Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera 5/12/2008, 5 dicembre 2008
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MOSCA – Un Putin che si presenta come padre della patria e che «non si tira indietro» di fronte alle difficoltà ha risposto ieri per tre ore alle domande dei russi e ha escluso le dimissioni anticipate del presidente Medvedev e un suo ritorno al Cremlino. Abbandonare il posto di primo ministro proprio durante la crisi costituirebbe una resa. Tutto il contrario dell’immagine che Putin ha sempre voluto dare di sé: «Sfuggire ai problemi non è mai stato nel mio stile». Quindi rimarrà al suo posto, in trincea, fino al 2012, scadenza naturale del mandato presidenziale di Medvedev. Poi, con ogni probabilità, Vladimir Vladimirovich tornerà e potrà rimanere in sella fino al 2024 grazie ai cambiamenti costituzionali che si stanno perfezionando. Per ora i sondaggi gli danno ragione perché la gente critica il governo, ma ha una fiducia illimitata (86%) nel suo capo. Sarà però difficile che questa distinzione continui se la crisi si aggravasse.
Le domande formulate in diretta televisiva da tutte le parti del Paese, compreso un cantiere navale nell’Artico, hanno dato l’ennesima prova del rapporto che c’è tra la Russia e il suo ritrovato zar. Più di due milioni di cittadini hanno presentato le loro domande al primo ministro, seicentomila sms e un milione e mezzo di chiamate. Putin ha risposto a 72 domande, in gran parte incentrate sulla crisi economica, ma che spaziavano anche su altre questioni di attualità.
Il Paese è in grosse difficoltà, con il prezzo del petrolio in discesa, i capitali in fuga, le riserve che si abbassano paurosamente. Sono iniziati anche i licenziamenti e molti di più ne verranno. A un operaio che ha appena perso il posto di lavoro, Putin ha promesso migliori sussidi di disoccupazione. Poi non ha resistito alla tentazione di dare, come al solito, tutta la colpa all’America: quella che la Russia sta vivendo è una crisi che viene da fuori. In ogni casi il primo ministro ha voluto (anche lui) invitare i suoi connazionali all’ottimismo: «Quando sono arrivato al Cremlino nel Duemila il Paese era in una situazione molto più grave, eppure ce l’abbiamo fatta».
Alla nuova amministrazione Obama, Putin ha riservato un trattamento ben diverso da quello usato negli ultimi tempi con Bush. Il primo ministro ha detto di apprezzare l’apertura del presidente eletto sulle questioni dell’allargamento della Nato e dei missili in Polonia. E ha fatto capire che la Russia è pronta a rispondere in maniera adeguata. Per ora, ad esempio, Mosca non ha alcun bisogno di creare basi navali in America Latina, nonostante le offerte del Venezuela, di Cuba e di «molti altri Paesi».
Medvedev, il suo ex collaboratore e attuale delfino, è stato nominato poco durante la lunga conversazione. Con lui, ha detto Putin, «il tandem funziona bene » e quindi non c’è bisogno di modifiche alla situazione attuale. Apparentemente il presidente continua a prendere le battute dall’uomo che lo ha portato a Mosca da San Pietroburgo. Ma, dietro le quinte, qualche problema si starebbe delineando. Basti pensare al fatto che il discorso alle Camere riunite che Medvedev ha tenuto nei giorni scorsi sarebbe stato rinviato più volte, secondo indiscrezioni circolate a Mosca. Il testo preparato non andava bene a Putin.
Tra le 72 domande ce ne sono state diverse di carattere personale. Gli hanno chiesto come stava il tigrotto che gli era stato regalato tre mesi fa. E lui ha spiegato di averlo già donato a Leader Il premier russo Vladimir Putin, 56 anni. Ieri ha risposto in diretta tv alle domande dei telespettatori uno zoo dove lo accudiscono come si deve. La piccola Dasha, da un villaggio siberiano ha chiesto a «zio Volodya» un costume di Cenerentola per Capodanno. Putin l’ha subito invitata a Mosca con tutta la famiglia.
Fabrizio Dragosei