Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Romano Prodi ha parlato ieri mattina alla Camera.
• Per la questione della crisi di governo? Che cosa ha detto?
Ha prima di tutto elogiato Mastella. Poi ha detto che il modo giusto di fare la crisi non è convocare le conferenze stampa o andare da Vespa a Porta a porta, ma venire in Parlamento, discutere e votare. Quindi ha fatto la lista delle cose buone realizzate dal suo governo. Infine ha annunciato che chiederà il voto di fiducia, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama.
• Quando si vota?
Oggi pomeriggio alle cinque alla Camera. Un voto tranquillo, i numeri per avere la fiducia ci sono. Domani sera alle otto al Senato, ma forse venerdì. Al Senato è anche possibile che il voto slitti addirittura alla settimana prossima. Della ridda di supposizioni ascoltate ieri, una vuole che Prodi punti a guadagnare tempo e che speri in questo lasso di tempo o di far cambiare idea a Mastella o di cambiare la testa di qualche avversario.
• Potrebbe succedere?
piuttosto difficile. Un’altra delle voci di ieri ipotizzava che Mastella disertasse il Senato. Sarebbe assurdo, l’uomo che ha provocato la crisi non si presenterebbe poi in aula a certificarla col suo voto contrario. Mastella ha fatto sapere che sarà presente e voterà no alla fiducia. Varie dichiarazioni, sempre ieri, lo davano in movimento deciso verso la Casa delle Libertà. Prima Berlusconi ha detto: «Credo che stia parlando con Casini per confluire nell’Udc». Poi Cesa, il segretario dell’Udc, ha corrett «No, direi che andrà con Berlusconi». Qualcun altro ha subito malignat «Non se lo vuole prendere nessuno». Invece Berlusconi ha subito chiarit «No, le porte della Casa delle Libertà sono sempre aperte».
• Casa delle libertà? Quindi a destra hanno finito di litigare?
Sembrerebbe di sì. In particolare Fini e Berlusconi vanno di nuovo d’amore e d’accordo. Chiedono tutti e due a gran voce le elezioni anticipate. Casini invece ancora ieri insisteva sul governo delle grandi intese, più o meno istituzionale. Casini non fa un ragionamento sbagliat i problemi sono talmente gravi – dice – che chiunque entri a Palazzo Chigi verrà rapidamente arrostito dalle contestazioni e si tratterrà dal prendere le misure dolorose e antipopolari che ci vogliono per paura di perder voti. Bisogna quindi che i due schieramenti trovino un’intesa che li renda corresponsabili delle prossime, inevitabili scelte di governo. Questa intesa può esser trovata subito, senza andare alle elezioni. Oppure dopo il voto, magari col centro-destra vincente. un discorso che fila, ma c’è un punt alla domanda su chi deve essere il leader del centro-destra in caso di competizione elettorale, Casini risponde: «Vedremo». Cioè per lui non è scontato che il candidato della Cdl a Palazzo Chigi sia il Cavaliere.
• E il candidato del centro-sinistra se si va a votare? Prodi o Veltroni?
Prodi l’altra sera ha fatto chiaramente capire che, se si va al voto nei prossimi tre mesi, lui intende essere il candidato premier. Non si sa che cosa Veltroni abbia risposto. Ma, pochi giorni fa, Veltroni ha detto che il Partito democratico – qualunque sia la legge elettorale – al prossimo giro correrà da solo. un punto di vista che Prodi non condivide, anzi secondo il capo del governo è stata proprio questa uscita ad accelerare la crisi. Tra i due, in questo momento, c’è un gran freddo. Se la differenza di posizioni dovesse rimanere, è addirittura possibile che si vada alle primarie. Che stavolta sarebbero vere: né Prodi né Veltroni lascerebbero l’altro correre da solo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/1/2008]
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