Varie, 19 gennaio 2008
Antonio Bove, 37 anni, e sua figlia Erika, 8 anni. Bove, originario della Puglia, trapiantato nel modenese, operaio alla Ferrari, sindacalista della Fiom, disperato perché la moglie Antonella Ferrone di anni 36 anni gli aveva detto che non l’amava più e si voleva separare, una mattina attese che la consorte fosse uscita per andare a lavorare, bloccò la porta di casa dall’interno, infilò un coltello da cucina più volte nel corpo della figlioletta e infine si conficcò la stessa lama nella pancia
Antonio Bove, 37 anni, e sua figlia Erika, 8 anni. Bove, originario della Puglia, trapiantato nel modenese, operaio alla Ferrari, sindacalista della Fiom, disperato perché la moglie Antonella Ferrone di anni 36 anni gli aveva detto che non l’amava più e si voleva separare, una mattina attese che la consorte fosse uscita per andare a lavorare, bloccò la porta di casa dall’interno, infilò un coltello da cucina più volte nel corpo della figlioletta e infine si conficcò la stessa lama nella pancia. La Ferrone, rientrando in casa nel pomeriggio e non riuscendo ad aprire la porta, chiese aiuto ai vigili del fuoco e quando vide marito e figlia in terra in una pozza di sangue lanciò un grido e subito dopo svenne. Mattinata di giovedì 17 gennaio in una palazzina nuova in via Quattro Passi alla periferia sud di Formigine, paese a una decina di chilometri da Modena.