Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La crisi internazionale, che ha depresso la domanda, e, in Texas, un andamento meno catastrofico del previsto del tornado Edouard hanno spinto verso il basso il prezzo del petrolio. Il prezzo della benzina, almeno in Italia, è invece sceso molto meno. Ci sono proteste e annunci di class action da parte delle associazioni dei consumatori.
• A quanto stavamo ieri?
Il petrolio a New York è calato ancora a 117,5. Rispetto a martedì scorso è andato giù dell’1,4%. A Londra il brent è arrivato addirittura a 115,66. Intendiamoci, il primo gennaio il barile costava 100 dollari, dunque l’aumento resta consistente. Ma lo scorso 11 luglio il prezzo aveva sfiorato i 150 dollari. Allo stesso modo s’è sgonfiata anche la speculazione: i futures – cioè quei contratti per cui si paga un minimo e si scommette sul prezzo a una certa data – non piacciono più come prima e se ne sono comprati per un 2,1% in meno. Il Wall Street Journal ha scritto che gli speculatori hanno cambiato idea e hanno abbandonato le “posizioni lunghe”, modo di dire che in sintesi significa: non comprano più. Le ricordo che in Borsa chi vuol comprare spinge, per questo solo fatto, i prezzi verso l’alto e chi vuol vendere verso il basso.
• E la benzina?
Ieri la situazione della verde era questa, le faccio la classifica dal meno caro al più caro: Q8 1,477; Agip e Esso 1,481; Erg, Shell e Tamoil 1,482; Total 1,484; Api e IP 1,489. Situazione del diesel: Agip 1,464; Q8 1,474; Tamoil 1,477; Esso 1,479; Shell 1,480; Erg e Total 1,482; Api e IP 1,484. Non mi chieda che cosa fa spostare il prezzo da un distributore all’altro anche di dodici millesimi perché le risponderei che non lo so. Il punto di fondo è questo: «Dal 2 gennaio di quest’anno (con il barile a 100 dollari, valore minimo del 2008), all’11 luglio scorso (con il barile a 147,27 dollari, picco massimo) l’incremento del prezzo del petrolio è stato del 36,6%. Sempre in questi ultimi sette mesi benzina e gasolio, invece, sono aumentati rispettivamente dell’11,9 e del 18,5%. Incrementi di tutto rispetto che non hanno avuto un eguale andamento quando è cominciato a scendere il prezzo. Infatti dallo scorso 11 luglio il prezzo del barile s’è ridotto del 18,2%, Benzina e gasolio, invece, in queste ultime settimane sono scese rispettivamente del 4,1 e del 4,2%». Sono parole della Cgia, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, che ha un formidabile centro studi. Le Associazioni dei consumatori, tutte sul piede di guerra (come al solito, anche se non si sa mai queste guerre a che cosa conducono), dicono che benzina e gasolio dovrebbero stare su un euro e 40, e possibilmente anche sotto. Il ministro Scajola (Sviluppo economico) ha rilasciato una dichiarazione ieri che va nella stessa direzione: «Allo stato attuale del prezzo del petrolio esistono i margini per un’ulteriore riduzione, compresa tra 0,8 e 1,8 centesimi al litro del prezzo al consumo del carburante».
• Il governo può far qualcosa?
No, perché non si tratta di un prezzo amministrato. Oltre tutto, come sappiamo, lo Stato ha caricato la benzina di balzelli, alcuni dei quali in percentuale, e perciò guadagna dall’aumento dei prezzi.
• Tremonti non aveva fatto qualcosa contro i petrolieri?
La Robin Tax, che li tassa loro per i guadagni straordinati ottenuti dalla corsa al rialzo del greggio. Senonché c’è il rischio adesso che le compagnie petrolifere scarichino questa Robin Tax sui consumatori, annullando l’effetto sociale perseguito dal ministro. La Tamoil ha disdetto con le sue 2200 stazioni di servizio un accordo in base al quale i distributori si impegnavano a non superare mai un certo tetto di prezzo. Adesso invece ciascun distributore di quella marca sarà libero di fare il prezzo che vuole. Questo significa che la Tamoil, costretta a pagare una tassa supplementare, potrebbe rifarsi sulle pompe fidando sul fatto che queste, senza più limiti di prezzo, potrebbero a loro volta rifarsi sulla clientela. E se le altre marche prendessero la stessa iniziativa?
• Scusi, la concorrenza non potrebbe frenare i danni?
Ma francamente la concorrenza, in questo campo, è abbastanza relativa. Bisognerebbe che prima di uscire di casa ciascuno di noi consultassero su internet i prezzi praticati ai vari distributori. certo che una minoranza già si comporta così. Ma la maggioranza dei cittadini vive distratta e ingrassa infatti i furbi d’occasione. Fa benzina quando capita, dove capita e magari pensando fra sé e sé: «Tanto è lo stesso». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/8/2008]
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