galileonet.it, 22 gennaio 2008
L’aumento della temperatura di tre gradi previsto per questo secolo potrebbe mettere a rischio molte specie animali, tra cui gli uccelli, che si vedranno costretti a cambiare le loro rotte migratorie
L’aumento della temperatura di tre gradi previsto per questo secolo potrebbe mettere a rischio molte specie animali, tra cui gli uccelli, che si vedranno costretti a cambiare le loro rotte migratorie. Un allarme che ha portato alla pubblicazione del primo ”Atlante climatico degli uccelli che nidificano in Europa”, realizzato dall’Università di Durham in collaborazione con la Birdlife International (l’associazione che in Italia è nota come Lipu, Lega italiana protezione uccelli). Siamo appena usciti da uno degli anni che, secondo i climatologi della Nasa, è tra i più caldi degli ultimi cento. Una situazione che sembra destinata a peggiorare. Come conseguenza, secondo gli autori del volume, molte specie di volatili del Vecchio Continente saranno costrette a spostarsi in nuove e più limitate aree (è prevista una riduzione degli areali del 20 per cento in media). Inoltre, per un quarto delle specie tra le 461 considerate nell’atlante, ci sarà un elevato rischio di estinzione e si calcola che a fine secolo un elevato numero di uccelli si sposterà di circa 550 chilometri verso nord-est. In Italia sarà a rischio di estinzione o di restringimento dell’areale riproduttivo circa il 60 per cento delle specie nidificanti. L’Airone bianco maggiore, il Gabbiano corso, il Picchio dorso bianco, la Pernice sarda e alcune specie di Mignattino sono gli uccelli maggiormente in pericolo. Sembra che solo il 22 per cento di tutte le specie italiane non sarà influenzato dal cambiamento climatico, mentre si prevede che almeno una ventina di nuove specie arriveranno dalla Spagna o dalla Grecia per nidificare nel nostro paese. Islanda, Norvegia, Svezia e Finlandia saranno i paesi maggiormente ”presi d’assalto”.