filippina al cellulare, mentre legge un foglietto su un tram di Milano.
Sulla tastiera le lettere sono disposte in un ordine che facilita le dita che le cercano. Ferdinando Camon, La mia stirpe. Garzanti.
Si sente al centro del mondo e si comporta come se fosse alla periferia. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/10/2014