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 2008  ottobre 27 Lunedì calendario

RAFFAELLO MASCI

ROMA
Non sarebbe male mettere i «tornelli» (cioè quei dispositivi con il cartellino che controllano entrata e uscita) anche per i magistrati nei palazzi di giustizia. E’ l’ultima proposta a effetto che il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta ha avanzato nel corso di una intervista sul Rtl 102.5, nella quale ha parlato di molte cose: Alitalia, banche, rottamazioni, scuola. Ma ha fatto scalpore soprattutto la sua proposta sui magistrati, larvatamente accusati se non di essere «fannulloni», quantomeno di una carenza di zelo professionale, o di scarsa produttività. Considerazione discutibile in termini assoluti, visti gli indici di produttività di altri Paesi europei. Ma che certo trova riscontri nelle cronache di tutti i giorni.
«Molti magistrati - propone il ministro, parlando dei vari settori in cui si potrebbe recuperare efficienza - lavorano solo 2-3 giorni a settimana, 2-3 pomeriggi a settimana e poi stanno a casa. Ecco io vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati. L’ho già fatto a Palazzo Chigi e nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la pubblica amministrazione, quindi magistratura compresa. Lo so, mi diranno di tutto ma io vado avanti». Le sue parole hanno subito provocato una sollevazione dei magistrati.
Peraltro la sua istanza non è un fulmine a ciel sereno, ma una materia su cui si ragiona da un po’. Il 14 ottobre scorso, durante la presentazione di un libro, lo stesso ministro Angelino Alfano aveva posto la questione: «Ritengo che i magistrati - disse - debbano darsi dei canoni non solo di sostanza, ma anche estetici: perché debbono portarsi i fascicoli a casa anziché studiarli presso il proprio ufficio?». Ma poi aveva aggiunto: «Questo non significa che sono a favore dei tornelli nei palazzi di giustizia». Il ministro, dunque, non è d’accordo, ma ammette il problema, e il riferimento ai tornelli è stato letto da qualcuno come un suggerimento involontario. Tant’è che il capogruppo del Pdl in commissione giustizia, Enrico Costa, non trova affatto peregrina l’ipotesi: «Non sarebbe affatto singolare - ha detto commentando le parole di Alfano - se l’effetto-Brunetta si estendesse ai magistrati, partendo proprio da una riconsiderazione delle norme che consentono alle toghe di lavorare a casa».
La proposta di Brunetta, peraltro, potrebbe essere molto popolare, come tutte le misure che ha preso finora per dare efficienza alla pubblica amministrazione. Sempre durante la medesima intervista, infatti, il ministro della Funzione pubblica ha riferito un dato su come la lotta ai «fannulloni» abbia sortito esiti perfino nella scuola riaperta da poche settimane: «A settembre nel solo comparto della scuola si è registrato una riduzione del tasso di assenteismo del 44,7%, con un risparmio di 70 milioni di euro per mancate supplenze. E si tratta di dati parziali, considerando che la scuola non inizia il 1° settembre. Fra 20 giorni usciranno i dati di ottobre. Per questa mia crociata mi hanno deriso, insultato, ma io vado avanti. Io lavoro per la povera gente, per quelli che fanno la fila, che hanno bisogno degli ospedali e scuole che funzionano e sapendo che loro stanno dalla mia parte mi da forza».