la Repubblica 14/3/2010, 14 marzo 2010
4 pezzetti - I MIEI RACCONTI VENUTI SU BEVENDO VALDEPEAS - Le storie di cui parli le ho scritte in un giorno, a Madrid, il 16 di maggio, mentre fuori dalla corrida di San Isidro nevicava
4 pezzetti - I MIEI RACCONTI VENUTI SU BEVENDO VALDEPEAS - Le storie di cui parli le ho scritte in un giorno, a Madrid, il 16 di maggio, mentre fuori dalla corrida di San Isidro nevicava. Prima ho scritto I sicari, che avevo provato a scrivere in precedenza senza riuscirci. Poi, dopo pranzo, sono andato nel letto per riscaldarmi e ho scritto Oggi è venerdì. Avevo bevuto così tanto alcol che pensavo sarei impazzito, e avevo sei altre storie da scrivere. Cosi mi vestii e andai da Fornos, il vecchio caffè dei toreros, bevvi del caffè e poi tornai a scrivere Dieci indiani. La cosa mi rese molto triste, cosi bevvi del brandy e andai a dormire. Avevo dimenticato di mangiare e uno dei camerieri mi portò in camera del bacalao, una bistecchina con le patate fritte e una bottiglia di Valdepeñas. La donna che gestiva la pensione era sempre preoccupata che non mangiassi abbastanza e mi aveva mandato il cameriere. Ho questo ricordo di me seduto a letto a mangiare, bevendo Valdepeñas. Il cameriere disse che mi avrebbe portato su un´altra bottiglia. Disse che la señora voleva sapere se avrei scritto per tutta la notte. Risposi di no, pensavo di smettere per un po´. Perché non prova a scriverne un altro, chiese il cameriere. Devo scriverne uno solo, dissi. Non ha senso, disse. Potrebbe scriverne sei. Ci proverò domani, dissi. Provi stanotte, disse lui. Perché pensa che la vecchia abbia mandato su cibo? Sono stanco, gli dissi. Non ha senso, disse (questa frase non aveva senso). Lei stanco dopo tre miseri racconti. Me ne traduca uno. Mi lasci in pace, dissi io. Come faccio a scrivere, se non mi lascia in pace. Cosi mi misi a sedere nel letto e bevvi il Valdepeñas e mi chiesi che razza di scrittore ero se mi veniva bene già il primo racconto. ERNEST HEMINGWAY MA NOI SIAMO SOLO TRAMITI DI STORIE CHE ESISTONO GI - Ognuno ha il suo modo. Dopotutto, gran parte della scrittura nasce lontano dalle macchine da scrivere, lontano dalle scrivanie. Direi che succede tutto negli attimi di calma, di silenzio, mentre cammini o ti radi o giochi a qualcosa, persino mentre parli con qualcuno che non ti suscita grande interesse. Lavori tutto il tempo, la tua mente lavora, a quel problema nel retro del tuo cervello. Così, quando ti metti alla macchina da scrivere è una mera questione di trascrizione. Che cos´è un artista? un uomo che ha le antenne, che sa come allacciarsi alle correnti dell´atmosfera, del cosmo; è semplicemente portato al fiuto, insomma. Chi è originale? Tutto ciò che facciamo, tutto ciò che pensiamo esiste già, e noi siamo solo intermediari, ecco tutto, che pescano quel che c´è nell´aria. Perché molto spesso le invenzioni, le grandi scoperte scientifiche vengono fatte contemporaneamente in parti diverse del mondo? Lo stesso vale per gli elementi che vanno a comporre una poesia o un grande romanzo o qualsiasi opera d´arte. Sono già nell´aria, non hanno ancora trovato qualcuno che dia loro voce, tutto là. Hanno bisogno dell´uomo, dell´interprete, per venire alla luce. HENRY MILLER LA DOPPIA VITA DEGLI ARTISTI CANNIBALI AFFAMATI DI REALT - A ll´inizio c´è qualcosa di molto nebuloso, uno stato d´allerta, di vigilanza, una curiosità. Qualcosa che avverto nella nebbia e nella vaghezza e che attira la mia attenzione, la curiosità, l´eccitazione, e poi si traduce in opera, appunti sparsi, il riassunto della trama. Poi quando ho l´abbozzo e comincio a mettere le cose in ordine, quel qualcosa di molto diffuso e nebuloso persiste. L´"illuminazione" arriva solo durante il lavoro. lavorando accanitamente che, da un momento all´altro, può scaturire quella... percezione superiore, quell´eccitazione che porta alla rivelazione, alla soluzione, e alla luce. Quando raggiungo il cuore di una storia, significa che ci ho lavorato per un po´ di tempo e poi, ecco, è successo qualcosa. La storia ha smesso di essere fredda, distaccata da me. Addirittura, è diventata così viva, così importante, che tutto quello che mi succede esiste solo in rapporto a ciò che sto scrivendo. Tutto quello che sento, vedo, leggo sembra aiutare, in un modo o nell´altro, il mio lavoro. Divento una specie di cannibale della realtà. Ma per raggiungere questo stato, devo passare attraverso la catarsi dell´opera. Ho una specie di doppia vita permanente. MARIO VARGAS LLOSA L´ISPIRAZIONE PERFETTA? "ESPIAZIONE", PAGINA DUE - L a gioia è nella sorpresa. Può essere piccola quanto un´accoppiata felice di nome e aggettivo. O quanto una nuova scena, o l´emergere improvviso di un personaggio non previsto che nasce da una frase, così. La critica letteraria, che è legata all´inseguimento del senso, non riesce a capacitarsi del fatto che certe cose sono sulla pagina semplicemente perché fanno godere lo scrittore. Uno scrittore in una mattinata favorevole, di grande scorrevolezza compositiva, sperimenta una gioia calma e intima. Questa gioia in seguito libera una densità di pensiero che può scatenare nuove sorprese. Lo scrittore agogna questi momenti, queste sessioni. Se posso citare la seconda pagina di Espiazione, questo è l´attimo di maggior successo dell´iniziativa. Nient´altro - presentazioni riuscite, successo di pubblico, buone recensioni - vi si avvicineranno per intensità. *** I testi che pubblichiamo sono tratti da The Paris Review - Il Libro pubblicato da Fandango Libri © 2003, The Paris Review. Per gentile concessione di The Wylie Agency Ltd All Rights Reserved 2010, Fandango Libri