Claudio Del Frate Corriere della Sera 5/12/2008, 5 dicembre 2008
TEST A MALPENSA PER TROVARE IL DENARO DEI TRAFFICI ILLEGALI. RECUPERATI 200 MILA EURO
Robbie, il cane che fiuta l’odore dei soldi
In prestito dalla polizia inglese della frontiera di Dover, il cane ha smascherato allo scalo una decina di persone
DAL NOSTRO INVIATO
MALPENSA (Varese) – Robbie ha 4 anni e un gran fiuto per i soldi: gli sono bastati due giorni di permanenza in Italia per raggranellare 200 mila euro e 40 mila dollari. Tutti in contanti. E il bello è che come ricompensa Robbie si accontenta di qualche biscotto e del suo divertimento preferito: giocare con una pallina da tennis. Presentazioni d’obbligo: Robbie è uno springer spaniel, un cane da caccia che in questi giorni ha incantato Guardia di Finanza e magistratura italiana smascherando una decina di persone che stavano imbarcandosi da Malpensa con valuta nascosta negli abiti o nel bagaglio a mano. Ci sono cani abituati a fiutare selvaggina e tartufi, altri sono addestrati a scovare sostanze stupefacenti.
A Robbie hanno invece insegnato a inseguire l’odore dei soldi, del denaro contante e frusciante; un odore che esiste davvero ma che solo il sofisticato naso di un quattrozampe riesce a sentire. «Pecunia olet», insomma, a differenza di quanto sostenuto secoli e secoli fa dall’imperatore Vespasiano. In Gran Bretagna li chiamano cash dogs, sono trenta esemplari in tutto, prestano servizio nei porti e negli aeroporti d’Oltremanica; solo Stati Uniti e Israele possiedono unità cinofile con identica specializzazione, in Italia Robbie è stato il primo a operare: sguinzagliato tra i banchi dei check in di Malpensa non ha tardato a scovare esportatori di valuta, arrivando là dove nemmeno minuziose perquisizioni fatte dagli uomini arrivano. Una delle vittime del segugio è stato addirittura lo steward di una compagnia americana che aveva addosso 40 mila dollari «clandestini». La trasferta dei poliziotti inglesi a Malpensa è nata da un accordo di collaborazione tra le autorità dei due Paesi. Robbie è arrivato in Italia dal porto di Dover, la sua «cuccia» abituale e non si è mai separato da Peter Fryers, l’agente dalla United Kingdom border and customs (la polizia di frontiera inglese) che è anche il suo addestratore. «Qualunque cane possiede questa attitudine – spiega Fryers – basta che segua un addestramento di circa sei mesi. Di che tipo? Abbiamo abituato Robbie a ricevere una ricompensa tutte le volte che individua la scia delle banconote».
Il cane «acchiappasoldi» obbedisce a un rituale ben preciso: l’istruttore per prima cosa gli fa indossare un’imbragatura azzurra; è il segnale, per Robbie, che comincia «il lavoro ». Una volta scovato il denaro, l’animale si blocca, posa il muso sulla fonte dell’odore e fissa l’istruttore: si muove solo quando quest’ultimo gli lancia una pallina da tennis gialla in segno di ricompensa. «Abbiamo già fatto domanda per poter avere anche noi dei cash dogs – dichiara il colonnello Enrico Fiora, comandante delle Fiamme Gialle di Malpensa – perché il fenomeno dell’esportazione di valuta qui in aeroporto è sempre sostenuto: dall’inizio del 2008 abbiamo già intercettato due milioni e mezzo di euro addosso a 900 diversi passeggeri. Se la metà di questi possono essere considerati immigrati che rientrano al Paese d’origine con i risparmi, per tutti gli altri il discorso non vale. Si tratta evidentemente di persone implicate in traffici illeciti, che vogliono spostare denari senza lasciare traccia». Una traccia che invece Robbie e i suoi colleghi sanno riconoscere al volo.
05 dicembre 2008