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 2009  maggio 17 Domenica calendario

Naturalmente le elezioni indiane ci attirano perché ci sembra che abbia vinto un’italiana: la signo­ra Sonia Maino (nella foto Reu­ters), nata in Orbassano (Tori­no) [non è nata a Orbassano, ma a Lusiana, Vicenza] nel 1947, figlia di un costrut­tore, mandata quando aveva 18 anni a studiare l’inglese a Cam­bridge dove conobbe Rajiv Gan­dhi, il figlio del primo ministro Indira, che perse la testa per lei e la sposò nel 1967

Naturalmente le elezioni indiane ci attirano perché ci sembra che abbia vinto un’italiana: la signo­ra Sonia Maino (nella foto Reu­ters), nata in Orbassano (Tori­no) [non è nata a Orbassano, ma a Lusiana, Vicenza] nel 1947, figlia di un costrut­tore, mandata quando aveva 18 anni a studiare l’inglese a Cam­bridge dove conobbe Rajiv Gan­dhi, il figlio del primo ministro Indira, che perse la testa per lei e la sposò nel 1967. Pareva che la giovane coppia si sarebbe tenuta al largo dalla politica, come lui le aveva promesso e infatti Rajiv fa­ceva il pilota di aerei. Ma nel 1980 morì l’altro figlio di Indira, Sanjay, che sembrava destinato a ereditare la fortuna politica del­la famiglia. E Rajiv dovette pren­derne il posto, nonostante Sonia non volesse e avesse affrontato con molta determinazione la suo­cera. Poi nell’84 fu assassinata In­dira e nel 1991 lo stesso Rajiv: So­nia dovette farsi avanti in prima persona e, anche se non fu e non sarà né primo ministro né presi­dente, viene considerata oggi la vera regina del Partito del Con­gresso, la formazione politica più importante del Paese, vinci­trice delle elezioni i cui risultati, peraltro non ancora definitivi, so­no stati divulgati ieri.

Perché dice: «Ci sembra che ab­bia vinto un’italiana»? Sonia è italiana o no?
La Gandhi ha ancora una casa in Italia, come sappiamo da una dichiarazione dei redditi che presentò 3 anni fa per stroncare gli attacchi dell’opposizione che la voleva in conflitto d’inte­ressi (la casa valeva 26 mila eu­ro, in banca aveva 66 mila euro e possedeva pure 88 chili d’ar­gento). Ma da quando è stata co­stretta a entrare in politica ha smesso di considerarsi italiana e ai suoi nemici che la attaccano proprio per la sua nazionalità ha risposto con decisione: «Non sono italiana, sono indiana». Ha imparato l’indi, non si fa av­vicinare dai giornalisti italiani e se le capita di incontrarne uno parla inglese. Questo atteggia­mento ha fatto piazza pulita dei pregiudizi che la riguardano e le ha permesso di essere moral­mente a capo di un Paese da un miliardo e centomila uomini, una superpotenza demografica che fra una trentina d’anni po­trebbe avere sul pianeta più im­portanza della Cina?

Perché?
Perché ha attuato una politica di controllo delle nascite mode­rata. Oggi è la nazione più gio­vane del mondo, dato che il 70% degli indiani ha meno di 40 anni. Questo significa che nel decennio critico di questo se­colo (il 2030-2040), la Cina, che ha praticato una violenta politi­ca del figlio unico, sarà un Pae­se di vecchi, l’India ancora un Paese di giovani. Per corregge­re le politiche demografiche ci vuole molto tempo e i cinesi, che si stanno già pentendo delle loro scelte, ci metteranno parec­chi decenni per recuperare.

Perché la Gandhi non fa il primo ministro o il presidente?
Ha due figli ed è entrata in poli­tica per mantenere un patrimo­nio di prestigio e di consensi da consegnare a loro. Tenga conto che Indira, la suocera, era figlia di Nehru, l’uomo dell’indipen­denza politica del Paese, pre­mier dal 1947 al 1964.

Il Mahatma Gandhi non c’entra niente?
C’entra politicamente, perché Nehru fu l’erede politico di Gan­dhi. Ma il marito di Indira, Fero­ze Gandhi, non aveva alcuna pa­rentela con il Mahatma.

Chi governerà adesso l’India?
Il Partito del Congresso non ha la maggioranza assoluta dei seg­gi e dovrà formare una coalizio­ne. Nessun problema: governe­rà con le stesse forze di prima delle elezioni. I suoi principali avversari, l’intoccabile Mayawa­ti Kumari, i comunisti, il candi­dato dei ricchi Narendra Modi, leader del Bharatya Janata Par­ty (Bjp), sono stati sconfitti. I co­munisti l’anno scorso uscirono dalla coalizione per via del trat­tato di cooperazione nucleare si­glato con gli Stati Uniti, e grazie al quale l’India abbandonò la sua storica posizione di neutrali­tà. D’altra parte anche gli ameri­cani – e Bush in particolare – la­vorano da un pezzo a tirare gli indiani dalla loro, in funzione anti-cinese e anti-iraniana, sot­terraneamente, per non suscita­re l’ira dei nazionalisti, ma effi­cacemente. Esaltando le qualità indiane, spingendo gli alleati a investire nel Paese. Queste ele­zioni hanno confermato la lea­dership di Rahul, il 39enne fi­glio maschio della Gandhi. Ma hanno soprattutto lanciato la so­rella, Priyanka, 37 anni, che ha sedotto il suo popolo dichiaran­do di voler solo dare una mano, di non volersi mischiare col po­tere. Gli osservatori dicono che è lei, in realtà, la nuova Indira. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/5/2009]