Paola Jadeluca, Affari & Finanza 27/10/2008, pagina 13, 27 ottobre 2008
Affari & Finanza, lunedì 27 ottobre «L’Italia è il nostro secondo mercato dopo la Gran Bretagna, ma pensiamo che presto ci sarà il sorpasso e diventerà il mercato più grande di Ryanair
Affari & Finanza, lunedì 27 ottobre «L’Italia è il nostro secondo mercato dopo la Gran Bretagna, ma pensiamo che presto ci sarà il sorpasso e diventerà il mercato più grande di Ryanair. Alitalia e Air One si stanno fondendo, riducono i voli e aumentano le tariffe: le condizioni per una maggiore crescita della nostra compagnia, che è già il primo vettore in Italia, non potrebbero essere migliori». Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, la più grande compagnia low cost d’Europa, è a Roma per annunciare il nuovo piano di espansione della compagnia, che a marzo aprirà due nuove basi, a Cagliari e Alghero. L’uomo che ha rivoluzionato i cieli d’Europa importando il modelli di business dei voli discount e facendo volare chi non avrebbe altrimenti mai volato, continua a investire nel nostro Paese, aumentando voli e rotte: diventeranno cinque i voli giornalieri tra Roma e Milano; da dicembre sarà aggiunta una doppia frequenza giornaliera sul tratto RomaTrapani; e, infine, con tre nuovi aeromobili, del valore di 210 milioni di dollari, saranno create 8 nuove rotte nazionali e 11 internazionali da e per la Sardegna: «Così diventano sette le nostre basi in Italia e porteremo a 15 milioni i passeggeri, con un indotto di 15mila posti di lavoro e un risparmio per i consumatori italiani e i visitatori di oltre 1,5 miliardi rispetto ai voli Alitalia», spiega O’Leary. Siete partiti all’attacco del sud? «Si. Voliamo già da Trapani per Londra e abbiamo capito che è un buon mercato. Quello che vogliamo fare, ora, è lanciare più rotte domestiche, in particolare proprio sulle due isole, Sardegna e Sicilia, verso Milano, Roma, Pisa e Bergamo. E abbiamo già attivato nuove rotte da Cagliari e Alghero per Treviso, dove contiamo di trasportare 100 mila passeggeri nel primo anno. Alitalia ha tariffe molto alte, treni e navi sono spesso in sciopero, perciò crediamo che ci sia un buono spazio di crescita per noi, offrendo biglietti a 9, 19 e 29 euro». Non potevate comprare Alitalia che tiene proprio sui voli domestici? «La vita è troppo breve per comprare Alitalia. Voglio dire che l’Alitalia potrebbe essere una grande compagnia, ma non finché è controllata dal governo. Abbiamo visto tutti con la cordata Cai, nonostante la compagnia abbia perso una montagna di soldi negli ultimi cinque anni, i sindacati rifiutare il taglio di posti di lavoro, non vogliono più efficienza, né maggiore produttività. Alitalia fornisce un servizio terribile, i biglietti sono troppo cari e sempre meno dipendenti in futuro aumenteranno la loro produttività. Non cambierà niente finché il management prenderà decisioni avendo alle spalle il ministro dei Trasporti, Silvio Berlusconi, i sindacati. Soltanto comprando il 100% di Alitalia puoi rilanciarla. Le migliori tre grandi compagnie europee, British Airways, Air France e Lufthansa, sono state privatizzate e sono gestite in modo professionale dal management. I sindacati non possono fare pressione sul governo perché il governo non possiede le compagnie. Se, invece, guardi alle tre peggiori compagnie in Europa, Alitalia, Olympic e Aer Lingus, quello che le accomuna è che sono controllate dal governo». Però volete comprare gli slot di Alitalia. «Esatto, abbiamo fatto richiesta per 20 slot su Milano e Roma. E siamo in trattative con Aeroporti di Roma per quanto riguarda lo scalo intercontinentale di Fiumicino, dove però è fondamentale la questione dei costi dei servizi. Ma non molleremo Ciampino». A proposito di costi, avete fatto ricorso all’Unione Europea contro il salvataggio di Alitalia, per aiuti indebiti di Stato. Ma anche Ryanair beneficia di sussidi negli aeroporti dove opera. «E’ diverso. Alitalia riceve montagne di incentivi. La maggior parte della spesa dello Stato per il turismo è per Alitalia. I soldi per il marketing che noi riceviamo dagli aeroporti e enti del turismo sono disponibili per tutte le compagnie che vogliono crescere; se sono incentivi disponibili a tutti, allora non è aiuto di Stato. Alitalia ogni anno perde 300 o 400 milioni di euro e lo Stato ogni anno paga il conto. E’ sfacciatamente aiuto di Stato» Pensate che l’Unione Europea bloccherà il salvataggio? «No. La Commissione Europea va in giro nei piccoli aeroporti come Alghero accusando Ryanair di aiuti di Stato, mentre invece tiene gli occhi chiusi quando compagnie come Olympic o Alitalia ricevono centinaia di milioni di aiuti all’anno. Il nostro ricorso è per mettere in imbarazzo la Commissione e far vedere a tutti che è disonesta. Non è certo perché vogliamo affondare Alitalia». Invece la Commissione Europea non ha avuto esitazioni nel bocciare l’acquisto da parte di Ryanair della compagnia irlandese Aer Lingus. «Si, ma pensiamo che entro la metà del prossimo anno riusciremo a venire a capo della vicenda». Allora l’acquisizione è probabile e cosi acquisirete le rotte transatlantiche di Aer Lingus. Dunque è per questo che non avete portato avanti il progetto di creazione della nuova compagnia che doveva far decollare i voli low cost transatlantici, la nuova grande rivoluzione dei cieli? «Aer Lingus ha solo sei aeroplani di lungo raggio per rotte transatlantiche dall’Irlanda. Ma è un mercato che non ci interessa. Noi vogliamo comprare Aer Lingus per i suoi otto milioni di passeggeri di corto raggio fra l’Irlanda e il Regno Unito e l’Europa. Su questo mercato siamo competitivi, abbiamo un costo medio per passeggero di circa 32 euro, contro i 90 di biglietto medio di Aer Lingus, potremmo abbassare in modo significativo i biglietti, migliorare il servizio, e far salire il traffico». Ma come fate a offrire milioni di biglietti a 1 euro, quando il costo medio di un passeggero, secondo Merrill Lynch è per le low cost di 1,5 euro? «Se non li vendessimo a questo prezzo i posti sarebbero vuoti soprattutto tra novembre e gennaio. Meglio riempirli: qualcuno di questi passeggeri a 1 euro comprerà un panino, una bibita, e inoltre farà crescere il coefficiente di riempimento e, di conseguenza, farà abbassare i costi. Senza contare che chi inizia a volare a basso costo si abituerà a volare e il mercato continuerà a crescere». Lei ha dichiarato di aver perso 350 milioni di euro per la discesa delle azioni Ryanair. Ma anche chi ha investito sul vostro titolo ha perso. «Io dico, tenete le azioni. Non ho perso denaro perché non ho venduto né venderò. Se il costo del greggio si mantiene sotto i 100 euro, come adesso, chiuderemo l’anno in pareggio, che è già un ottimo risultato. Ma i profitti di Ryanair torneranno a crescere in modo consistente nei prossimi tre o quattro anni, e le azioni pure. Prenderemo in consegna 150 nuovi aeromobili, e apriremo nuove basi e nuove rotte in tutta Europa». Tornando alle rotte transatlantiche? «Dobbiamo trovare una flotta di aeromobili a prezzi convenienti. Siamo in trattative con Boeing e Airbus ma i prezzi sono ancora troppo alti. Nei prossimi 1218 mesi alcune compagnie finiranno in bancarotta o cancelleranno i loro ordini, allora probabilmente reperiremo i velivoli al prezzo che vogliamo». Londra Stansted, Francoforte Hahn: gli scali di Ryanair sono lontani dalle città principali. Perché continuate ad opporvi alla chiusura di Ciampino e allo spostamento dei voli a Viterbo? «Viterbo non è pronto, non ci sono collegamenti tra Roma e Viterbo e non vediamo alcun motivo perché i nostri passeggeri debbano spostarsi da Ciampino. Lanceremo una campagna insieme ai cittadini di Ciampino per dimostrare, come prova uno studio Enac, che la causa dell’inquinamento sono i voli cargo e quelli militari e politici: sono questi che devono essere spostati e non i voli civili. Se chiudono Ciampino non ci spostiamo a Viterbo. Ce ne andiamo e basta». Paola Jadeluca