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 2013  settembre 02 Lunedì calendario

REALI E BANCHIERI, MISS MIDDLETON MAESTRA DI NOZZE

Noi la adoriamo la nostra mamma. Ma se lei ci vo­lesse altrettanto bene firmerebbe subito quello che c’è da firmare e ci darebbe in adozione alla signora Carol Middleton. La bionica, infallibi­le genitrice di Kate e Pippa, la programmatrice di figlie ideali da sistemare sopra la torta di una vita ideale. L’unica madre al mondo che ha visto realizzarsi il sogno più «perver­so» di qualsiasi ma­dre di femmine: far sposare la primoge­nita con un princi­pe buono (William Windsor) e l’altra con un banchiere fi­go (Nico Jackson). È di queste ore la noti­zia che presto an­che Pippa convole­rà a nozze (pare che il fidanzamento ver­rà annunciato il 6 settembre in occa­sione del trentesi­mo compleanno della ragazza) con Nico Jackson: trentacinquenne alto, biondo con occhi biondi e mascella «intraprendente», appassionato di ten­nis e milionario. Co­sì pare che la signo­ra Middleton, il 6 di settembre, asseste­rà il secondo «col­po» della sua vita: inarrivabile Carol.
Ex assistente di vo­lo, figlia di operai, imprenditri­ce scaltra e fantasiosa, mente in­defessa della «premiata ditta Middleton».
È a una come lei che nostra madre avrebbe dovuto ispirarsi o cederci quando ancora era­vamo in tempo. Ci avrebbe iscritte alla scuola giusta, spin­te verso le amicizie giuste, avrebbe nutrito le nostre chio­me tutte le sere prima di andare a dormire, ci avrebbe iscritte in palestra, avrebbe sbiancato in­verosimilmente i nostri sorrisi con defatiganti sedute odonto­iatriche, ci avrebbe spedite a Fi­renze a studiare storia dell’arte e poi a un numero imprecisato di master, e sugli spalti di Wim­bledon, e alle corse di cavalli ad Ascot, ci avrebbe suggerito di farci fotografare in splendida forma e in splendida compa­gnia per tutta la durata della rot­tura del nostro fidanzamento (con William), ci avrebbe infila­te in un abito-guaina di Alexan­der McQueen il giorno del ma­trimonio reale di nostra sorella per far sì che il mondo non aves­se gli occhi puntati su una sola di noi, ci avrebbe spiegato che si partorisce con dolore ma sor­ridendo, senza urlare e perden­do i chili della gravidanza una settimana dopo il lieto evento, ci avrebbe suggerito che per no­stro marito, nell’intimità, è me­glio scegliere un nomignolo adatto (qualcosa di gratificante per lui, tipo Big Willi) e forse ci avrebbe messe a nanna (non prima di essere apparse magni­fi­che alla più magnifica delle fe­ste) con nelle orecchie la regi­strazione di un corso di autosti­ma. E poi chissà quante altre ef­ficacissime cose che noi non possiamo nemmeno immagi­na­re perché non siamo uscite dalla pre­miata ditta Middle­ton e si vede. Scusa­ci mamma, ma guar­da qua.
Abbiamo un figlio e nessun marito, la­voriamo dieci ore al giorno, non trovia­mo di meglio che mortificare la no­stra chioma spri­macciata con un’odiosa pinza, l’ultima volta che siamo andate a Wim­bledon era per una presentazione di Sky, il nostro lato b non è mai pervenu­to (perché scusaci mamma, ma ci hai fatte anche «aculi­che), quindi non avremmo avuto co­mu­nque nulla da in­filare nell’abito da sirena bianco ma in compenso abbia­mo probabilmente speso per la rata del­l’Imu quanto Pippa ha speso per l’Alexander McQueen, o forse no, dài, noi meno; l’ultima festa alla quale siamo andate era quella di chiusura dell’asilo di nostro figlio, e con le pietre de­gli anelli dei fidanzamenti an­dat­i in fumo oggi potremmo co­struire un opus incertum in cam­pagna: che parte da casa e arri­va fino all’orto. Allora mamma, ammettilo: non sarebbe stato meglio cederci a Carol? Lo dicia­mo anche per te. A quest’ora sa­resti stata la suocera di un princi­pe, o di un banchiere, o comun­que di qualcuno.