
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Oggi ci occupiamo di Matteo Renzi.
• Che cosa ha fatto?
Si è candidato ufficialmente alla segreteria del Pd. Ha detto: «Disponibile? Assolutamente sì, ma decidono gli elettori». E ha aggiunto: «Non possiamo ripetere l’errore dell’altra volta di sbagliare un calcio di rigore a porta vuota. Dobbiamo vincere». • Ah. E come mai tutt’a un tratto....
C’è la festa del Pd a Genova. Hanno organizzato un palco con Mentana che lo intervistava. Una gran ressa ad ascoltarlo. Beh, vale la pena riferire quello che ha detto ».
• Sentiamo.
«Voglio una sinistra che governi l’Italia, non che si compiaccia delle proprie sconfitte». «Accetto scommesse, a votare non si va». «I tecnocrati non ne hanno azzeccata una. Il governo tecnico di Mario Monti è stato un piccolo passo avanti per l’uomo, ma un grande passo avanti per l’umanità, perché ha mandato via quelli di prima. Ma i tecnici non possono decidere dove fare i tagli. Cosa si taglia in casa lo decidono mamma e babbo, non il commercialista». «Noi non faremo la fine della Grecia. Questa è la frase più stupida del millennio. Siamo grandi contributori dell’Europa, la seconda economia. Ma abbiamo ridotto i nostri obiettivi, le nostre ambizioni». «Con il governo sarò contento quando sarà cancellata la Bossi-Fini, perché noi siamo lì per fare le riforme». «Abbiamo risparmio privato e patrimonio pubblico che sono quattro volte il debito pubblico. Mentre gli italiani risparmiavano, chi avevano mandato in parlamento spendeva i loro soldi e quelli dei loro figli. Io vorrei che il Pd desse del tu al futuro». «Tante volte la sinistra è stata insieme perché di là c’era lui, non perché la pensava allo stesso modo. Ora si può cambiare finalmente». «Un garantista non considera Berlusconi colpevole al primo articolo del Fatto o di Repubblica , né dopo il primo servizio di Report . Ma se contesti una condanna passata in giudicato contesti lo stato di diritto». «Per anni sono stato accusato di essere fin troppo tenero nei confronti di Berlusconi. Bisogna aver rispetto per chi l’ha votato, non bisogna avere la puzza sotto il naso, non si deve giudicare chi non ci ha votato. Domandiamoci perché non siamo riusciti a convincerli. Io non mi sono mai spostato, è Berlusconi che è stato condannato». «Spesso tra i nostri c’è rassegnazione. Invece serve grinta, energia, la convinzione che le cose si possono realizzare». «Serve un po’ di tregua fiscale. È ovvio che i controlli ti beccano, nemmeno con tre lauree da Harvard si riesce a stare dietro ai cambiamenti normativi». «A questo Paese serve una rivoluzione radicale, non qualche manovra col cacciavite». «Sono per l’abolizione del Senato. Il ping pong tra Camera e Senato oggi è superato, bisognerebbe fare le cose più veloci. Risparmiare le indennità senatoriali non cambia il Paese, ma sarebbe un segnale positivo. Finché l’istituzione c’è, non credo che sia un errore indicare alla collettività delle figure eccellenti come quelle dei senatori a vita». «Sono tre anni che prendiamo in giro gli insegnanti. Gli facciamo fare il test, il concorso e poi, oibò, non c’è posto. Dobbiamo ricominciare a parlare di queste cose, come fanno in Francia e Germania. Se si smacchia il giaguaro non si risolve il problema dei posti negli asili nido». «Non ho mai chiesto tanti seggi quanti voti ho preso alle primarie. Adesso avrei il 40% dei seggi, ma non è così, non serve a niente. Le correnti che servono sono quelle delle idee». «In America si sa chi sono i proprietari dei giornali. In Italia hai la fondazione, che controlla la banca, che fa investimenti finanziari. Vanno rottamati anche questi signori». «Quando Bersani si è dimesso, a lui ho riconosciuto non solo l’onore delle armi ma anche il rispetto della persona». «Al congresso non voglio il voto dei renziani, che sembra una brutta parola, ma di tutti gli uomini e le donne che hanno a cuore il Pd». «Mi ha chiamato il sindaco di Siena chiedendomi delle nomine su Mps. Gli ho risposto: io che c’entro?». «Il primo che mi dice renziano gli consiglio un trattamento sanitario obbligatorio». «Abbiamo acclamato Prodi, poi in 101 l’hanno impallinato. Noi dobbiamo superare questa politica, è stato un discorso immorale». «La gente si è stufata della nostra inconcludenza, del fatto che non siamo mai stati coerenti. La scorsa legislatura abbiamo deluso sulla riforma della legge elettorale». «Abbiamo dato l’idea di un partito chiuso».
• Con la storia del cacciavite ha attaccato Letta.
Proprio così.
• Qualcuno gli ha risposto?
Bersani, parlando dal palco della Festa di Bologna. «Se Renzi deve smontare l’eccesso di correntismo e fare aree politiche che non siano fedeltà a una persona sono d’accordissimo. Ma dico anche con grande amicizia e serenità che non ho mai visto una corrente così organica come quella che potremmo chiamare renziana».
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