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 2008  ottobre 27 Lunedì calendario

Ma stiano a casa i ragazzi e le ragazze che okkupano, okkupano, okkupano! Anzi, ritornino a scuola. E riprendano a studiare quel poco che la scuola gli chiede

Ma stiano a casa i ragazzi e le ragazze che okkupano, okkupano, okkupano! Anzi, ritornino a scuola. E riprendano a studiare quel poco che la scuola gli chiede. Quando li vedo sfilare con i megafoni, gli striscioni, i gesti ritmati dagli slogan, le urla contro la Gelmini, provo una gran pena. Stanno sprecando la giovinezza. Non otterranno nulla di quello che chiedono. Gli unici a perdere saranno loro. I nostri cari okkupanti stanno già perdendo oggi. Le università che frequentano sono le peggiori d’Europa. Eppure ogni città ne vuole una. Le sedi distaccate nascono a ogni angolo. Ma sono atenei finti. Se lo studente non fa più il pendolare, lo fa il professore. Viene da lontano, si ferma due o tre giorni, poi riparte. E gli allievi lo rivedranno il mese successivo. Le lauree triennali non servono a nulla. Sono una truffa. Costruita sulla voglia di non studiare. Mi è capitato di leggere qualche tesi di fine corso. Fascicoletti di cinquanta, sessanta pagine, che i docenti della mia generazione avrebbero respinto con ribrezzo. Ma i prof di oggi, salvo poche eccezioni, accettano di tutto. Anche le tesi copiate. Anche quelle scritte da mercenari frettolosi. I docenti si lavano la coscienza dando voti minimi. E lasciando che le mamme piangano: «Ti hanno negato il centodieci e lode!». E’ colpa di questo tipo di prof il caos del 2008. Oggi stanno in cattedra anche docenti che nessuna seria scuola media accetterebbe. Sono ignoranti, presuntuosi e spesso accecati dalla faziosità politica. Si sentono difesi dalla tessera di partito che gli ha garantito la cattedra. Spiegano agli okkupanti che debbono lottare «contro il modernismo reazionario del governo Berlusconi-Gelmini». E gli studenti impazziscono d’entusiasmo, come davanti a una rock-star. Gli okkupanti ci spiegano che questa rivolta non è il Sessantotto del tempo che fu. Ma dovrebbero ammettere che è peggio del Sessantotto. Allora gli studenti si erano ribellati ai professori. Oggi sono i docenti a fomentare la rivolta. Baroni, baronetti e baronini sono gli unici a sapere con precisione ciò che vogliono. Il loro scopo è che tutto rimanga com’è, compresa la pessima gestione e la copertura dei tanti debiti. Siamo al paradosso: gli studenti scioperano per mantenere inalterati i privilegi di docenti che se ne fregano di loro. Scontri Studenti Avete mai visto una rivolta contro il moltiplicarsi dei corsi di laurea? Anche i piccoli atenei ne presentano un campionario folle. Con più docenti e impiegati che iscritti. Come il mago di Oz, i rettori promettono meraviglie. Il trucco si scopre soltanto alla fine: niente lavoro, disoccupazione garantita. Ma pure i corsi meno recenti sono un bluff. Sono migliaia gli iscritti alle facoltà di Scienze della Comunicazione. Troveranno posto nell’impero dei media? Farglielo credere è come dirgli che i bambini li porta la cicogna. Restare a casa anche dopo la laurea. Ecco una tragedia che si presenterà sempre più spesso, con una progressione terribile. Ma qui siamo al cuore della rivolta studentesca. La mia opinione è che una parte dei ragazzi scenda in piazza non contro la Gelmini o Silvio il Caimano. Ma perché ha compreso che la scuola non gli garantirà nessun futuro. Vedono il buio davanti a sé e sono disperati. Però non sanno respingere i pifferai che li portano a spasso. Hanno capito che soltanto pochi avranno un avvenire professionale sicuro. Per questo provano una rabbia prima sconosciuta. La rabbia di chi non scorge una via d’uscita. Oggi si rivoltano contro il centro-destra. Domani lo faranno contro il centro-sinistra. Perché la politica che adesso li usa, prima o poi, li mollerà. E gli dirà di tornare alle loro scuole di carta, ai loro inutili studi. E’ questo il pericolo vero che si annida nel caos di oggi. Non temo i facinorosi che allarmano il Cavaliere. Ci sono anche loro e stanno spuntando in tutti i cortei. Non dimentichiamoci di Genova 2001, con quello che ne seguì. Ma il rischio più grande è la rivolta senza obiettivi e senza capi. Diretta contro tutto e tutti. Scontri fra studenti e polizia Un racconto di fantascienza narra di ragazzi che uccidono gli anziani, per prendersi le loro case e il loro lavoro. Non andrà così, perché le case e il lavoro degli anziani non sono un bottino appetibile per i figli di mamma. Non vogliono studiare, perchè lo studio vero è fatica. E non vogliono lavorare perché gli orari sono lunghi, le paghe basse e i padroni esigenti. Il traguardo sarà un paese di trentenni poveri, a carico di genitori pensionati. Ma un giudizio ancora più aspro bisogna darlo delle tante sinistre, a cominciare dal Pd di Walter Veltroni. Qualche milione di militanti al Circo Massimo non cancellerà l’errore suicida di questo partito. E dei giornali che lo appoggiano, nella speranza di frenare la perdita di copie. La favola del dissenso proibito dal Caimano non funziona più. Siamo un paese dove tutti dissentono da tutti, anche da se stessi. Gelmini Prima o poi, la rivolta degli studenti lascerà perdere la Gelmini e il Berlusca. E si dirigerà contro qualcun altro. Per questo azzardo un consiglio alla Signora Ministro: lasci le cose come stanno. L’Italia di oggi non merita nessuna riforma, della scuola o di altro. Quando il disastro sarà completo, qualcuno davvero tosto chiuderà le aule per un anno. Il giorno che verranno riaperte sarà più facile cambiare in meglio. A meno che un incidente grave, un morto in piazza, non faccia esplodere la polveriera Italia. Allora dovremo dirci tutti buonanotte. E chiuderci in casa. Con un buon fucile a portata di mano. [27-10-2008]