Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Settimana decisiva per Alitalia...
• Come sarebbe? Non era tutto risolto?
Se mi fa finire di parlare... No, non era tutto risolto. Dunque, stavo dicendo: settimana decisiva per Alitalia. Domani si riuniscono i soci e deliberano sulla trasformazione di Cai da società a responsabilità limitata (srl) a società per azioni (spa). Cai – glielo ricordo – è la società che deve comprare dal commissario Fantozzi la polpa della compagnia. La quale ha volato in queste settimane e continuerà ancora a volare fino al 30 novembre agli ordini di Fantozzi. Dico “volare” e devo subito farle sapere che questi voli sono andati via via diminuendo, dato che il commissario doveva contenere le perdite e gli aerei viaggiavano troppo spesso vuoti. Ci sono in questo momento 44 velivoli a terra e il numero di passeggeri rispetto all’anno scorso è diminuito del 28,3%. In ogni caso, per riassumere le ultime puntate, Cai era impegnata nell’acquisto della parte buona della compagnia mentre la parte cattiva (debiti e perdite) sarebbero rimasti in capo al commissario. Senonché i soci di Cai hanno finora fatto molta teoria e poca pratica. Adesso, questa settimana, devono tirare fuori i soldi. Quanti soldi? Lo decidono appunto domani: qualcosa che sta tra il milione e il milione e duecentomila euro. Entro giovedì di questa settimana deve poi finire la discussione con i sindacati sui contratti d’assunzione...
• Ma ancora si parla di questo? Non c’era stato tutto quel gran dramma con la Cgil che entrava e usciva, i piloti indignati eccetera?
E’ ancora tutto in piedi. Si sa solo che gli assunti saranno 12.639. I piloti però non vogliono più essere inquadrati come dirigenti, status che li renderebbe facilmente licenziabili, e pretendono di avere in cambio un contratto di lavoro tutto per loro. Questo permetterebbe alle due sigle di categoria (Anpac e Up) di sopravvivere bene alla trasformazione e di conservare pressoché intatto il vecchio potere di interdizione. Cai naturalmente non ne vuole neanche sentir parlare e ha detto ancora una volta che, se i piloti non firmano, venerdì non presenterà l’offerta. Non so se mi spiego.
• Fallimento?
Se non c’è un’offerta... Ma ci sono altre incognite. Dopo la chiusura di un paio di mesi fa, è arrivata la crisi finanziaria. Parecchi soci avrebbero molta meno voglia di tirar fuori soldi per la compagnia, in un momento in cui la liquidità è tanto preziosa. Lo stesso Colaninno, che s’era impegnato per 150 milioni, dovrebbe essere sceso, almeno nelle intenzioni, a 100 milioni. Pensi un pò’ per farseli prestare s’era messo d’accordo con Lehman! Colaninno, che come ricorderà è il presidente di Cai, sta cercando di far cassa vendendo la sua Rodriquez Cantieri Navali, ma gli acquirenti più a portata di mano – Finmeccanica e Fincantieri – hanno spiegato che non vogliono comprare. Potrebbe vendere il pacchetto Unicredit. Ma ai prezzi di adesso!
• Mi sta dicendo che potrebbe saltare tutto?
No. Colaninno risolverà le sue questioni e rimarrà al suo posto. possibile che mollino Aponte e il fondo Clessidra, ma dovrebbero subentrare Francesco Micheli e Nerio Alessandri con 30-50 milioni a testa. Poi c’è il partner straniero che dovrebbe portare 150-200 milioni. Non si sa ancora se sarà Air France o Lufthansa, come chiede Formigoni (Lufthansa sembra meglio intenzionata su Malpensa). Tenga conto poi che un advisor ha valutato Alitalia 700-900 milioni e che Bruxelles potrebbe pretendere un’asta per l’aggiudicazione della compagnia. Cai sta pensando a un capitale di un miliardo e due anche per rintuzzare eventuali concorrenti che venissero a darle fastido sul prezzo. Bruxelles è in effetti un problema.
• Perché?
Il prossimo 12 novembre Bruxelles sancirà che i 300 milioni versati da Prodi ad Alitalia e trasformati da Tremonti in patrimonio sono un aiuto di stato e andranno restituiti. Chi dovrà restituirli? Quelli di Cai non ci pensano proprio e vogliono rassicurazioni assolute dal governo. Se non sarà Cai sarà allora la bad company di Fantozzi, che potrà ridare i soldi al Tesoro solo facendo piangere gli altri creditori. Costoro potrebbero allora andare in tribunale e sostenere che la nuova Cai è la continuazione della vecchia Alitalia e deve farsi carico dei debiti. I quali, stando all’ultima valutazione (fine agosto), ammontavano a 1,246 miliardi. Ma, al momento delle cause, potrebbero essere parecchi di più: ci sono infatti anche i 900 milioni di Carlo Toto (Air One) che da qualche parte dovranno pur finire. Toto sostiene che a fronte di quei 900 milioni di debiti ci sono 300 milioni di crediti e 675 milioni di aerei. Numeri ancora buoni dopo la crisi finanziaria e le pesanti svalutazioni a cui tutti sono stati costretti? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 27/10/2008]
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