Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Lasciamo parlare il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: «Sono lieto di annunciare che Chrysler e Fiat hanno raggiunto un accordo di partnership. Con questa alleanza Chrysler avrà forti chance di successo per un brillante futuro. Oggi sono stati fatti i passi necessari per ridare a Chrysler una nuova vita. La Fiat ha dimostrato di saper costruire l’auto pulita del futuro ed era l’unica possibilità di salvezza. Questa alleanza salverà 30 mila posti di lavoro: Chrysler emergerà più forte e competitiva». E ora la parola a Marchionne: «È un momento storico per il Gruppo Fiat e per l’industria italiana. Quest’operazione rappresenta una soluzione costruttiva e importante ai problemi che da alcuni anni affliggono non soltanto Chrysler ma l’intera industria automobilistica mondiale. L’alleanza permetterà di mettere insieme la tecnologia Fiat, che è tra le più innovative e avanzate al mondo, le sue piattaforme e i suoi propulsori per vetture piccole e medie nonché la sua vasta rete di distribuzione in America Latina e in Europa con il grande patrimonio della Chrysler, che ha una forte presenza in Nord America e lavoratori pieni di talento e di capacità di impegnarsi».
• Racconti bene nel dettaglio.
Verrà creata una nuova società, quella che in gergo si chiama "Newco" (cioè: New Company, si dice sempre così nella fase che precede la scelta del nome). A questa Newco saranno ceduti tutti i beni Chrysler. La Fiat prenderà il 20% delle azioni di questa Newco e potrà salire al 35 praticamente subito e al 51% tra il gennaio 2013 e il giugno 2016.
• Vedremo la Duna a New York?
Marchionne ha detto di voler introdurre in America i marchi famosi della Casa di Torino, cioè quelli della Cinquecento e dell’Alfa Romeo. Senza fare troppi miti, è vero che Cinquecento e Alfa Romeo hanno in America una reputazione molto buona.
• Quando si comincia?
Piano. Bisogna prima passare per il famoso Chapter 11…
• Me lo spiega una buona volta?
Quando un’azienda non è più in grado di restituire i soldi che ha preso in prestito o fallisce completamente oppure può andare in amministrazione controllata. Il fallimento corrisponde più o meno alla morte. Arriva un curatore nominato dal tribunale e vende tutto quello che c’è da vendere. Distribuisce poi il ricavato tra i creditori e chiude per sempre la pratica. Con l’amministrazione controllata, invece, il curatore, sempre sotto la sorveglianza del tribunale, può concordare con i creditori (quelli che devono avere i soldi) una percentuale di rientro. Per esempio, accontentatevi del 40 o del 50%, in questo modo riprenderemo l’attività. I creditori possono accettare se pensano che la ripresa dell’attività dell’azienda possa portare profitti. Se non accettano si ritorna al fallimento. Il Chapter 11, che si chiama così perché è l’undicesimo capitolo della legge fallimentare, è grosso modo la nostra amministrazione controllata, con una più ampia facoltà di tribunale e curatore di dividere i creditori in classi e stabilire, per esempio, che una classe A riceva il 70% del dovuto, una B il 50% e così via. Ora, nel caso di Chrysler, la procedura del Chapter 11 si sarebbe potuta evitare se tutti i creditori avessero accettato la proposta di Obama: a quanto se ne sa, un dieci per cento di azioni della Newco e una restituzione del 25% del dovuto. Il credito complessivo era di 6,9 miliardi di dollari, per metà reclamati da quattro grandi banche (JP Morgan, Citigroup, Morgan Stanley e Goldmann Sachs). Questi quattro avevano accettato. Si sono opposti tre fondi con un credito complessivo da un miliardo. E la rete dei concessionari, che deve essere tagliata e resiste. Per aggirarli è stato inevitabile questo Chapter 11.
• Cambia qualcosa?
No, solo la procedura ne sarà rallentata. L’amministrazione controllata (che ieri le agenzie definivano ”bancarotta chirurgica”) dovrebbe durare uno o due mesi durante i quali non si potranno far cause all’azienda. Il Chapter 11 non può in ogni caso superare i 120 giorni. In questo periodo il Tesoro comincerà a mettere a disposizione 3-3,5 miliardi di dollari. Arriveranno soldi anche dal governo canadese. A proposito, sa che i sindacati, in cambio di un pacchetto di azioni del 55%, si sono impegnati a non scioperare fino al 2015? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 1/5/2009]
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