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 2008  gennaio 23 Mercoledì calendario

Antonino Cacciolatto, 73 anni. Piccolo imprenditore, benestante, vedovo, un figlio vigile urbano di nome Gianluca e una figlia che da tempo vive a Milano, «integerrimo, normalissimo, gentile e religioso», viveva a Saluzzo, tranquilla e ricca cittadina in provincia di Cuneo e da quando sei anni fa gli era morta la moglie andava a pregare sulla sua tomba almeno due volte a settimana

Antonino Cacciolatto, 73 anni. Piccolo imprenditore, benestante, vedovo, un figlio vigile urbano di nome Gianluca e una figlia che da tempo vive a Milano, «integerrimo, normalissimo, gentile e religioso», viveva a Saluzzo, tranquilla e ricca cittadina in provincia di Cuneo e da quando sei anni fa gli era morta la moglie andava a pregare sulla sua tomba almeno due volte a settimana. Sabato mattina il custode aprendo il cancello del cimitero lo trovò a spazzare il monumento funebre dei coniugi Calosso, storici mobilieri della zona, lui gli spiegò che il giorno prima era «rimasto chiuso dentro senza il telefonino» e, avendo notato che ghiaia e detriti ingombravano la tomba altrui, aveva pensato «di dare una sistemata». Siccome lo scorso agosto qualcuno aveva rubato la salma del Calosso Giovanni, il guardiano si insospettì e chiamò i carabinieri che stavolta constatarono la scomparsa della bara di sua moglie Margherita Ghione, morta nel 1978. Il Cacciolatto, confinato in attesa di giudizio agli arresti domiciliari, martedì mattina scrisse un biglietto ai figli («Perdonatemi, sono innocente, non posso sopportare queste accuse»), scappò in auto fino a Cuneo, poi prese la strada del ritorno ma d’un tratto, sul rettilineo di Busca, spinse sull’acceleratore e s’andò a schiantare contro un tir. La mattina dopo, nel cimitero, murata in una cappella, fu scovata la bara della signora Ghione e in un loculo accanto, smontata, una sorta di barella su ruote munita d’argano definita dagli inquirenti «leonardesca», costruita quasi di certo nell’azienda del Cacciolatto, adatta a sfilare una bara da un loculo e pure a trasportarla. Mattinata di martedì 22 gennaio sulla statale che collega Saluzzo a Cuneo.