Libero 12 febbraio 2008, Renato Farina, 12 febbraio 2008
Quanti morti è costato il reporter di Repubblica. Libero 12 febbraio 2008. La domanda è: quanti morti è costata la trattativa per liberare il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo e lasciar decapitare i due suoi poveri sherpa afgani Sajed Agha e Adjmal Naskhbandi? Naturalmente nessuno in Italia tranne Libero porrà questa domanda indiscreta
Quanti morti è costato il reporter di Repubblica. Libero 12 febbraio 2008. La domanda è: quanti morti è costata la trattativa per liberare il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo e lasciar decapitare i due suoi poveri sherpa afgani Sajed Agha e Adjmal Naskhbandi? Naturalmente nessuno in Italia tranne Libero porrà questa domanda indiscreta. Perché ha il torto di mettere in difficoltà contemporaneamente tre caste: quella politica di sinistra e quella dei giornalisti di Repubblica, oltre che la casta del volontariato no global del tipo Emergency, per cui talebani e forze della Nato sono uguali, ma i talebani probabilmente meglio. Ieri è stato ferito, forse ucciso, il capo talebano Mansour Dadullah. Lo hanno catturato le forze pakistane, su indicazione dei servizi segreti afgani, in Balucistan, una regione nel dominio dei fondamentalisti. Mansour era custodito come un uovo di cioccolato da sette pretoriani: era il capo, per difenderlo uno di essi si è sacrificato prendendo le pallottole destinate al mullah, ma non c’è stato nulla da fare. La sorte del barbuto leader è ancora avvolta nell’incertezza: fonti accreditate sostengono sia deceduto durante il trasporto in ospedale, altre smentiscono. Non si sa neanche se fosse ancora il mandatario di Osama bin Laden tra i talebani. Lui sosteneva che la annunciata destituzione fosse una calunnia. Uno come lui, che ne aveva ammazzati millanta, impossibile. Ma c’è chi sostiene fosse troppo sanguinario persino per quelle anime pie di Al Qaeda. IL BRIGANTE Pensate un po’ che razza di brigante sia (o fosse) Mansour. Ve lo ricordate? stato uno dei cinque generali liberati dal governo Karzai su pressione di Prodi e di Ezio Mauro, con la mediazione di Gino Strada. Secondo Mauro sarebbero degli "sciacalli" coloro che hanno criticato l’operazione. Nel frattempo lui e i suoi giornalisti, nonostante il sangue fresco di un loro collega afgano, anche se non in regola con i contributi del sindacato italiano, decapitato dai rapitori del cronista di Repubblica. Poco dopo avrebbero sgozzato anche il secondo. L’editore si è rifiutato di rimborsare le famiglie per il danno subìto mentre quei due lavoravano per lui. I giornalisti hanno pensato loro con una modesta colletta, ma il sindacato per questo non ha fatto sciopero, che saranno mai due precari di Kabul? Ricordo ancora l’incredibile commento di Radio Radicale, per bocca del bravissimo Massimo Bordin, che considerò esagerate le reazioni per la liberazioni di cinque "addetti stampa" talebani: disse proprio così, ossequioso alla propaganda minimizzatrice. Massì, scriveranno delle veline un po’ sgrammaticate... Dopo qualche giorno, Mansour aveva già preso il posto del fratello come capo delle milizie e mandante dei kamikaze. Si sapeva bene chi era, chiunque si occupasse di questioni afgane ne aveva nozione. Francesco Cossiga lo scrisse immediatamente: ma Cossiga com’è noto ha buone entrature nel Sismi e nei Ros, che furono esautorati in quelle circostanze per volontà di Ezio Mauro e Gino Strada, avendo Repubblica ed Emergency un conto in sospeso con le strutture di intelligence italiane accusate di ogni nefandezza a partire dal rapimento di Abu Omar e dall’inchiesta della Procura milanese. Così si è gestita quella situazione con cecità provinciale, contenti di salvare il buana bianco, giornalista italiano e per di più di sinistra: al diavolo i soldati afghani e della Nato che fossero morti in seguito a causa di quei cinque. Contava l’immagine in patria, e presso i militanti no global fanatici di Gino Strada e di Emergency, non è vero? Finora dei cinque, Mansour compreso, ne sono stati catturati o uccisi tre a prezzi altissimi di militari locali e Nato. Fonti militari italiane dicono che quella mossa per liberare Matrogiacomo ci ha inimicato per questo le popolazioni civili e i soldati. Nei mesi scorsi ogni volta che un soldato era ammazzato da miliziani capeggiati da Mansour o un suo kamikaze faceva strage, la colpa veniva data al nostro Paese. Ancora nell’ultimo mese, senza che la notizia sia stata data in Italia, sono stati scagliati quindici razzi cinesi contro il nostro campo di Herat. Erano missili di avvertimento, secondo gli americani erano modi per chiedere da parte di briganti filo-talebani il pizzo all’Italia: si sa che paga. Con malizia hanno notato poi che i masnadieri hanno smesso, e hanno guardato gli italiani con la faccia storta come chi ha mangiato la foglia. Vi stupite che ora americani e inglesi pensino che in Afghanistan non si cavi un ragno dal buco? Logico, con soci come l’Italia... Ora i nostri soldati combattono sul serio, con audacia. Addestrano ufficiali e reclute dell’esercito regolare. Piange loro il cuore quando ascoltano i racconti delle stragi perpetrate da Mansour e dai suoi. Sono loro allievi i morti in prima linea. LE AGENZIE Se non credete c’entrino i nostri bravi cinque graziati guardate le agenzie internazionali. Ci sono titoli che assicurano: «I kamikaze hanno ucciso ieri due civili a Kabul e ferito un militare americano ». il terzo attentato in tre giorni dopo l’ordine dato da Mansour di scatenare un’offensiva di combattenti suicidi» (Reuters, 6 ottobre 2007). Il 20 giugno scorso il medesimo Dadullah aveva convocato trecento bambini nel Balucistan, facendoli giurare sul Corano e spedendoli adammazzare i cristiani e i musulmani apostati. Ci sarà un qualche mea culpa prima o poi per quella trattativa favoreggiatrice del terrorismo? Almeno D’Alema che è una persona seria, potrebbe decidersi a dire: ho sbagliato, ho ascoltato Repubblica ed Emergency e siamo stati causa del massacro di gente innocente. Ci sarà mai un’inchiesta delle Procure italiane per questa liberazione di terroristi che lede i diritti umani di un sacco di povericristi? Figuriamoci. Ci sono di mezzo i compagni, ci sono eroi dell’informazione: tutti sull’attenti. Ora mancano due capi banda tra quelli graziati dal governo italiano. Quanti morti costeranno? Renato Farina