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 2008  gennaio 23 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Franco Marini
Il Presidente della Camera è Fausto Bertinotti
Il Presidente del Consiglio è Romano Prodi
Il Vicepresidente del Consiglio è Massimo D’Alema
Il Vicepresidente del Consiglio è Francesco Rutelli
Il Ministro degli Interni è Giuliano Amato
Il Ministro degli Esteri è Massimo D’Alema
Il Ministro della Giustizia è Luigi Scotti
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Tommaso Padoa-Schioppa
Il Ministro della Difesa è Arturo Parisi
Il Ministro della Pubblica Istruzione è Giuseppe Fioroni
Il Ministro delle Infrastrutture è Antonio Di Pietro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Pier Luigi Bersani
Il Ministro delle Politiche agricole è Paolo De Castro
Il Ministro della Salute è Livia Turco
Il Ministro delle Comunicazioni è Paolo Gentiloni
Il Ministro del Commercio estero è Emma Bonino
Il Ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi
Il Ministro del Lavoro e Previdenza sociale è Cesare Damiano
Il Ministro della Solidarietà sociale è Paolo Ferrero
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Francesco Rutelli
Il Ministro dell’ Ambiente è Alfonso Pecoraro Scanio
Il Ministro di Università e ricerca scientifica è Fabio Mussi
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Linda Lanzillotta (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Giulio Santagata (senza portafoglio)
Il Ministro dei Diritti e Pari Opportunità è Barbara Pollastrini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche comunitarie è Emma Bonino (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive è Giovanna Melandri (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche per la famiglia è Rosy Bindi (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme e innovazione nella Pubblica Amministrazione è Luigi Nicolais (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme istituzionali e Rapporti con il Parlamento è Vannino Chiti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Viktor Zubkov
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Prodi, ottenuta la fiducia alla Camera, è salito al Quirinale e si è dimesso.

• Non doveva presentarsi oggi al Senato? Che cosa ha determinato questo cambiamento?
Napolitano lo ha convocato ieri mattina. I due hanno parlato una mezz’ora. Il Capo dello Stato deve essere stato piuttosto pressante: gli ha ribadito che la prova di forza al Senato, indipendentemente dal risultato, avrebbe solo esasperato la situazione e reso ancora più difficile la fase successiva. Lo ha quindi invitato a prendere in considerazione l’ipotesi di incassare la fiducia alla Camera, che è comunque un risultato, e di dimettersi subito dopo, senza presentarsi oggi al Senato. Prodi, anche se ha comunicato ufficialmente la sua decisione solo in serata, deve aver subito accettato, forse chiedendo il reincarico o comunque la gestione dell’ordinaria amministrazione fino alle elezioni. Il clima politico poi s’è fatto subito diverso. L’Udeur ha fatto sapere che non avrebbe partecipato al voto di Montecitorio e in questo modo i “no” dei mastelliani non si sono visti (ma Fabris ha detto che al Senato, casomai, sarebbero andati e avrebbero votato contro). Berlusconi, presente una volta tanto al dibattito, ha evitato di prendere la parola, probabilmente per non esasperare il clima. Berlusconi, poco prima delle 13, ha anche dichiarato che Prodi potrebbe benissimo restare in carica per approvare una modifica alla legge elettorale: trasformare i venti premi di maggioranza regionali in un solo premio di maggioranza nazionale, in modo da rendere molto meno probabile l’eventualità di un pareggio. Intanto il presidente del Consiglio convocava il Consiglio dei ministri per venerdì mattina. Più tardi arrivava la notizia che il senatore Pallaro, quello eletto in Argentina, non avrebbe fatto in tempo a votare al Senato (era un “sì”). Fisichella ha fatto sapere che avrebbe votato “no”. Idem i diniani, a parte D’Amico che in serata s’è poi dissociato. Insomma, sulla base delle prese di posizione di giornata, tutti i lambiccamenti e i calcoli per vedere se il governo avrebbe potuto spuntarla, magari per un voto, sono cessati. Prodi al Senato era chiaramente sotto.

• E adesso?
Cominciano le consultazioni: gli ex presidenti della Repubblica, i presidenti di Camera e Senato, poi i presidenti dei gruppi parlamentari. Una teoria lunghissima, con la quale arriveremo come minimo a lunedì e probabilmente anche oltre. Il Capo dello Stato deve capire se in Parlamento esiste una maggioranza disposta a sostenere un altro governo o no. In questa ricefrca può farsi aiutare dando a qualcuno un incarico esplorativo, e tirare le conclusioni dopo quest’altro giro. Se alla fine risultasse che una nuova maggioranza non c’è, dovrebbe sciogliere le Camere e indire le elezioni. C’è un punto però di differenza rispetto al passato, e non da poc la composizione del Parlamento così come la conosciamo è il prodotto del premio di maggioranza assegnato alla coalizione vincente. Se questa coalizione viene meno, è costituzionalmente corretto tenere in piedi la legislatura? Ci sono studiosi che sostengono di no, è uno dei tanti punti controversi. In altri termini, Napolitano, verificato che la vecchia coalizione di centro-sinistra non esiste più, potrebbe procedere senz’altro allo scioglimento. Non accadrà, credo, ma la questione esiste.

• Ho sentito che potrebbe sciogliere solo il Senato.
Tecnicamente potrebbe. In questo caso, dopo il voto, si verificherebbe di sicuro una situazione di stall centro-destra maggioranza al Senato, centro-sinistra maggioranza alla Camera. L’unico governo possibile sarebbe quello delle larghe intese, cioè Forza Italia e Pd insieme. Napolitano potrebbe anche usare lo scioglimento del Senato come una minaccia per costringere Berlusconi ad accettare una soluzione di mezzo.

• Per esempio?
Prodi ieri mattina aveva fatto sapere che in caso di fiducia al Senato ottenuta col voto decisivo dei senatori a vita, avrebbe potuto formare un nuovo governo incaricato di cambiare la legge elettorale. Avrebbe dato in cambio la garanzia che nel 2009 si sarebbe votato. Questo governo sarebbe stato formato da dodici ministri e non più di 60 persone (premier compreso) come previsto dall’ultima Finanziaria. Potrebbe essere un’ipotesi ancora valida, ed è molto probabile che in una prima fase l’attuale premier, se riceverà l’incarico, la tenterà.

• E il referendum?
Se si sciolgono le Camere slitta di un anno. Se non si sciolgono e si vota una nuova legge, salta. Altrimenti si va a votare tra il 15 aprile e il 15 giugno. Ieri i referendari hanno mandato una lettera a Napolitano in cui dicon «Se proprio devi sciogliere le Camere, fallo dopo il referendum. Ormai ci siamo!». Non è insensato. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/1/2008] (leggi)

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