Io Donna 19 gennaio 2008, Milena Gabanelli, 19 gennaio 2008
L’esercito
L’esercito degli invisibili. Io Donna 19 gennaio 2008. Il ministero della Solidarietà sociale stima che in Italia mezzo milione di clandestini lavorino in nero. Sono principalmente impiegati nell’edilizia e in agricoltura. Vengono scelti di volta in volta da caporali che si trattengono in media 300 euro al mese dai loro compensi: 3 o 4 euro l’ora per dieci ore al giorno, se non si ammalano o peggio. E su questo non ci sono dati, solo stime, perché spesso gli immigrati senza permesso di soggiorno che muoiono sul lavoro sono invisibili. Si parla di una media di 600 persone l’anno che perdono la vita senza che nessuno se ne accorga. Sono molte le imprese che utilizzano personale straniero non in regola: su 10 aziende controllate dai vari ispettorati del lavoro, almeno 6 si avvalgono di manodopera clandestina. In questo modo fanno concorrenza sleale alle aziende oneste e sottraggono enormi risorse al fisco. L’articolo 18 della legge Turco-Napolitano, riconfermato dalla Bossi-Fini, prevede che le donne costrette a prostituirsi possano ottenere automaticamente il permesso di soggiorno denunciando il loro aguzzino, ma la norma non vale per tutti quelli che lavorano senza alcuna tutela nei cantieri, spesso appaltati e subappaltati proprio dallo Stato per le sue grandi opere. La decisione di dare il permesso di soggiorno a chi denuncia il caporale è di competenza dei giudici ordinari e, dati i tempi della giustizia, il clandestino resta senza lavoro e senza permesso per anni, con il rischio di essere alla fine rimpatriato comunque. Persino i sindacati confessano di sconsigliare questa soluzione quando si trovano davanti a un immigrato che vorrebbe farla finita col lavoro nero. Qualche mese fa, però, il sindaco di Bologna Cofferati ha consegnato il permesso di soggiorno a 12 moldavi che hanno denunciato il datore di lavoro per sfruttamento di manodopera clandestina. C’è voluto un anno e mezzo, ma per la prima volta è passato il principio (e il fatto costituisce un precedente) in base al quale, quando si verificano situazioni di sfruttamento, può essere applicato l’articolo 18. Ed è auspicabile che questo principio diventi norma, visto che, in quanto alla diffusione di questa piaga, l’Italia è al primo posto in Europa. Inoltre, in base all’equazione lavoro nero = non rispetto delle norme di sicurezza, nel 2007 i morti sul lavoro hanno raggiunto la media di 4 al giorno. Siamo primi anche in questo. Milena Gabanelli