Sara Menafra, Il Messaggero 25/10/2014, 25 ottobre 2014
IN ITALIA ERGASTOLI IN CRESCITA MA UNO SU TRE ESCE PRIMA
IL CASO
ROMA Le parole di Papa Bergoglio contro l’ergastolo, hanno riaperto il dibattito in Italia sull’ipotesi di abolire il «fine pena mai», condizione che riguarda una fetta piuttosto piccola del totale dei quasi 65mila ospiti delle patrie galere. Stando ai dati del Dipartimento affari penitenziari (Dap) fino al 30 giugno 2014, gli ergastolani sono 1.604 ma, a differenza di quel che si crede, il loro numero nel corso del tempo è cresciuto invece di diminuire. Se nel 2005 a dover scontare il carcere a vita erano 1224 detenuti, nel 2007 sono passati a 1347, nel 2009 a 1461 e nel 2011 a 1568.
I DETENUTI
Non è semplice capire le ragioni di questo fenomeno. Ad esempio non c’è un collegamento coi reati efferati: quello più simbolico, l’omicidio, nel corso degli anni è diventato meno frequente. Il picco è stato raggiunto nel 1991 (1.773 consumati e 1.959 tentati) ma, poi, il numero di omicidi ha cominciato a scendere, fino a raggiungere livelli minimi negli ultimi anni: nel 2011 quelli consumati si sono fermati a 553 e i tentati sono stati 1.401. Nel 2012 erano rispettivamente 528 effettivi e 1.327 tentati e nel 2013 sono stati circa 400, «record» assoluto nella storia del paese.
Perché allora il numero di ergastolani aumenta? «Una delle ragioni è nella legge sul carcere duro e la mafia che nel 1992 ha istituito il cosiddetto ergastolo ostativo - spiega Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone - che impedisce di concedere i benefici a chi non collabori con la giustizia. Il problema è, tra l’altro, che non tutti i detenuti anche volendo, possono fornire un contributo utile alle indagini». «La Chiesa guidata da Bergoglio - conclude Gonnella - mostra di avere una lettura profonda della società». Non è d’accordo l’ex ministro Carlo Giovanardi, autore di un’omonima legge che aumentava le pene per spaccio e consumo di droghe: «Sono contrario alla pena di morte. Ma credo che per crimini efferati sia giusti prevedere il fine pena mai. Abolirlo significherebbe togliere valore anche al danno fatto alle vittime».
GLI ”OSTATIVI”
Nella condizione di ergastolani ostativi, sarebbero attualmente buona parte dei detenuti con fine pena mai: quasi 1.100. La stessa legge del ’92, la Scotti Martelli, ha anche rivisto al ribasso il diritto di accesso ai benefici di legge per gli ergastolani «comuni». Se la cosiddetta Legge Gozzini ammetteva la concessione dei cosiddetti permessi-premio dopo 10 anni di espiazione della pena e l’ammissione del condannato alla semilibertà dopo l’espiazione di almeno 20 anni di pena. La legge 349 del 1992, in materia di lotta alla criminalità mafiosa, ha poi innalzato questo termine a 26 anni per i sequestri di persona aggravati dallo scopo di rapina o terrorismo con la morte della vittima.
Sara Menafra, Il Messaggero 25/10/2014