Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 05 Venerdì calendario

Da un anno sono legati da dolore, rabbia, disperazione. Da un anno combattono contro i vertici Thyssen, a tratti contro il sindacato, sempre contro chi non è intervenuto in tempo per prevenire l’inferno di un anno fa

Da un anno sono legati da dolore, rabbia, disperazione. Da un anno combattono contro i vertici Thyssen, a tratti contro il sindacato, sempre contro chi non è intervenuto in tempo per prevenire l’inferno di un anno fa. Uniti tutti contro tutto. Almeno finora. Ma un anno è lungo, troppo lungo da sopportare. Soprattutto quando, come in questo caso, è l’angoscia a declinarlo. Inevitabili quindi screzi e incomprensioni. A scatenare la polemica, il rifiuto di due famiglie di spendere 500 euro per un aereo con lo striscione «Noi da quassù vi guardiamo», che domattina sorvolerà il corteo. « uno spreco, meglio fare della beneficenza» dice Sabina Laurino, moglie di Angelo, madre di due adolescenti. «Un’iniziativa inutile, tanta gente si è privata del suo denaro per aiutarci e non è giusto usarlo così» ribadisce Tina Schiavone, moglie di Antonio, madre di tre bimbi piccoli. «Voleva essere una sorpresa, tenera e dolce - replica Luigi Santino, fratello di Bruno, morto a soli 26 anni -. E non accetto lezioni sulla beneficenza: anch’io e le altre famiglie l’abbiamo fatta però non lo stiamo a sbandierare in giro». I soldi. Sarebbe facile, troppo facile, e banale, troppo banale, liquidarla come una questione di soldi. Domani è un anno esatto che sette uomini sono stati ingoiati da una fabbrica che li ha fatti morire nel modo peggiore. Bruciati vivi. Eppure domani le sette famiglie non saranno tutte presenti al corteo organizzato dall’associazione «Legami d’acciaio». Mancheranno Sabina Laurino e Tina Schiavone. Entrambe presenti alla messa, alle 8,30 al cimitero monumentale dove sarà depositata una lapide, ma assenti alle iniziative successive. Dal presidio di fronte all’acciaieria, al corteo e al torneo di calcetto. Luigi Santino è amareggiato per il rifiuto delle due donne. Difende le sue ragioni: «Grazie alla solidarietà di tanta gente e al risarcimento della Thyssen, non siamo più poveri. Anzi, anche Sabina dovrebbe rendersi conto che adesso è ricca. Stiamo male, soffriamo, nessuno ci potrà restituire i nostri cari. Ma mi domando perché Sabina e Tina abbiano fatto tutto questo casino per 500 euro. E dire che all’inizio io volevo l’aereo solo per mio fratello e per Saro, Rosario Rodinò, che per me era come un fratello. Poi però, consultandomi anche con altre persone ho pensato che anche gli altri parenti avrebbero potuto gradire un ricordo di questo genere». La pensano allo stesso modo i familiari di Roberto Scola e quelli di Giuseppe Demasi, l’altro ragazzo ucciso dal rogo. «Queste discussioni mi fanno male - dice Rosina, Demasi -. Basta parlare di soldi. Non voglio aggiungere altro». Perde invece il suo proverbiale aplomb Rosetta Marzo, moglie di Rocco, il caposquadra, il più anziano e amato dai ragazzi. «Non ne posso più di questa storia dei soldi! - sentenzia -. Basta, ma basta per davvero. La beneficenza la facciamo tutti. Eppure io la vedo la gente che mi saluta per strada: qualcuno mi guarda pensando che ora io ho i soldi. Ma chi se ne frega! Li ho accettati per i miei due figli, altrimenti mio marito si sarebbe rivoltato nella tomba». Ma Rosetta è davvero una donna calma e infatti cerca di placare gli animi: «Siamo tutti stressati, cercate di capirci». Delusa è Grazia Rodinò, mamma di Rosario: «Questi battibecchi proprio alla vigilia dell’anniversario non ci volevano. Ma cerchiamo di rimanere uniti». Di «morti di serie A e di serie B» parla invece il segretario generale della Uilm di Torino, Maurizio Peverati che si oppone (in disaccordo con il suo segretario confederale Gianni Cortese) «alla commemorazione di tutte le vittime del lavoro il 6 dicembre». Peverati sta con Sabina Laurino e Tina Schiavone contro gli sprechi e contro «il tentativo di spettacolarizzare la tragedia Thyssen». Ma le due vedove prendono le distanze: «Diciamo quel che pensiamo, siamo del tutto slegate da logiche politiche e sindacali».