varie, 8 aprile 2009
Mattia Cerato, un mese. Nato il 2 marzo scorso in provincia di Varese, era figlio di Nicola, carabiniere in servizio a Vicenza e di Cinzia Baldo, 39 anni, insegnante di scuola materna nel paesino di Vestenanova, a casa per il periodo della maternità, a detta di tutti «bravissima insegnante, allegra, aperta», ma in realtà afflitta da depressione post partum
Mattia Cerato, un mese. Nato il 2 marzo scorso in provincia di Varese, era figlio di Nicola, carabiniere in servizio a Vicenza e di Cinzia Baldo, 39 anni, insegnante di scuola materna nel paesino di Vestenanova, a casa per il periodo della maternità, a detta di tutti «bravissima insegnante, allegra, aperta», ma in realtà afflitta da depressione post partum. L’altra mattina, mentre la figlia maggiore Valentina, 7 anni era a scuola, e il marito dal barbiere, la Baldo diede il latte a Mattia, poi lo spogliò e riempì la vasca per fargli il bagnetto ma d’un tratto mentre lo lavava lo vide »male, brutto, aveva il volto di un bambino che non sarebbe cresciuto bene», e allora gli pigiò la faccia sotto l’acqua finché non smise di respirare. Tra le 8.30 e le 9.30 di martedì 7 aprile in una casa a Vestenanova, nella Val d’Alpone in provincia di Verona.