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Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’altro giorno il presidente Napolitano, uscendo da un convegno sulla Costituzione che s’era tenuto all’università romana di Tor Vergata, ha esclamato: «Ah, qui ho respirato una bella aria. Alto livello culturale e civile, ccomunanza d’accenti. Fuori invece è una bolgia». Ha ragione: per avere conferma della bolgia, basta mettere in fila i fatti di ierin e dell’altro ieri.
• Quali fatti?
Primo fatto: il Consiglio di Stato del Lazio ha respinto il ricorso del Pdl e confermato che la lista del primo partito italiano non potrà correre a Roma per le regionali.
• Sembrerebbe piuttosto un fatto che ci farà uscire dalla bolgia.
Sì, se ponesse fine a tutta la vicenda. E invece no: benché il ricorso del centro-destra sia stato già bocciato dalla Corte d’Appello, poi dal Tar, poi dal Consiglio di Stato, Ignazio Abrignani, responsabile dell’ufficio elettorale del partito, ieri, dopo l’ennesimo “no”, ha pronunciato questa frase: «Stiamo valutando di ricorrere di nuovo al Tar». Capisco che in aprile vi saranno vari tentativi, da parte di questi e di quelli, di invalidare le elezioni. Non esiste nessuna strada per uscire dall’inferno, una volta che ci si è entrati.
• Lei parlava però come se gli avvenimenti in qualche modo satanici fossero parecchi.
Sì, c’è la faccenda di Trani, satanismo al massimo grado. Un giudice di Trani, intercettando elementi sospetti per un giro incongruo di carte di credito, becca telefonate da cui capisce o crede di capire che Minzolini, direttore del Tg1, rassicura Berlusconi raccontandogli di aver preparato speciali sui giudici politicizzati, mentre in un’altra telefonata il Cav preme su un membro dell’Authority per le Comunicazioni, che si chiama Innocenzi ed è stato un suo dipendente, cercando di ottenere che Annozero sia cancellato dal palinsesto. Non si sa come, i riassunti di queste intercettazioni finiscono al quotidiano Il Fatto, che li pubblica con grande scandalo. Secondo Il Fatto Berlusconi, Minzolini e Innocenzi sono indagati per concussione. I tre dicono di non aver ricevuto nessuna comunicazione di garanzia. Minzolini ieri fa un editoriale in cui sostiene: «Mi vogliono sordo e muto, ma non sarò mai un direttore dimezzato». Infatti c’è un principio di sommossa dentro la redazione del Tg1: una parte dei giornalisti è pronta a saltare addosso al direttore nel tentativo di farlo dimettere. I sindacati Rai hanno già detto che l’attuale direttore dovrebbe andarsene. Di Pietro vorrebbe prenderlo «a calci nel sedere». Bolgia! Minzolini ha buon gioco nel dire che lui ha il diritto di parlare con tutti e, naturalmente, ha il diritto, se vuole, di mandare in onda servizi sui giudici politicizzati. O si pensa che i giudici non siano politicizzati?
• Sì o no?
Come mai il giudice di Trani, che sta indagando su tutt’altro, appena sente la voce di Berlusconi non avverte Roma, sola competente a indagare, e non gli manda gli atti di quel principio d’inchiesta? Fa anche lui parte delle bande che in Italia, regno delle bolge, si stanno disputando con ogni mezzo il territorio? la legge della bolgia. Il pm di Trani ha certamente ottenuto il risultato di rafforzare il partito che vuole vietare le intercettazioni. Ma intanto: è giusto che il capo del governo prema su un membro dell’Authority per la Comunicazione (un organo di garanzia, il massimo dell’indipendenza teorica) per far cancellare Anno Zero? No, non è giusto. anche questo è un altro elemento della bolgia.
• Queste bolge alla fine sono tutte di centro-destra.
No, c’è anche una bolgia di centro-sinistra, eccome se c’è. Ieri Bersani, Di Pietro e gli altri hanno fatto la manifestazione a piazza del Popolo e hanno detto come al solito di essere duecentomila. Una bugia grossa come una casa perché in quella piazza non entrano più di trentamila persone. Ma questo è il linguaggio da bolgia. La manifestazione di piazza del Popolo era stata indetta per lo sdegno democratico suscitato dal ”decreto interpretativo” di Berlusconi, nel frattempo afflosciatosi completamente nei suoi effetti. La manifestazione s’è fatta lo stesso, però, con lo scopo, trovato all’ultimo, di ricreare un fronte antiberlusconiano, vale a dire di far rinascere l’Unione di Prodi. Come nelle bolge, che per Dante sono tappe di un percorso a spirale, si torna cioè al punto di prima. Berlusconi ha definito l’adunata grottesca, ma si prepara a farne una anche lui sabato prossimo. Bossi ha fatto una dichiarazione il cui significato capiremo fino in fondo solo dopo le elezioni: «Abbiamo fatto cose più grandi, ma non vedo perché definire la protesta grottesca». Starà prendendo le distanze dal Cavaliere? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/3/2010]
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