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 2008  agosto 07 Giovedì calendario

Se non desidero, muoio. Abitare agosto 2008 Lea Vergine L’occasione del nostro incontro è la pubblicazione del tuo libro Horror pieni / La (in)civiltà del rumore*

Se non desidero, muoio. Abitare agosto 2008 Lea Vergine L’occasione del nostro incontro è la pubblicazione del tuo libro Horror pieni / La (in)civiltà del rumore*. Qui raccogli una serie di testi che raramente parlano dell’arte visiva di oggi. Perché nei tuoi libri tendi a preferire questioni fìlosonche, sodologiche o antropologiche all’arte contemporanea? Gillo Dorrles Perché la critica di per se la considero una forma letteraria minore. Trovo molto più interessanti gli scritti di letteratura e poesia. Inoltre, l’arte contemporanea non ha bisogno di discorsi critici complicati: o la si sente o no. LV Ti lamenti spesso del fatto che si accenni alla tua età... pensa però che ne Gombrich ne Panofsky, nessuno direi, ha vissuto un novantennio come il tuo: intenso, ricco di impegni, affollato di riedizioni. Ti rende giulivo, almeno? GD Senz’altro. che voglio dimenticare la mia età per evitare di essere considerato interessante solo perché vecchio. Purtroppo ho notato più di una volta che il pubblico, conoscendo l’età, si interessa a me; voglio che si interessino a me per le mie attività e magari anche per il mio fisico non del tutto senescente... LV Sai che ti ho sempre rimproverato l’autocensura quando scrivi, e mi chiedo se riuscirai a guadagnare, un giorno, la caduta di questa autocensura. Perché continua a esserci, ancora oggi, uno iato tra quello che dia (spesso perfetto, sarcastico, e anche crudele ma di una crudeltà ben detta) e l’accomodamento che poi fai per iscritto. GD Sai, negli scritti bisogna tener conto dell’orribile autocensura esistente nella stampa contemporanea. Abbiamo una stampa che non è libera; se io scrivessi quello che penso i giornali non lo pubblicherebbero più. Non c’è il minimo dubbia LV Non trovi che tra i nostri architetti più noti d siano personalità che avrebbero dovuto preferire altre discipline? Vale a dire: Aldo Rossi come attore e scrittore, Sottsass meraviglioso fotografo e reporter, Gregotti storico. Raggi inventore di riviste, Mendini squisito germanista... Pensi che sia un’idea peregrina? GD Effettivamente molti non hanno seguito il vero indirizzo che spettava loro e si sono trovati ad aver fatto una professione che non corrispondeva al loro temperamento. Del resto, io stesso ho studiato medicina e psichiatria e poi non le ho praticate. Ma non ho abdicato del tutto a questa mia preparazione. Quindi, trovo che godere di una preparazione diversa da quella che è la propria professione sia, direi, positivo. Si diventa persone policeniriche, con più aperture di chi non ce l’ha. LV Riflettendo sull’immediato, per quello che concemc il design, mi veniva in mente, sfogliando proprio un numero di Abitare chiederti: da Castiglioni a Novembre, da Zanuso a Urquiola... l’avresti previsto? Questa sorta di decadenza che a me sembra tipica dell’oggettistica dei designer come la spieghi? GD Non mi pare che sia una decadenza maggiore di quella della pittura... LV Ah, non sono d’accordo. Anche nella pittura contemporanea ci sono personalità mica male... GD Direi che siamo in un momento dove la commistione dei vari mezzi, la moltiplicazione delle possibilità tecnologiche ed elettroniche hanno scompaginato quelle che erano le identità artistiche, e tutte le arti ne sono state contagiate. Pensa, il declino della musica elettronica oppure pensa alla computer-art... quindi anche il design non ha più la freschezza e l’assolutezza che aveva quando si è liberato delTartigianato. L’epoca d’oro del design c’è stata quando dall’oggetto artigianale si è passati a quello fatto in serie. Poi l’inizio della decadenza. LV Stiamo parlando di un trentennio che principia col dopoguerra? GD Senz’altro. Oggi siamo in un periodo dove le poltrone con i rilievi floreali della Urquiola forno torcere il naso come lo facevano le decorazioni sopra le architetture del primo razionalismo. Dobbiamo attendere che si plachi questa ondata ornamentale per ritornare ad avere un periodo positivo del design. LV Dopo L’intervallo perduto, che è piaciuto moltissimo, sei ritornato più volte sull’argomento della pausa. Anche in quest’ultimo libro. GD Scrivendo L’intervallo perduto, che considero uno dei miei libri più riusciti, e scrivendo alcuni capitoli degli ultimi, mi sono reso conto sempre di più di quanto sia importante il tema della pausa. Mi pare che la nostra vita manchi di pause in tutti i sensi, intendo la vita di ogni giorno. Che molta gente non faccia la "pennichella" per esempio, per conto mio è un abominio. L’essere umano ha più bisogno di riposo che di lavoro. LV Nel capitolo che dedichi alla facoltà del desiderio, dici, in breve: se non desidero, muoio. GD Certo. Il desiderare mi pare molto più importante di quanto non si dica di solito. Molte persone arrivate appena ai dnquant’anni già non desiderano più avventure sentimentali; è inconcepibile. H giorno che io non avessi più questo desiderio, non esisterei in alcun modo. Desiderare, per esempio, un cibo un po’ speciale, che non si è ancora provato, è una delle attrazioni più intense. Mi domando come esista della gente, e ce ne è moltissima, che vive una vita-riepilogo di quello che ha fatto, rinunciando a possibilità che non ha ancora sperimentato. LV Altro capitolo interessante quello sul pianoforte. Come tutti sanno, ormai, tu suoni. Non Schumann, Schubert, Chopin, ma tue composizioni. Ti metti al piano con disciplina e programma o segui l’estro della giornata? Cosa succede tra te e lo strumento musicale? GD Per me suonare è sempre stato come disegnare o dipingere. Un’invenzione. Buono o cattivo o mediocre che sia il prodotto... Secondo me alle volte ottimo, alle volte no... Credo che sia una delle poche attività in cui l’uomo riesce a creare qualcosa, si, vale per suonare e vale per dipingere... LV Si legge con curiosità il testo Frammenti di vita chiamati cose. Dici: "siamo circondati dalle cose"... GD Queste cose non sono ne maschili ne femminili... l’ambiente è creato dalle cose che ci circondano, senza le quali non potremmo vivere. Ecco perché è cosi difficile la vita in un albergo. LV Trovi sgradevole la vita d’albergo? GD No se riusciamo a cosificare l’ambiente. Ci sono alberghi dove immediatamente ci si appropria dei mobili o degli oggetti che ci stanno intorno, altri dove non è possibile farlo. Recentemente sono stato in un albergo razionalissimo, a Barcellona. Mi era impossibile ossificare l’ambiente. Non riuscivo neanche a trovare gli interruttori per la luce... LV Beh quella è una tua specialità... Ma dimmi del tuo primo libro, il Bosch. L’avrò letto nel ’56 • ’57 ma tu l’avevi scritto anni prima... Come mai hai debuttato con Bosch e poi, con Durer? GD stato un caso. Un redattore di Mondadori mi chiese se volevo scrivere un paio di volumetti per la collana "Verde", allora molto importante. Siccome ero alle prime armi, pensai che fosse opportuno approfittare dell’occasione. Quando poi cominciai a sfogliare il materiale reperibile su Bosch, la cosa mi entusiasmò davvero. Recentemente, mi sono trovato a parlare con una specialista in alchimia... LV Vuoi che tocchiamo anche il tuo lato oscuro? GD Eh già. in alcuni quadri di Bosch sono riuscito a individuare immagini corrispondenti a tutta una serie di tarocchi. Ne ero molto fiero. stata una delle mie scoperte più interessanti. Insieme ai canti cilentani, sono le due scoperte che ho fatto in campo artistico. I canti cilentani sono quelli che ho scoperto andando in vacanza nella penisola del Cilento. Ne ho parlato nel mio libro Le oscillazioni del gusto. Sono canti modali che ripetevano gli antichi modi greci. In seguito alla mia segnalazione sono stati studiati da Santino Scarpa, noto musicologo e cantante che è andato in loco. Ha ascoltato i canti dei locali, li ha registrati e documentati e li ha sottoposti al parere di un altro musicologo che ha detto: "Certo sono il modo lidio, il modo frigio..." e li ha pubblicati. Sono fiero di questa mia scoperta perché migliala di persone sono andate a fare il bagno a Capo Palinuro senza accorgersi che, all’interno della zona, questi cori erano ancora cantati. Per dire che l’Italia è ancora ricca di fenomeni che non sono stati scoperti... Lea Vergine / Gillo Dorfles Fine.