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 2008  febbraio 12 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Franco Marini
Il Presidente della Camera è Fausto Bertinotti
Il Presidente del Consiglio è Romano Prodi
Il Vicepresidente del Consiglio è Massimo D’Alema
Il Vicepresidente del Consiglio è Francesco Rutelli
Il Ministro degli Interni è Giuliano Amato
Il Ministro degli Esteri è Massimo D’Alema
Il Ministro della Giustizia è Luigi Scotti
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Tommaso Padoa-Schioppa
Il Ministro della Difesa è Arturo Parisi
Il Ministro della Pubblica Istruzione è Giuseppe Fioroni
Il Ministro delle Infrastrutture è Antonio Di Pietro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Pier Luigi Bersani
Il Ministro delle Politiche agricole è Paolo De Castro
Il Ministro della Salute è Livia Turco
Il Ministro delle Comunicazioni è Paolo Gentiloni
Il Ministro del Commercio estero è Emma Bonino
Il Ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi
Il Ministro del Lavoro e Previdenza sociale è Cesare Damiano
Il Ministro della Solidarietà sociale è Paolo Ferrero
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Francesco Rutelli
Il Ministro dell’ Ambiente è Alfonso Pecoraro Scanio
Il Ministro di Università e ricerca scientifica è Fabio Mussi
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Linda Lanzillotta (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Giulio Santagata (senza portafoglio)
Il Ministro dei Diritti e Pari Opportunità è Barbara Pollastrini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche comunitarie è Emma Bonino (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive è Giovanna Melandri (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche per la famiglia è Rosy Bindi (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme e innovazione nella Pubblica Amministrazione è Luigi Nicolais (senza portafoglio)
Il Ministro di Riforme istituzionali e Rapporti con il Parlamento è Vannino Chiti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Viktor Zubkov
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ci sarà un processo per i fatti dell’11 settembre 2001, e si terrà a Guantanamo, la base militare americana a Cuba. Gli imputati, per ora, sono sei e il Pentagono chiederà di metterli a morte.

• Chi sono?
I nomi non le direbbero niente. Il più famoso è Khalid Sheikh Mohammed, pakistano. Ieri le agenzie mostravano una sua foto. Un’aria sporca, un occhio semichiuso come se fosse appena uscito dal pestaggio, i capelli arruffati, una canottiera strapazzata. Quando lo interrogarono Khalid disse di essere responsabile dell’11 settembre «dalla A alla Z». E aggiunse che Bin Laden era per loro quello che George Washington era stato per gli americani. «Se George Washington avesse perso la guerra, gli inglesi lo avrebbero considerato come gli americani oggi considerano Osama». Disse ancora: ho tentato io di far saltare il World Trade Center nel 1993 sempre col sistema di mandarci a sbattere contro un aereo; ho messo io le bombe nelle discoteche di Bali; ho fatto saltar per aria io i turisti israeliani in Kenya; ho tagliato io la testa a Daniel Pearl, il giornalista americano, nel 2002. Esattamente, su quest’ultimo fatto, disse: «Con questa mia mano destra benedetta ho tagliato la testa dell’ebreo americano».

• Pazzo?
Chi sa. L’attenzione di tutti si sta concentrando adesso non sulle cose terribili che ha confessato, ma sul modo con cui gli americani hanno ottenuto quelle confessioni, sui diritti di difesa che saranno garantiti a lui e agli altri cinque imputati e sulle modalità delle fasi successive del procedimento, fino alla pena capitale e all’esecuzione. Non è difficile prevedere un’ondata di emotività planetaria. Del resto, sarà un problema del successore di Bush. Gli altri cinque detenuti di Guantanamo che rischiano di finire davanti al boia si chiamano Mohammed al-Qahtani, Ramzi bin al-Shibh, Ali Abd al-Aziz Ali, Mustafa Ahmed al-Hawsawi e Walid bin Attash, noto con il nome di battaglia di Khallad. Le dicono qualcosa?

• Niente di niente. Ma mi sta dicendo che il processo non sarà regolare?
Non sono sicuramente stati regolari gli interrogatori, intanto per la semplica ragione che non si sono svolti alla presenza dei difensori. E poi i prigionieri sono stati torturati. Se mi passa l’espressione: sono stati “legalmente” torturati.

• In America la tortura è legale?
Dopo l’11 settembre, gli americani ammisero un sistema di sicurezza imperniato su quattro punti: il Patriot Act, col quale si sopprimevano a favore del governo alcuni diritti civili elementari; la formazione di un esercito di riformisti adatto al pronto intervento; una giustizia militare sommaria ed extraterritoriale, da esercitare a Guantanamo, Abu Ghraib (Iraq) e Bagram (Afghanistan); il ricorso massiccio ai signing statements, cioè la dichiarazione con cui il presidente, nel firmare una legge approvata dal Congresso, si riserva di applicarla secondo i propri criteri.

• Non ci fu un’opposizione a questi provvedimenti?
Anzi, negli Stati Uniti, nel 2002, c’era un forte movimento di personalità progressiste o liberali – uomini e donne che magari oggi si sono pentiti – esplicitamente favorevole all’uscita dalla Convenzione di Ginevra e all’abbandono del trattato anti-tortura dell’84. Il caso più clamoroso fu quello dell’avvocato Dershowitz, un faro della cultura liberal statunitense, che propose di legalizzare la tortura, di ingaggiare dei professionisti, di autorizzare – sotto il controllo della magistratura – l’uso delle scosse elettriche e degli aghi sterili conficcati sotto le unghie. Da quel momento si crearono le premesse giuridiche per considerare i detenuti per terrorismo non degli imputati ma dei nemici, per lasciarli alla mercè delle commissioni militari, per portarli infine dritti al patibolo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/2/2008] (leggi)

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