Vittorio Sabadin, La Stampa 5/12/2008, 5 dicembre 2008
L’odore della paura
La paura ha un odore che quando viene percepito da altre persone è contagioso e attiva le zone del cervello predisposte ad entrare in azione in caso di allarme. Lo ha scoperto il gruppo di scienziati che ha inviato al prestigioso «New Scientist» i risultati delle sue ricerche, finanziate anche dalla Darpa, l’agenzia del Pentagono che si occupa di come combattere le guerre del futuro: se la paura si annusa ed è contagiosa, forse c’è il modo di farla arrivare all’esercito nemico come i gas della Prima guerra mondiale. Purché il vento non soffi dalla parte sbagliata. Per scoprire l’odore della paura occorrono volontari che la provino, e non si potrebbe trovare di meglio che un gruppo di paracadutisti al primo lancio. Venti novizi, undici uomini e nove donne, hanno accettato di farsi applicare alle ascelle tamponi di cotone che hanno assorbito un po’ di sudore mentre il gruppo si trovava ancora in volo sull’aereo e molto di più subito dopo il lancio. Per un corretto confronto, il gruppo di cavie si è anche sottoposto a un prelievo di sudore mentre correva più rilassato sui «tapis roulant» di una palestra e i diversi campioni sono stati portati al laboratorio dove erano in attesa altre cavie, gli annusatori. Il sudore dei paracadutisti in caduta libera e quello raccolto durante la corsa è stato nebulizzato e inviato nelle narici del secondo gruppo di volontari, sottoposti contemporaneamente a uno scanner del cervello. Nessuno di loro era a conoscenza delle caratteristiche dell’esperimento e di quale tipo di odore stesse annusando. Di fronte al sudore della palestra tutti i cervelli sono rimasti tranquilli, rievocando al massimo le canzoni ascoltate dall’iPod nell’ultima seduta di fitness alla quale avevano partecipato. Ma quando i volontari hanno cominciato ad annusare l’odore del lancio nel vuoto, l’amigdala e l’ipotalamo si sono allarmati. La prima elabora le esperienze olfattive e governa le emozioni; il secondo, quando riceve segnali di pericolo o di eccitazione, accelera il battito cardiaco e la frequenza del respiro, dilata le pupille e fa arrivare ai muscoli una maggiore quantità di sangue. Tutto quello che serve insomma per fronteggiare qualche pericolo. Lilianne Mujica-Parodi, una delle scienziate che hanno partecipato alla ricerca, è convinta che l’esperimento abbia dimostrato l’esistenza di un feromone, il segnale chimico secreto dagli organismi, che comunica la paura tra gli esseri umani. «Tutto lascia pensare - ha scritto - che esiste una componente biologica nascosta delle dinamiche sociali nella quale lo stress emozionale è, letteralmente, contagioso». La scoperta spiegherebbe perché gli indici della Borsa crollino ben oltre i livelli giustificati dallo stato dell’economia e come sia facile che il panico si diffonda, nelle sale di Wall Street e della City come in un gruppo di persone intrappolate in una situazione di pericolo. L’odore della paura è certamente percepito dagli animali, soprattutto nei grandi branchi che fuggono in un movimento coordinato all’arrivo di un singolo predatore. Come sanno i postini inglesi, i cani abbaiano con maggiore intensità contro gli esseri umani che ne hanno paura e sono più propensi a morderli, mentre scodinzolano felici davanti a chi mostra di volerli coccolare. Simon Wesseley, psichiatra al King’s College di Londra, ha dichiarato al «New Scientist» che l’idea di trasformare il feromone della paura in un’arma da guerra è scientificamente implausibile e che bisognerà studiare qualcosa di più serio per annientare i nemici. Ma anche se i risultati della ricerca sono ancora sottoposti a revisione, è molto probabile che l’esperimento metta a tacere definitivamente gli scienziati che ancora pensano che gli esseri umani non possono percepire i feromoni perché l’organo vomeronasale che dovrebbe registrarli non è più collegato al cervello, e nel corso della nostra evoluzione è diventato inutile come l’appendice e le tonsille. Evidentemente, le sostanze chimiche che emettiamo per comunicare con gli altri organismi, per cose serie come la paura e per cose banali come il corteggiamento e il sesso, hanno trovato un altro modo per centrare il loro obiettivo.