Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il Presidente della Repubblica s’è fatto mandare certi fascicoli dalla Procura di Salerno e questo semplice fatto ha l’aria di essere una bomba. Napolitano vuole studiare questi fascicoli, che riguardano un’inchiesta di quella Procura, per prendere qualche decisione o per indurre il Consiglio superiore della magistratura a prendere qualche decisione.
• Sì, e il Direttore – nel chiederci di spiegare questo affare – ha pronunciato le parole “Why not”. Sentendo le parole Why not m’è subito venuta voglia di fuggire in Australia, dove magari potrei incontrare Nicole Kidman.
Why not a questo punto è un dettaglio. Lasci stare Why not, di cui diremo qualcosa alla fine. Il punto chiave è quello di ieri: Napolitano che si mette a fare il giudice dei giudici. E che ha l’aria di far sul serio. Nella lettera che il segretario generale del Quirinale ha scritto al procuratore generale di Salerno si dice che ci troviamo di fronte a «una vicenda che presenta aspetti di eccezionalità con rilevanti, gravi implicazioni di carattere istituzionale, primo tra tutti quello di determinare la paralisi della funzione processuale».
• Ma che è successo?
C’era un sostituto procuratore del tribunale di Catanzaro, di nome Luigi De Magistris, divenuto famoso anche per essere andato a un certo punto da Santoro. Questo giudice (41 anni e discendente da una stirpe di giudici) a un certo punto s’era messo a indagare su associazioni, segrete e no, che forse si facevano dare soldi dalla Comunità europea e poi se li intascavano. Secondo De Magistris di queste associazioni (tra le quali una cooperativa di nome Why not, da cui il nome all’inchiesta) facevano parte anche magistrati di Catanzaro. Oppure c’erano magistrati di Catanzaro che secondo De Magistris avevano rapporti troppo stretti con personaggi di queste associazioni. A un certo punto vennero iscritti nel registro degli indagati Prodi, sospettato per il periodo in cui guidava la commissione europea, e Mastella, in quel momento ministro della Giustizia del secondo governo Prodi. Le inchieste erano due, e vennero tutt’e due sottratte a De Magistris. De Magistris fu poi trasferito al tribunale di Napoli. Badi che sto solo esponendo fatti: può darsi che le due inchieste di De Magistris fossero fuffa. Può darsi che il comportamento di Catanzaro sia ineccepibile. Non lo so e non lo posso sapere. Fatto sta, però, che De Magistris, sentendosi perseguitato, mandò i fascicoli alla Procura di Salerno. Lei sa che ogni procura ha una procura madre, che deve indagare i magistrati della procura figlia che finissero eventualmente nei guai. Per Milano è Brescia, per Catanzaro e Salerno. Salerno apre un’indagine e va a perquisire glio uffici dei colleghi di Catanzaro. I giudici di Catanzaro rispondono con sette avvisi di garanzia ai colleghi di Salerno, accusati di abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio.
• Magistrati che accusano magistrati?
Sì. A questo punto De Magistris, che è all’origine di tutto, è praticamente uscito di scena. invece venuto alla ribalta Napolitano.
• Ma Napolitano può fare quello che ha fatto?
Sì, perché presiede il Csm, cioè il Consiglio superiore della magistratura. Il Csm è l’organo di governo dei magistrati. Cioè, l’organo di autogoverno, perché i magistrati si governano da soli, cioè sono autonomi e indipendenti, come è giusto in una società liberale e moderna che obbedisce ai princìpi di Montesquieu. I vari capi dello Stato – l’attuale e i precedenti - hanno sempre presieduto il Csm con mano leggera: qualche incontro, al massimo qualche convocazione straordinaria nei momenti di tensione, dove però si limitavano ad ascoltare e a fare al massimo qualche esortazione. Ma farsi mandare i fascicoli! E con l’aria di voler istruire un processo agli stessi giudici che si stanno processando tra di loro! Questo non s’era mai visto.
• Se il Capo dello Stato opera con mano leggera, chi è il vero capo del Csm?
Il vicepresidente del Csm. Adesso Nicola Mancino, un pesce grosso della vecchia Dc, che fu anche presidente del Senato all’epoca dei governi Prodi primo-D’Alema-Amato. Un uomo del centro-sinistra. Ieri ha detto che lascerà «se screditato». Beh, il fatto che il presidente della Repubblica si sia fatto mandare i fascicoli saltandolo a piè pari è già abbastanza screditante. Anche Di Pietro ha protestato: «Si rischia la criminalizzazione preventiva e preconcetta dell’attività di indagine che sta svolgendo la procura di Salerno». Sicuro che Napolitano metta sotto esame solo Salerno? Sicuro che non voglia capir qualcosa anche di Catanzaro? E magari di De Magistris? Perché no, direbbero gli inglesi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/12/2008]
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