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 2009  maggio 17 Domenica calendario

ATTENTI A NON REPLICARE KYOTO

La lotta ai cambiamenti climatici, ce lo sentiamo dire spesso, è il compito più importante della nostra epoca. Un esercito di esperti ci dice che dobbiamo tagliare le emissioni, in modo drastico e immediato. Ma è una tesi che sta palesemente perdendo la battaglia per conquistare il cuore e la mente della popolazione.
Il riscaldamento globale ormai è diventato il problema a più bassa priorità tra gli americani, secondo una nuova inchiesta Pew.Un’altra inchiesta Pew ha evidenziato che in Cina, il maggiore responsabile di emissioni di anidride carbonica al mondo, il riscaldamento globale suscita ancora meno interesse. Appena il 24% dei cinesi considera il riscaldamento globale un problema molto grave, e questo fa della Cina la nazione meno interessata al tema. Nel Regno Unito, un sondaggio della Opinium rivela che la maggioranza degli elettori è del parere che le tasse ecologiche servano a fare cassa più che a difendere l’ambiente, e sette persone su dieci non sono disposte a pagare più tasse per combattere i cambiamenti climatici.
Nel frattempo le soluzioni che sentiamo proporre per il riscaldamento globale sono raccapriccianti. A Rio de Janeiro, nel ’92, i politici dei paesi ricchi promisero di tagliare le emissioni entro il 2000, ma poi non lo fecero. I leader si riunirono poi a Kyoto nel ’97 e promisero tagli alle emissioni ancora più importanti entro il 2010, ma le emissioni hanno continuato a crescere.
La cosa più tragica è che quando i leader si riuniranno a Copenaghen, a dicembre, adotteranno ancora la stessa soluzione: promesse di riduzioni delle emissioni ancora più drastiche, che probabilmente non saranno mantenute. Misure che regolarmente promettono troppo e realizzano troppo poco, e con costi importanti, difficilmente possono conquistare il cuore e la mente delle persone anche nei periodi più rosei.
E indubbiamente questo non è un periodo roseo.
Fortunatamente abbiamo un’opzione molto migliore, con chance di successo di gran lunga superiori: rendere fonti energetiche a basse emissioni come l’energia solare un’alternativa reale e competitiva con le vecchie fonti energetiche, invece di salvaguardare i ricchi che vogliono sentirsi "ecologici".
Dobbiamo dunque investire in modo adeguato sull’invenzione di nuove tecnologie. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il Protocollo di Kyoto non ha stimolato questo genere di ricerche. Anzi, gli investimenti in ricerca sono precipitati dagli anni 80 e da allora non sono più tornati a crescere, neanche nei Paesi che hanno firmato il Protocollo di Kyoto.
Investendo massicciamente nella ricerca e sviluppo di fonti energetiche a basse emissioni, l’energia solare o altre tecnologie nuove diventerebbero più economiche dei combustibili fossili in tempi molto più rapidi. Secondo alcune stime economiche, per ogni dollaro speso in ricerca otterremo benefici per 16 dollari.
Ogni Paese dovrebbe accettare di spendere lo 0,05% del proprio Pil per la ricerca e lo sviluppo di fonti energetiche a basse emissioni. I costi complessivi a livello globale sarebbero 15 volte superiorialle cifre spese attualmente per la ricerca di energie alternative, ma sei volte inferiori al costo di Kyoto. Un accordo di questo tipo potrebbe rappresentare il nuovo trattato di Kyoto, con la differenza sostanziale che questo protocollo inciderebbe davvero e avrebbe buone probabilità di essere accettato da tutti.
Perché non entrambe le cose? Investire nella ricerca ma impegnarsi comunque a tagliare le emissioni fin da subito?
Le politiche in stile Kyoto rappresentano solo una costosa distrazione dall’impegno reale, che dev’essere quello di porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili. Concentrarsi sulla riduzioni delle emissioni di anidride carbonicaè la risposta sbagliata al riscaldamento globale, per due ragioni fondamentali.
Per cominciare, l’uso dei combustibili fossili nei Paesi in via di sviluppo rimane l’unica strada per uscire dalla povertà. Il carbone garantisce metà dell’energia mondiale. In Cina e in India rappresenta l’80%circadella generazione di energiae sta aiutando i braccianti cinesi e indiani a godere di una qualità di vita che i loro genitori potevano solo immaginare. Imporre un tetto alle emissioni significa, di fatto, mettere un termine a questa storia di successo che riguarda centinaia di milioni di persone. Non c’è nessuna fonte energetica "verde" sufficientemente a buon mercato da rimpiazzare il carbone in un futuro prossimo. Ma con il potenziamento della ricerca l’energia verde diventerà più economica dei combustibili fossili entro la metà del secolo.
Il secondo punto riguarda il fatto che i tagli immediati delle emissioni sono costosi, e i costi superano di gran lunga i benefici. Se il Protocollo di Kyoto fosse stato implementato appieno, nell’arco di questo secolo avrebbe portato a una riduzione delle temperature insignificante, di 0,2�C,a un costo di 180 miliardi di dollari (130 miliardi di euro) ogni anno. In termini economici, Kyoto produce solo 30 centesimi di benefici per ogni dollaro speso.
E tagli delle emissioni più accentuati, come quelli proposti dall’Unione Europea - il 20% in meno rispetto ai livelli del 1990 in 12 anni - ridurrebbero le temperature a livello globale di appena un sesto di grado Celsius di qui al 2100, con un costo di 10mila miliardi di dollari (7.300 miliardi di euro). Per ogni dollaro speso ricaveremmo appena quattro centesimi di benefici.
La cosa più triste del dibattito sul riscaldamento globale è che quasi tutti i protagonisti principali - politici, militanti ed esperti - sanno già che l’accordo vecchio stile che è sul tavolo negoziale per il vertice di Copenaghen a dicembre avrà effetti trascurabili sulle temperature. Se non cambieremo rotta e non intraprenderemo azioni che siano realistiche e raggiungibili, è già evidente che le dichiarazioni di "successo" che verranno pronunciate a dicembre nella capitale danese saranno prive di significato. Faremo promesse. Non le manterremo. E sprecheremo un altro decennio. Dobbiamo sfidare l’ortodossia di Kyoto. Si può fare di meglio.