Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  maggio 01 Venerdì calendario

Lasciamo parlare il presidente degli Stati Uniti Barack Oba­ma: «Sono lieto di annunciare che Chrysler e Fiat hanno rag­giunto un accordo di partner­ship

Lasciamo parlare il presidente degli Stati Uniti Barack Oba­ma: «Sono lieto di annunciare che Chrysler e Fiat hanno rag­giunto un accordo di partner­ship. Con questa alleanza Chry­sler avrà forti chance di succes­so per un brillante futuro. Oggi sono stati fatti i passi necessari per ridare a Chrysler una nuo­va vita. La Fiat ha dimostrato di saper costruire l’auto pulita del futuro ed era l’unica possi­bilità di salvezza. Questa alle­anza salverà 30 mila posti di lavoro: Chrysler emergerà più forte e competitiva». E ora la parola a Marchionne: «È un momento storico per il Gruppo Fiat e per l’industria italiana. Quest’operazione rappresenta una soluzione costruttiva e im­portante ai problemi che da al­cuni anni affliggono non sol­tanto Chrysler ma l’intera in­dustria automobilistica mon­diale. L’alleanza permetterà di mettere insieme la tecnologia Fiat, che è tra le più innovative e avanzate al mondo, le sue piattaforme e i suoi propulsori per vetture piccole e medie non­ché la sua vasta rete di distribu­zione in America Latina e in Eu­ropa con il grande patrimonio della Chrysler, che ha una for­te presenza in Nord America e lavoratori pieni di talento e di capacità di impegnarsi».

Racconti bene nel dettaglio.
Verrà creata una nuova socie­tà, quella che in gergo si chia­ma "Newco" (cioè: New Com­pany, si dice sempre così nel­la fase che precede la scelta del nome). A questa Newco saranno ceduti tutti i beni Chrysler. La Fiat prenderà il 20% delle azioni di questa Newco e potrà salire al 35 pra­ticamente subito e al 51% tra il gennaio 2013 e il giugno 2016.

Vedremo la Duna a New York?
Marchionne ha detto di voler introdurre in America i mar­chi famosi della Casa di Tori­no, cioè quelli della Cinque­cento e dell’Alfa Romeo. Sen­za fare troppi miti, è vero che Cinquecento e Alfa Romeo hanno in America una reputa­zione molto buona.

Quando si comincia?
Piano. Bisogna prima passare per il famoso Chapter 11…

Me lo spiega una buona volta?
Quando un’azienda non è più in grado di restituire i soldi che ha preso in prestito o fallisce completamente oppure può an­dare in amministrazione con­trollata. Il fallimento corrispon­de più o meno alla morte. Arri­va un curatore nominato dal tri­bunale e vende tutto quello che c’è da vendere. Distribuisce poi il ricavato tra i creditori e chiu­de per sempre la pratica. Con l’amministrazione controllata, invece, il curatore, sempre sot­to la sorveglianza del tribuna­le, può concordare con i credito­ri (quelli che devono avere i sol­di) una percentuale di rientro. Per esempio, accontentatevi del 40 o del 50%, in questo mo­do riprenderemo l’attività. I cre­ditori possono accettare se pen­sano che la ripresa dell’attività dell’azienda possa portare pro­fitti. Se non accettano si ritorna al fallimento. Il Chapter 11, che si chiama così perché è l’undice­simo capitolo della legge falli­mentare, è grosso modo la no­stra amministrazione controlla­ta, con una più ampia facoltà di tribunale e curatore di dividere i creditori in classi e stabilire, per esempio, che una classe A riceva il 70% del dovuto, una B il 50% e così via. Ora, nel caso di Chrysler, la procedura del Chapter 11 si sarebbe potuta evi­tare se tutti i creditori avessero accettato la proposta di Oba­ma: a quanto se ne sa, un dieci per cento di azioni della Newco e una restituzione del 25% del dovuto. Il credito complessivo era di 6,9 miliardi di dollari, per metà reclamati da quattro grandi banche (JP Morgan, Citi­group, Morgan Stanley e Gold­mann Sachs). Questi quattro avevano accettato. Si sono op­posti tre fondi con un credito complessivo da un miliardo. E la rete dei concessionari, che deve essere tagliata e resiste. Per aggirarli è stato inevitabile questo Chapter 11.

Cambia qualcosa?
No, solo la procedura ne sarà rallentata. L’amministrazione controllata (che ieri le agenzie definivano ”bancarotta chirurgi­ca”) dovrebbe durare uno o due mesi durante i quali non si po­tranno far cause all’azienda. Il Chapter 11 non può in ogni caso superare i 120 giorni. In questo periodo il Tesoro comincerà a mettere a disposizione 3-3,5 mi­liardi di dollari. Arriveranno sol­di anche dal governo canadese. A proposito, sa che i sindacati, in cambio di un pacchetto di azioni del 55%, si sono impegna­ti a non scioperare fino al 2015? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 1/5/2009]