Lucia Annunziata, La Stampa 27/10/2008, 27 ottobre 2008
La partita istituzionale ancora tutta da giocare Studiando con mio figlio ho avuto occasione di rinverdire le mie conoscenze di educazione civica
La partita istituzionale ancora tutta da giocare Studiando con mio figlio ho avuto occasione di rinverdire le mie conoscenze di educazione civica. La democrazia italiana, come tutte le democrazie occidentali, è fondata secondo Costituzione su tre organismi indipendenti: il Parlamento con potere legislativo, il Governo con potere esecutivo ed eccezionalmente legislativo, la Magistratura con potere giudiziario. Al di sopra di questi tre organismi il Presidente della Repubblica con funzioni di controllo. Alcune considerazioni. Il Parlamento è stato defraudato del potere legislativo: in sei mesi sono state approvate solo sei leggi quasi tutte come decreto legge emanato dal governo e in qualche caso ponendo pure la fiducia nonostante la schiacciante maggioranza, come ad esempio il decreto legge sulla scuola. Solo una, il lodo Alfano, è stata approvata su esplicita richiesta del Presidente della Repubblica come legge ordinaria. Il potere della Magistratura stando agli annunci degli ultimi tempi verrà presto ridimensionato, ad esempio con la nomina politica dei pm, con l’elenco dei reati su cui prioritariamente il magistrato dovrà indagare o procedere, con le limitazioni all’uso delle intercettazioni telefoniche, tutti provvedimenti che annullerebbero la certezza del processo penale. Addirittura si è parlato di escludere dal ruolo di presidente del Csm il Capo dello Stato impedendo le sue funzioni di controllo super partes. Conclusioni. In questo modo la Costituzione non viene stravolta, ma svuotata, e il potere viene concentrato nelle mani del presidente del Consiglio. Il rischio per la nostra democrazia è evidente e reale. LORENZO FERRARIS Vorrei iniziare con qualche precisazione tecnica che inquadri meglio il suo discorso. Val la pena comparare i primi sei mesi (aprile-ottobre) degli ultimi due governi, quello Prodi e il Berlusconi attuale. Prodi ha presentato 11 decreti più 3 ereditati dal governo Berlusconi, con un totale di 7 richieste di fiducia; Berlusconi ha presentato 18 decreti più 5 ereditati da Prodi, e ha chiesto 6 voti di fiducia. Si potrà obiettare che le condizioni dei due governi erano diverse (Prodi con il minimo di maggioranza) e che il senso del ricorso al decreto è dunque diverso nel caso di Prodi o in quello di Berlusconi, ma i numeri sono importanti. C’è poi la questione del Csm: l’idea dell’attuale governo è quella di formare due Csm, uno dei quali dipendente dal ministero. Sarebbe un grave attacco all’indipendenza della magistratura, nonché una decisione che scuote l’architettura stessa del nostro sistema democratico: ma va detto che per ora è solo una proposta o un’intenzione. Queste precisazioni per dire che sono d’accordo con lei sui rischi istituzionali in corso, ma che la partita è ben lontana dall’essere ancora giocata, o chiusa.