Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’ultimo regalo del governo Monti ci viene consegnato oggi: è l’obbligo per le banche e per gli altri intermediari finanziari di far conoscere al fisco tutti i movimenti sui nostri conti in modo che l’Agenzia delle Entrate possa sapere con certezza se quello che versiamo corrisponde a quello che dichiariamo come reddito. Se non corrisponde, sono guai. Queste disposizioni vennero varate da Monti nel dicembre 2011, all’interno del decreto cosiddetto Salva-Italia. A quell’epoca il governo tecnico sembrava invincibile e capace di ignorare le lagne dei partiti...
• Cioè, il fatto che vengano a mettere il naso nei nostri conti correnti a lei piace.
Prevedo che quando il fisco si sarà fatto implacabile, la pressione dovrà diminuire, anzi tutto il sistema dovrà essere riformato e le aliquote abbassate. L’evasione fiscale da 180 miliardi l’anno - secondo dati che provengono dall’Europa - è stata tollerata fino ad oggi per via della pressione assurda. Sarà impossibile attaccare l’una senza rivedere l’altra.
• Ma in pratica questo mettere il naso del fisco negli affari nostri non avveniva già prima?
No, il fisco poteva chiedere informazioni sul conto corrente di un singolo cittadino solo dopo che era stato avviato un accertamento formale. Adesso invece le informazioni devono affluire al cervellone dell’agenzie ogni giorno. Tutti gli operatori sono tenuti a garantire il flusso. Non solo le banche, ma anche le Poste, le società di intermediazione mobiliare, le società di gestione del risparmio, le assicurazioni. Questo fiume di dati correrà su un cavo parallelo e dedicato, che avrà all’altro terminale personale specializzato tenuto alla riservatezza assoluta. Il sistema si chiama Sid (Sistema di Interscambio flusso Dati) che era il nome, una volta, di un nostro servizio segreto. Entro ottobre il Fisco avrà il quadro completo di tutto quello che è successo nei nostri conti nell’anno 2011 e potrà cominciare i controlli incrociati. I dati del 2012 arriveranno entro il prossimo marzo. Se il fisco fa sul serio, prevedo la rivoluzione.
• Io sapevo che quelli delle tasse avevano le mani bloccate dai troppi sistemi informatici diversi...
Non è più così. Lo stesso Monti aveva a suo tempo descritto le meraviglie di Serpico, il sistema di server dove affluiscono questi miliardi di dati. Capace di 24 mila e 200 operazioni al secondo, e dove sono registrate tutte le nostre azioni di contenuto finanziario. Non solo le case intestate, le auto, i terreni, gli aerei, le barche, le polizze assicurative, ma anche se ci siamo iscritti a una palestra o se seguiamo un corso di cucina o se mandiamo i figli in una scuola di lusso. E naturalmente il fisco sa quanto paghiamo di luce, gas e telefono. Quindi, come può ben immaginare, Serpico sarà capace in automatico di confrontare il reddito dichiarato da un signor Rossi e le spese che sostiene per l’auto o per le vacanze. Come mai, a fronte di introiti annui, mettiamo, per ottomila euro, questo qui paga dei marinai di Portofino perché gli badino alla barca? Cose così.
• Secondo me, con questo sistema, non è in regola nessuno. Ci sarà sempre almeno un idraulico che abbiamo pagato in nero per evitare l’Iva.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha spiegato che si prenderanno in considerazione solo gli scostamenti, tra reddito dichiarato e presunto, uguali o superiori al 20%. È abbastanza ovvio, poi, che si scruteranno soprattutto le operazioni da mille euro in su. Conviene tuttavia non buttare via niente: scontrini, fatture, ricevute vanno conservate in ordine, in modo che, in caso di contestazioni, si possano produrre i giustificativi di una certa spesa o di un certo versamento. M’è venuto in mente quel piccolo traffico, di proporzioni incalcolabili, che può svolgersi tra amici e parenti. Ho bisogno di un prestito, vado da mia zia, quella i soldi me li dà, li prende in banca, io a mia volta li verso in banca, Serpico ci vede... Sarà meglio, persino in casi innocenti come questo, firmare una carta che faccia eventualmente capire ai finanzieri di che si tratta.
• Le ultime sull’evasione, intanto, quali sono?
La Guardia di Finanza ha dato i nuovi numeri proprio l’altro giorno. Nei primi cinque mesi dell’anno sono stati sequestrati 650 milioni agli evasori fiscali che agiscono sul mercato nazionale, due miliardi e mezzo alla criminalità organizzata, quattro miliardi sospettati di riciclaggio. Gli evasori che giocano con i paradisi fiscali sono stati pizzicati per 5,5 miliardi (La GdF cita come il caso più clamoroso quello di Dolce & Gabbana). I paradisi fiscali non sono più quelli di una volta: i furbi preferiscono appoggiarsi su Olanda, Irlanda, Belgio, Inghilterra, Svizzera, Lussemburgo. Non sono nelle black-list e tocca perciò al fisco dimostrare che il contribuente ha tentato di gabbare l’Agenzia. Infine, i negozi: due su tre non fanno lo scontrino.
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