Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Naturalmente le elezioni indiane ci attirano perché ci sembra che abbia vinto un’italiana: la signora Sonia Maino (nella foto Reuters), nata in Orbassano (Torino) [non è nata a Orbassano, ma a Lusiana, Vicenza] nel 1947, figlia di un costruttore, mandata quando aveva 18 anni a studiare l’inglese a Cambridge dove conobbe Rajiv Gandhi, il figlio del primo ministro Indira, che perse la testa per lei e la sposò nel 1967. Pareva che la giovane coppia si sarebbe tenuta al largo dalla politica, come lui le aveva promesso e infatti Rajiv faceva il pilota di aerei. Ma nel 1980 morì l’altro figlio di Indira, Sanjay, che sembrava destinato a ereditare la fortuna politica della famiglia. E Rajiv dovette prenderne il posto, nonostante Sonia non volesse e avesse affrontato con molta determinazione la suocera. Poi nell’84 fu assassinata Indira e nel 1991 lo stesso Rajiv: Sonia dovette farsi avanti in prima persona e, anche se non fu e non sarà né primo ministro né presidente, viene considerata oggi la vera regina del Partito del Congresso, la formazione politica più importante del Paese, vincitrice delle elezioni i cui risultati, peraltro non ancora definitivi, sono stati divulgati ieri.
• Perché dice: «Ci sembra che abbia vinto un’italiana»? Sonia è italiana o no?
La Gandhi ha ancora una casa in Italia, come sappiamo da una dichiarazione dei redditi che presentò 3 anni fa per stroncare gli attacchi dell’opposizione che la voleva in conflitto d’interessi (la casa valeva 26 mila euro, in banca aveva 66 mila euro e possedeva pure 88 chili d’argento). Ma da quando è stata costretta a entrare in politica ha smesso di considerarsi italiana e ai suoi nemici che la attaccano proprio per la sua nazionalità ha risposto con decisione: «Non sono italiana, sono indiana». Ha imparato l’indi, non si fa avvicinare dai giornalisti italiani e se le capita di incontrarne uno parla inglese. Questo atteggiamento ha fatto piazza pulita dei pregiudizi che la riguardano e le ha permesso di essere moralmente a capo di un Paese da un miliardo e centomila uomini, una superpotenza demografica che fra una trentina d’anni potrebbe avere sul pianeta più importanza della Cina?
• Perché?
Perché ha attuato una politica di controllo delle nascite moderata. Oggi è la nazione più giovane del mondo, dato che il 70% degli indiani ha meno di 40 anni. Questo significa che nel decennio critico di questo secolo (il 2030-2040), la Cina, che ha praticato una violenta politica del figlio unico, sarà un Paese di vecchi, l’India ancora un Paese di giovani. Per correggere le politiche demografiche ci vuole molto tempo e i cinesi, che si stanno già pentendo delle loro scelte, ci metteranno parecchi decenni per recuperare.
• Perché la Gandhi non fa il primo ministro o il presidente?
Ha due figli ed è entrata in politica per mantenere un patrimonio di prestigio e di consensi da consegnare a loro. Tenga conto che Indira, la suocera, era figlia di Nehru, l’uomo dell’indipendenza politica del Paese, premier dal 1947 al 1964.
• Il Mahatma Gandhi non c’entra niente?
C’entra politicamente, perché Nehru fu l’erede politico di Gandhi. Ma il marito di Indira, Feroze Gandhi, non aveva alcuna parentela con il Mahatma.
• Chi governerà adesso l’India?
Il Partito del Congresso non ha la maggioranza assoluta dei seggi e dovrà formare una coalizione. Nessun problema: governerà con le stesse forze di prima delle elezioni. I suoi principali avversari, l’intoccabile Mayawati Kumari, i comunisti, il candidato dei ricchi Narendra Modi, leader del Bharatya Janata Party (Bjp), sono stati sconfitti. I comunisti l’anno scorso uscirono dalla coalizione per via del trattato di cooperazione nucleare siglato con gli Stati Uniti, e grazie al quale l’India abbandonò la sua storica posizione di neutralità. D’altra parte anche gli americani – e Bush in particolare – lavorano da un pezzo a tirare gli indiani dalla loro, in funzione anti-cinese e anti-iraniana, sotterraneamente, per non suscitare l’ira dei nazionalisti, ma efficacemente. Esaltando le qualità indiane, spingendo gli alleati a investire nel Paese. Queste elezioni hanno confermato la leadership di Rahul, il 39enne figlio maschio della Gandhi. Ma hanno soprattutto lanciato la sorella, Priyanka, 37 anni, che ha sedotto il suo popolo dichiarando di voler solo dare una mano, di non volersi mischiare col potere. Gli osservatori dicono che è lei, in realtà, la nuova Indira. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/5/2009]
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