Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Sia L’Espresso che Panorama hanno messo in copertina Prodi, Bassolino, Benedetto XVI e Mastella. L’espresso ha poi titolato: «L’Italia in tilt». E Panorama: «Lo sfascio».
• Non è un’esagerazione?
I settimanali si sono limitati a sommare i rifiuti di Napoli (Bassolino), l’Università di Roma che respinge il Papa, e la famiglia Mastella nei guai con la giustizia, lei agli arresti domiciliari, lui indagato per sette reati e dimissionario con un violento discorso in Parlamento contro la magistratura. I due direttori non sapevano ancora, quando hanno chiuso i giornali, che il governatore Cuffaro è stato condannato in primo grado a cinque anni per concorso esterno in associazione di stampo mafioso, che i pubblici ministeri di Napoli hanno chiesto il rinvio a giudizio di Berlusconi, imputato per la storia delle cinque attricette raccomandate a Saccà. Ci sono poi una serie di corollari a questi tilt o sfasci: i sindacati minacciano lo sciopero generale per il 15 febbraio; mercoledì al Senato si vota la sfiducia al ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio; quelli dell’Udeur vogliono che il governo faccia suo il discorso contro i giudici di Mastella, che ieri ha chiesto addirittura l’intervento del presidente della Repubblica, immagino nella sua veste di capo del Consiglio superiore della magistratura. Sono impressionato perfino dalla decisione di Marinella, il grande fabbricante napoletano di cravatte, celebre in tutto il mondo, che ha annunciato la chiusura del negozio a tempo indeterminato, fino a che Napoli non sarà tornata pulita. In tutto questo, non abbiamo tempo di far caso alle due notizie più gravi, quella dei due lavoratori di Porto Marghera morti, altre vittime del lavoro dopo i sette della Thyssen. E quella secondo la quale troppe famiglie italiane, con 1900 euro di reddito, non arrivano alla fine del mese.
• Che fare?
Mah. Si spera molto nel referendum, a cui la Corte costituzionale ha dato il via libera. La speranza si basa su quest il referendum farebbe vincere un partito solo, che avrebbe la responsabilità generale del Paese. Quindi - si pensa - questo partito avrebbe poi la forza per decidere e cambiare le cose e non potrebbe accampare la scusa degli alleati che si mettono di traverso. Questa è la ragione per cui il referendum, in giro, piace.
• Vincerebbe Berlusconi.
In questo momento pare di sì. Ma non è detto. Veltroni ieri ha annunciato che, qualunque sia la prossima legge elettorale, il Partito democratico andrà al voto da solo e ha invitato Berlusconi a impegnarsi allo stesso modo. Quindi, un primo risultato parrebbe raggiunt ammucchiate come quella che ha fatto il centro-sinistra nel 2006 non ci saranno più perché s’è visto che in definitiva non portano da nessuna parte.
• Può Prodi restare in piedi in questa situazione?
In questo momento è soprattutto Berlusconi che vorrebbe tenerlo su, e andare poi al referendum. Il Cavaliere pensa che con questo presidente del Consiglio il centro-sinistra non si riprenderà mai. A sua volta, Veltroni si sta forse convincendo che la convivenza con questo governo è molto costosa. Però non vuole di sicuro assumersi la responsabilità di farlo cadere. In questo senso, la faccenda di Mastella potrebbe tornargli molto comoda.
• In che senso?
Prodi potrebbe andar giù senza colpa di nessuno. Votare la mozione che chiede l’Udeur (contro la magistratura) è francamente impossibile. Se Pecoraro Scanio viene sfiduciato e l’Udeur esce dalla maggioranza, Prodi dovrà salire al Quirinale per forza. Però l’altro giorno in Senato il governo poteva andar sotto e s’è salvato solo perché 17 parlamentari, quasi tutti di Forza Italia, hanno disertato la votazione. Strano, no? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/1/2008]
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