vanity, 27 ottobre 2008
Tagli nella scuola
• Tutti si scagliano contro la Gelmini (sono sorti numerosi comitati No Gelmini o simili), ma in realtà le leggi in questione sono due: la 133, approvata quest’estate e preparata dal ministro Tremonti (la cosiddetta prefinanziaria) e la 137, emanata sotto forma di decreto in settembre e che il Senato sta convertendo definitivamente. I tagli al personale insegnante sono previsti dalla 133, che è già una legge dello Stato e prevede, nella scuola secondaria inferiore, una diminuzione degli organici del 17%, cioè la cancellazione in tre anni di 87 mila cattedre e circa 45 mila posti di personale non docente. Per raggiungere questo obiettivo lo Stato non rimpiazzerà chi andrà in pensione, dice la 133. Vengono poi tagliati in proporzione anche i finanziamenti all’Università, nell’ambita di una generale riorganizzazione di tutta l’Amministrazione pubblica, le cui spese vengono decurtate in orni reparto. Una parte dei professori universitari e dei rettori si oppongono con forza a queste misure, che hanno di sicuro il difetto assai grave di essere indiscriminate. Però il sistema universitario nel suo complesso non ha le carte in regola e pare incapace di autocriticarsi e di autoregolarsi: i nostri laureati occupano, quanto a preparazione, gli ultimi posti di ogni graduatoria, le 94 università italiane con le relative 320 sedi distaccate appaiono troppo spesso come semplici occasioni di sottogoverno voluti da piccoli ras locali di quella o di questa parte politica e insomma iniziare con un disboscamento, sia pure frettoloso, non pare così insensato. [Giorgio Dell’Arti]