Maria Volpe, Corriere della Sera 5/12/2008, 5 dicembre 2008
MILANO
Missione riuscita. Chiambretti per celebrare il suo arrivo a Mediaset voleva portare Pier Silvio Berlusconi in un circolo Arci. E lo ha fatto. Ieri a mezzogiorno il vice presidente Mediaset ha varcato la soglia della Casa del popolo di via Bellezza a Milano. Pier Silvio l’aveva confessato: «Non ci sono mai stato in vita mia». Pierino gongolava: il figlio del Cavaliere nel «covo» comunista... Berlusconi jr si guarda attorno. Alle pareti, volantini che propongono corsi di ballo, menù di Capodanno, poster di Gramsci. Commenta: «E’ un bel posto, caldo, dove si possono passare belle serate ». Saluta tutti, chiede scusa per la confusione. Uno dei capi del circolo, gli offre del lambrusco. «Son contento, è un ragazzo alla mano – confessa con accento romagnolo – Sì, qualche socio ha borbottato, ma io dico: è cambiato il mondo e il figlio di Berlusconi non può venire qui?». Lui si ferma a chiacchierare con gli anziani: «Qui le vedete le partite? Beh io comunque vi mando un abbonamento a Mediaset Premium».
Quel diavolo di Chiambretti sorride sornione. Come inizio non c’è male. Poi ammette: «Pier Silvio è stato coraggioso. Quando gli ho proposto la casa del popolo era titubante. Mi ha chiesto: "Non è che lì mi menano?". Io l’ho rassicurato: certamente c’è qualche comunista, ma stai tranquillo neanche un abbonato Sky». E a proposito di Sky, Berlusconi jr vuole precisare: «Avremmo preferito l’Iva al 10% per tutti. Questo 20 per cento ci danneggia molto, dovremo rivedere i nostri piani per Mediaset Premium. Abbiamo investito 2 miliardi nel digitale terrestre. Ma non abbiamo protestato perché ci avrebbero accusato di conflitto d’interessi. Capisco Sky: ha diritto di difendersi, ma lo spot Sky è stato scomposto».
Piero racconta come è arrivato a dire sì a Mediaset e annuncia l’avvio del suo programma «Chiambretti night », su Italia 1, dal 20 gennaio, martedì, mercoledì e giovedì alle 23.45. In realtà è un lungo monologo tra battute politiche e considerazioni semi serie. «Ho vinto la mia prima scommessa: portare qui Pier Silvio, la seconda è portare il figlio di Bossi all’università », esordisce. Poi spiega: «Sto lavorando a Mediaset da 4 settimane e non ho mai incontrato tanti comunisti. Il babbo di Pier Silvio non sa quanti ce ne sono qui: più che al Tg3». Confessa: «Qualche preconcetto sul salto della quaglia l’ho avuto. Questo viaggio verso Mediaset è stato tormentato. Volevo chiamare il programma "Travaglio", ma era troppo per il babbo...».
Qui la questione si fa un po’ più seria. Qualcuno ha già gridato al tradimento: Chiambretti uomo di sinistra che va a lavorare dal «nemico». Dunque? «So che dovrò pagare questo passaggio ideologico, ma risponderò coi fatti, col mio programma. D’Alema scrive libri con Mondadori, Fabio Fazio – "comunista prêt à porter" – fa un programma con Endemol che è di Berlusconi e perfino uno come Nanni Moretti dice: "Destra o sinistra basta che mi facciano lavorare"». Approfondisce: «Io resto di sinistra, ma non faccio politica nei miei programmi, la faccio in cabina elettorale. Certo la politica non può non entrare in "Chiambretti night". Ma la libertà che hanno le Iene o Striscia dimostrano che qui si può dire qualunque cosa. Non mi hanno chiesto nulla, solo il buon gusto, che credo non mi sia mai mancato».
Maria Volpe