La Stampa 7 agosto 2008, Giacomo Galeazzi, 7 agosto 2008
Barragàn, un cardinale nella "clinica di Dio". La Stampa 7 agosto 2008 A Roma il re della sanità abita la terza loggia del Palazzo Apostolico
Barragàn, un cardinale nella "clinica di Dio". La Stampa 7 agosto 2008 A Roma il re della sanità abita la terza loggia del Palazzo Apostolico. Tre dei colossi sanitari della capitale (Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Policlinico Gemelli, Campus Bio Medico dell’Opus Dei) sono legati a filo doppio al Vaticano. Sei mesi fa il vescovo di Roma, nell’udienza agli amministratori locali di comune, provincia e regione, è sceso personalmente in campo per ribadire la «sollecitudine della Chiesa verso gli ammalati» e denunciare i tagli alla sanità cattolica. «Sappiamo bene quanto siano gravi le difficoltà che deve affrontare nell’ambito della sanità la Regione Lazio, ma dobbiamo ugualmente constatare come sia non di rado drammatica la situazione delle strutture sanitarie cattoliche, anche assai prestigiose e di riconosciuta eccellenza nazionale», ha protestato il Pontefice. In Finanziaria è appena passata una norma che impone tetti di spesa anche agli ospedali cattolici, finora considerati «non profit» e quindi esenti. «Servono ingenti risorse economiche per adeguare le strutture al continuo progresso della scienza - spiega il cardinale Javier Lozano Barragán, ministro vaticano della Sanità -.Gli ospedali cattolici sono tenuti all’obbligo della carità e quindi non possono far gravare sul paziente i costi di prestazioni sanitarie di qualità. Noi dobbiamo conciliare una sana gestione economica con il nostro rifiuto di una sanità per censo che riserva le cure migliori a chi può pagarsele». In effetti, i numeri non lasciano dubbi sulla centralità dei «Pope-hospitals» nella geografia romana dei camici bianchi. Da un ambulatorio con quattro letti a metà Ottocento, il «Bambino Gesù», direttamente di proprietà della Santa Sede (al pari dell’ ospedale «Casa Sollievo della Sofferenza» fondato da Padre Pio a San Giovanni Rotondo), è diventato il più grande policlinico pediatrico dell’Italia centro-meridionale e tra i più moderni ed attrezzati d’Europa. Alle pendici del Gianicolo, non si è ancora placata la bufera che ha portato alle dimissioni del presidente del «Bambin Gesù», Giuseppe Profiti, finito agli arresti domiciliari nell’inchiesta sugli appalti per le mense a Genova dove amministrava il «Galliera», di cui è proprietaria la Curia del capoluogo ligure, su incarico del cardinale Tarcisio Bertone, già arcivescovo di Genova e attuale numero due della Santa Sede. Intanto, il nosocomio vaticano veleggia ormai verso il milione di prestazioni mediche, i 120mila casi di «Day hospital», le 90mila visite ambulatoriali e i 70mila ricoveri all’anno. Numeri da gigante anche per il Policlinico Gemelli, controllato dal Vaticano e uno dei migliori ospedali d’Italia secondo i rapporti della comunità scientifica internazionale, che però grava sul bilancio sanitario della Regione Lazio per ben 556 milioni di euro, in pratica la metà del deficit sanitario complessivo da un miliardo di euro della giunta Marrazzo. Un peso tale da far ipotizzare ai tecnici regionali una sostanziosa riduzione dei trasferimenti pubblici per il 2009, nell’ordine dei cento milioni di euro. Fu Pio XII a mettere in moto la fase esecutiva del progetto di padre Agostino Gemelli, concluso poi da Giovani XXII, e oggi inserito nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) come centro di «alta specializzazione» con 2.100 posti-letto, incluso l’appartamento dove viene curato il Pontefice. L’ultima acquisizione nel «bouquet» ecclesiale è il policlinico universitario Campus Bio-Medico, creato dall’Opus Dei, convenzionato con il Ssn e strutturato in ambulatori, «Day Hospital» chirurgico, reparti di degenza, centro per la salute dell’anziano e unità di radioterapia. Due settimane fa la Regione Lazio ha approvato il finanziamento 2008 ai policlinici non statali Gemelli e Campus Biomedico. Al primo andranno 550 milioni di euro. Al secondo 71. Il Papa, puntualizza ancora Barragán «è preoccupato del bene comune e ha ben presente l’esigenza di coniugare l’etica cristiana e il progresso medico». La Chiesa, rivendica il cardinale, «assisteva gli infermi prima ancora che lo facessero i governi e prosegue oggi la missione di soccorrere i più bisognosi». Un impegno storico che, però, «deve poggiare su solidi bilanci per poter attuare un’evangelizzazione della medicina che prenda esempio dalle nostre strutture». E per impedire «storture inammissibili», quindi. «Talvolta accade ciò che può accedere e in certi ospedali che portano il nome di un santo si fanno gli aborti o altre pratiche contrarie alla dottrina cattolica - ammette il cardinale -.A indicare la strada giusta a tutte le strutture devono essere proprio gli ospedali che sono direttamente della Santa Sede, come il ”Bambin Gesù” e San Giovanni Rotondo e gli altri che appartengono a ordini religiosi o entità ecclesiali distinte». E’ «sulla scorta della loro pratica quotidiana» che il Vaticano interviene per «correggere ciò che non va negli altri nosocomi e richiamare l’attenzione dei dirigenti sanitari sugli abusi e le violazioni». Giacomo Galeazzi