Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Enzo Boschi, il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha detto ieri alla Stampa: «In Giappone, dove le norme antisismiche sono severe, nessun ospedale sarebbe stato evacuato e probabilmente non ci sarebbero vittime». Sempre ieri, ma parlando con il Corriere della Sera, Franco Barberi ha pronunciato queste parole: «Un terremoto così in California non avrebbe provocato nemmeno un morto».
• Effettivamente, veder crollare l’ospedale dell’Aquila, nuovissimo, ha fatto una certa impressione.
Avevano progettato quell’ospedale - il San Salvatore di Coppito - nel 1961. Avevano cominciato a costruirlo nel 1969. Lo hanno aperto e reso operativo nel 1997. Trent’anni di lavoro e questo è il risultato: un’ala crollata, quasi tutto l’edificio inagibile. Sono venuti giù anche altri edifici moderni: la Casa dello Studente, l’hotel Duca degli Abruzzi, la chiesa di Tempera, e una quantità di palazzi di periferia. Il problema non è solo abruzzese: per quanto se ne sa, gli edifici pubblici da consolidare sono in tutt’Italia 75-80 mila, le scuole in zone sismiche 22 mila, ma quelle che vanno messe a posto sono 40 mila. Paolo Stefanelli, presidente degli ingegneri, dice che tutti gli edifici costruiti negli Anni 50 e 60 sono a rischio sismico e, statisticamente, saranno colpiti in un arco di tempo che va dai 5 ai 30 anni.
• Non si potrebbe fare una legge che obblighi a costruire le case in un certo modo, cioè che col sisma non vengano giù?
C’è già questa legge. L’ha fatta Berlusconi dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia (27 bambini morti). Prima ci fu un’ordinanza della Protezione civile (la 3274 del 2003) poi un decreto, emanato il 14 settembre del 2005. Sa però come sono le nuove norme: ci vuole sempre un periodo di tempo perché tutti abbandonino i vecchi metodi e si attrezzino per i metodi nuovi. Così, già la legge del 2005 fissava una fase transitoria – durante la quale l’applicazione delle norme antisismiche sarebbe stata facoltativa – della durata di 18 mesi. Prodi prolungò questa fase transitoria al dicembre 2007, nel gennaio 2008 ritoccò la legge e ne prorogò l’entrata in vigore al giugno 2009 e infine Berlusconi, alla fine dell’anno scorso, prorogò ancora la fase transitoria al 30 giugno 2010. Cinque anni di fase transitoria. Scandalosamente coerente con i trent’anni per la costruzione di un ospedale subito andato in pezzi.
• E’ vero che la magistratura ha aperto un’inchiesta?
E’ vero e, una volta tanto, lo trovo giusto. Molti tecnici sostengono che anche senza l’applicazione delle severe regole stabilite nel 2005, edifici moderni, in cemento armato, non possono crollare a causa di un sisma. Lo ha detto chiaramente Paolo Rocchi, ordinario di Consolidamento degli edifici storici, al Sole 24 Ore: «A prescindere dai criteri anti-sismici, se progettato e costruito bene, un fabbricato in cemento armato di dimensioni contenute, resiste a un terremoto di medio-alta intensità. Si possono verificare lesioni limitate. Ma di certo non crolli. Invece dopo ogni evento calamitoso ci accorgiamo di edifici costruiti con calcestruzzi di bassa qualità, con armature lisce o non piegate, dunque tali da non garantire alcuna aderenza al cemento, realizzati senza tener conto delle più elementari regole del buon costruire». Ecco Vincenzo Petrini, ingegnere strutturale, che ha parlato col Corriere della Sera: «Dalle circolari di metà Anni 80 al decreto del 2008, è scritto nero su bianco che un edificio debba essere tale da resistere a terremoti frequenti e modesti senza danni strutturali significativi; con sismi più violenti (e rari), invece, può danneggiarsi anche molto, fino a renderne necessaria la distruzione. Purché sappia reggere i carichi verticali senza cadere in testa alla gente. Una magnitudo come quella che si è registrata in Abruzzo non dovrebbe mettere in difficoltà un edificio costruito con cura ed evitando di rubare».
• «Rubare». Ecco la parola.
Vorrei sentire qualcosa dalle Regioni che la settimana scorsa hanno fatto il diavolo a quattro perché il governo voleva cementificare il Paese, mentre loro volevano difenderlo. Niente da dire adesso?
• C’è l’inchiesta della magistratura, no? Qualcuno finirà dentro.
Purché i pm non si mettano a indagare sulla storia della profezia di Giuliani. Un avviso di garanzia fa molto più notizia se arriva a Bertolaso invece che a qualche assessore troppo disinvolto o distratto o peggio. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/4/2009]
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