varie, 19 gennaio 2008
CAMILLERI
CAMILLERI Carlo Benevento 15 febbraio 1949. Ingegnere. Segretario dell’Autorità di Bacino per il Fiume Sele. Improvvisamente famoso da quando (16 gennaio 2008) la consuocera Alessandrina Lonardo Mastella finì agli arresti domiciliari (lui si salvò perché ricoverato in ospedale): secondo l’accusa sarebbe l’organizzatore di una rete di illeciti (contro di lui 18 capi di imputazione) • «Se davvero a ispirare la ”congerie di illeciti” di cui parlano i magistrati di Santa Maria Capua Vetere a proposito delle attività dell’Udeur in Campania era Clemente Mastella, a ”operare sul campo” era soprattutto l’ingegner Carlo Camilleri [...] Secondo i magistrati Camilleri è la figura chiave del sistema di potere messo in piedi in Campania dall’ex Guardasigilli. E se nella conversazione in cui Sandra Lonardo lo invita a tenersi alla larga dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Caserta Luigi Annunziata, il tono della signora può sembrare perentorio, in molti altri passaggi contenuti nelle carte dell’inchiesta emerge la figura potentissima del consuocero dei coniugi di Ceppaloni. Camilleri che organizza il metodo per pilotare i concorsi in enti locali della Campania attraverso l’affidamento della preselezione dei candidati a una società vicina all’Udeur. Camilleri che riesce a far aggiudicare alla Vams Ingegneria srl, di cui è socio, un appalto di un milione e duecentomila euro per un intervento nella Piana del Sele. Ed è ancora Camilleri, secondo quanto scrive il gip, in qualità di componente della commissione che deve assegnare gli incarichi all’Autorità di Bacino Sinistra Sele, a falsificare i verbali e a piazzare sedici candidati, tra ingegneri, architetti, geologi e geometri, in un concorso che prevedeva trenta incarichi. E pur essendo un ingegnere, non era solo di appalti che si occupava. Centrale viene descritto, per esempio, il suo ruolo nell’imporre un esponente dell’Udeur come assessore ai lavori pubblici al Comune di Cerreto Sannita, facendo capire al sindaco che se non avesse obbedito avrebbe perso un importante finanziamento richiesto per realizzare il Piano di insediamento produttivo. [...]» (Fulvio Bufi, ”Corriere della Sera” 18/1/2008) • «Più che un problema di soldi fu una questione di principio. Anzi, fu solo questione di principio. Il principio che le cose si possono aggiustare, pilotare, rigirare secondo il proprio comodo. Che cosa potevano mai essere 137 euro di multa per l’ingegner Carlo Camilleri, beneventano classe 1949, notabile dell’Udeur, segretario generale dell’Autorità di bacino sinistra Sele e titolare della General Engineering, uno studio con tre segretarie e dieci collaboratori, e con una attività quasi tutta nell’ambito degli appalti pubblici? Centotrentasette euro di multa che poi diventeranno 380, perché funziona così quando non si paga e non si fa ricorso. E lui non pagò e non fece ricorso. Ma poi si fece annullare la contravvenzione. E combinò il peggiore dei guai. L’inchiesta che ha fatto dimettere il ministro della Giustizia e arrestare sua moglie, l’inchiesta sul sistema Mastella, comincia da lì, da quella multa non pagata e dall’ingegner Carlo Camilleri, che di Clemente e Sandra Mastella è consuocero, perché sua figlia Alessia ha sposato Pellegrino, il primogenito della dinastia di Ceppaloni. E se non pagò, lo fece perché era convinto di poterselo permettere. Il sindaco del Comune in cui era passato davanti a un autovelox senza badare al contachilometri della sua Mini era uno dell’Udeur. Si chiama Domenico Bove, qualche mese fa è stato arrestato. Ma per altre cose, non per la multa di Camilleri. il 17 aprile del 2003, quando ad Alvignano, paese della provincia di Caserta, un autovelox registra il passaggio di un’auto che corre troppo. l’auto di Camilleri. Il verbale viene consegnato il 4 giugno ma nessuno paga. Dopo due anni un’altra notifica, con l’importo della contravvenzione più che raddoppiato. E pure stavolta nessun pagamento. Niente fino al 31 ottobre del 2005. A quell’epoca Bove è già sotto indagine, e il suo telefono è intercettato. Alle 11 e 57 lo chiama un ingegnere napoletano suo amico, Cosimo Catapano, che è anche amico di Camilleri. Gli spiega la questione e chiude dicendo. ”Ti faccio chiamare, vedi quello che puoi fare”. E Camilleri chiama subito, alle 12 e 10. Adesso ha fretta. Spiega la cosa a Bove e in serata ritelefona e prende appuntamento. Per contestare una contravvenzione bisognerebbe fare ricorso al prefetto o al giudice di pace, ma Camilleri scrive solo una lettera a Bove in cui sostiene di non dover pagare perché non gli è stato notificato nessun verbale nei tempi stabiliti, e il sindaco dà incarico a un vigile urbano, Giuseppe Treviso, di annullare la multa. Da questo momento Camilleri della faccenda probabilmente se ne dimentica. Per lui la questione era una formalità ormai risolta. Ma le sue telefonate con Bove hanno incuriosito i carabinieri. Cominciano a intercettare anche lui. E ventisei mesi dopo l’Udeur diventa un partito di inquisiti» (Fulvio Bufi, ”Corriere della Sera” 19/1/2008).