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 2008  gennaio 23 Mercoledì calendario

Cancellato il tempo. E adesso, poveruomo? Libero 23 gennaio 2008. Non si vede e non si tocca, ma fa parte della nostra vita

Cancellato il tempo. E adesso, poveruomo? Libero 23 gennaio 2008. Non si vede e non si tocca, ma fa parte della nostra vita. il tempo, una presenza che scandisce le giornate di tutti, a partire dal mattino quando suona la sveglia - fino all’ora di andare a dormire. Sul tempo si regolano abitudini e impegni, si costruisce la routine quotidiana e la possibilità di svolgere ogni attività. un qualcosa di impercettibile che può cambiare in un baleno l’esistenza di ognuno, al punto da volerlo controllare ossessivamente per mezzo di un orologio al polso. Minuto per minuto. Ma cos’è veramente il tempo? E cosa lo rende diverso dallo spazio? Rispondere a queste domande non è facile. Alcuni fisici ipotizzano che il tempo potrebbe anche non esistere affatto. Potrebbe non essere reale. Potrebbe essere un’illusione creata dall’uomo per comodità e nulla più. In recenti ricerche, infatti, gli studiosi hanno formulato una teoria quantistica in cui non compare la variabile tempo, come riporta il "New Scientist". In parole povere per la fisica che spiega i comportamenti del microcosmo, ossia gli atomi, il tempo non serve. Ma cosa succede quando bisogna spiegare i fenomeni del nostro mondo, del macrocosmo? Possiamo ugualmente dire che il tempo non serve? L’idea di abbandonare il ticchettio delle lancette è affascinante, ma difficile da digerire per chi sperimenta giorno dopo giorno i cambiamenti della natura: l’avanzare dell’età, lo sviluppo, le rivoluzioni, la nascita e la morte. "L’indicazione più forte di come far sparire il tempo viene dai tentativi di combinare la principale teoria di Einstein sulla relatività generale con la meccanica quantistica" spiega Carlo Rovelli, fisico e docente dell’Université de la Mediterranée di Marsiglia, sostenitore dell’universo senza tempo e autore del libro: "Che cosa è il tempo? Che cosa è lo spazio?". "In diversi di questi tentativi - aggiunge - sparisce la variabile tempo. Di conseguenza la possibilità di formulare bene la teoria quantistica senza tempo, rende la sua sparizione più plausibile". Come mai per Einstein il tempo è importante ma non fondamentale? "Noi non vediamo il tempo. Vediamo le cose che cambiano nel tempo - commenta Rovelli -. In fisica scriviamo quantità che cambiano nel tempo: lunghezze, angoli, posizioni. Ma cosa veramente vediamo? Se diciamo che io sono andato da casa a scuola dalle tre alle tre e dieci, mettiamo in relazione la mia posizione con il tempo. Ma lo vediamo il tempo? Certo che no. Quello che vediamo, per esempio, è la lancetta dell’orologio. Quindi, se voglio essere preciso, devo dire che io sono andato da casa a scuola mentre la lancetta è andata da zero a dieci. In definitiva: "io a casa" corrispondeva a "lancet ta sullo zero" e "io a scuola" corrispondeva a "lancetta sul dieci". Detto così, il tempo non c’è più. Quindi in linea di principio, noi possiamo descrivere tutte le relazioni fra variabili senza mai usare il tempo. un escamotage per semplificare la relazione fra tutte le variabili. L’escamotage funziona bene per le cose macroscopiche, ma non funziona più per quelle piccolissime". Come è arrivato a escludere il tempo nella teoria quantistica? "Nella teoria quantistica se misuro prima A e poi misuro B ottengo un risultato. Se inverto l’ordine e misuro prima B e poi A il risultato cambia. Il problema è che se provo a scrivere una teoria senza il tempo, non ho modo di dire chi viene prima. La soluzione, che ho trovato insieme a Alain Connes del College de France di Parigi e a un giovane collaboratore messicano, Mauricio MondragonLopez, è che la teoria non deve prevedere cosa vedo se misuro prima una cosa e poi un’altra: deve prevedere il risultato di aver misurato A e B con lo stesso apparecchio. "Non parla di tempo. come chiedere alla biglietteria della stazione: quanto costa un biglietto per andare prima da Roma a Milano e poi a Padova, qui uso il tempo, invece che chiedere quanto costa un biglietto per andare da Roma a Padova via Milano. Nel secondo caso non uso il tempo: specifico solo il percorso. Il punto è che si può sempre descrivere tutto senza usare il tempo perché questo non si vede mai!". Insomma, tutto fa pensare che si tratti di un nostro artificio. Ma la fisica classica, quella del macrosistema in cui viviamo, è molto diversa dalla quantistica del microsistema, è possibile colmare il divario tra i due mondi? "Questo è più interessante. Ci sono due problemi diversi: uno è se si deve (e se si può) formulare la teoria fondamentale (per il macrocosmo) senza il tempo. L’altro è: data una teoria fondamentale senza il tempo, come recuperare poi il tempo della nostra esperienza quotidiana, che ha certo la sua realtà. "La risposta a questa seconda domanda va cercata, nella meccanica statistica e nella termodinamica. Faccio un esempio: immaginiamo un insieme di persone che vanno allo stadio: alcuni sono tifosi della squadra rossa e altri della squadra blu, e all’inizio sono tutti mescolati. Ma poi si dividono: i rossi da un parte e i blu dall’al tra e si affrontano nella piazza. Si forma così una linea di confine che separa i due gruppi. Prima dei due gruppi la linea di confine non c’era. Questa linea di confine non ci dice dove si trova esattamente ciascun tifoso, ma ci dà un’indicazione statistica del comportamento collettivo di ogni gruppo. Ci permette di dare una descrizione approssimata, ma utilissima. Se diciamo dov’è esattamente ciascun tifoso, non serve più una linea di confine. "Bene, il tempo è anch’esso un concetto statistico. Se conosciamo lo stato esatto microscopico del mondo, non serve il tempo per descriverlo. Ma per dare una descrizione approssimata macroscopica del mondo, usiamo il tempo". Possiamo liberarci del tempo? "Sì, nella teoria fisica fondamentale. Non nella nostra vita, evidentemente". Come mai i fisici vogliono prendere le distanze dalla variabile tempo? "Non è che vogliono. che per capire meglio il mondo sembra che sia meglio farne a meno". Clelia Gallucci