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 2008  gennaio 19 Sabato calendario

BELPOLITI

BELPOLITI E LA LETTERATURA LENTA E SILENZIOSA. Corriere della sera 19 gennaio 2008. Fa discutere il saggio di Arturo Mazzarella sulla letteratura dopo la rivoluzione digitale ( La grande rete della scrittura, Bollati Boringhieri, di cui mercoledì ha scritto Paolo Di Stefano sul Corriere), secondo il quale una serie di scrittori – Fortini e Magris tra gli altri – continuano a coltivare un’idea della scrittura letteraria, germinata dalla lettura di altri libri, come un viatico della conoscenza. Mentre altri indicano una via diversa in cui letteratura e comunicazione si toccano nella descrizione del caos non come disordine, ma come velocità di scorrimento del reale. Discorso complicato, la cui sostanza è questa: è in atto un mutamento che non si può arrestare, perché il trasformarsi della comunicazione emarginerà la letteratura che preferisce restare chiusa in sé. La Stampa – con servizi di Belpoliti e Baudino – in una rassegna svelta ricorda che Tondelli (maestro di almeno due generazioni di scrittori) dichiarò di «sentirsi più debitore verso la musica rock che verso i libri». Poi mette in campo la provocazione forte di Pietro Grossi, che confessa di dovere al «libro-game la propria passione per la letteratura, perché leggere libri è sempre stata una fatica». A spremerne il sugo nei nuovi scrittori c’è una tendenza in cui la cultura popolare, fatta di canzoni pop e blog, diventa una sorta di enciclopedia di riferimento. Stando ai fatti ci capita oggi di leggere scritti rumorosi di giovani emergenti, che eliminano il silenzio e la lentezza della vecchia letteratura. Confesso: mi sento irrimediabilmente passatista e reazionario. Credo che silenzio e lentezza con cui si scrivono (e leggono) i libri siano beni da salvare, per una sorta di ecologia dell’anima: perché nell’allontanamento dal rumore e dalla velocità ci è rimasta l’unica possibilità di crescere e pensare. Giorgio De Rienzo