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 2008  luglio 14 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ieri Repubblica ha calcolato che un pieno costa ormai un’ottantina di euro, mentre appena un anno fa ne bastavano 60. I titoli del giornale dicevano anche: «Rivolta dei consumatori: giù le tasse». Poi, nelle prime pagine interne (la 2 e la 3, segno che l’argomento è stato giudicato il più importante della giornata): «Dai trasporti pubblici alle bollette il boom delle tariffe: più 40%». Jenner Meletti, il loro bravo inviato, ha fatto un giro tra i le stazioni di servizio dell’autostrada. Titolo: «Code, proteste e furti al distributore...»

• I benzinai, secondo me, non c’entrano niente.
Non c’entrano niente, no. C’entrano i petrolieri e il governo, questo governo e i governi che sono venuti prima. I governi hanno caricato di tasse la benzina oppure non le hanno tolte. Ho già fatto l’elenco una volta, ma magari qualcuno se l’è dimenticato e vale la pena ripeterlo, tanto più che è grottesco. Ecco qua. Su ogni litro di benzina versiamo una tassa, detta accisa, messa per riparare ai danni de: la guerra d’Abissinia (combattuta nel 1936), la crisi di Suez (1956), la tragedia del Vajont (1963), l’alluvione di Firenze (1966), il terremoto del Belice (1968), il terremoto del Friuli (1976), il terremoto dell’Irpinia (1980), la missione in Libano (1983), la missione in Bosnia (1996), il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004). Su queste tasse si applica poi un’altra tassa, cioè l’Iva, il che è il colmo degli assurdi. Il governo ha pensato di varare un meccanismo che sterilizzi l’Iva quando gli aumenti raggiungono un certo livello. Ma il provvedimento sta in quella pre-Finanziaria che Tremonti ha varato in nove minuti e che il Parlamento deve ancora far diventare legge. Si potrebbero risparmiare dei soldi – almeno secondo il Codacons – permettendo a tutti i supermercati di installare una pompa. Ma i benzinai non vogliono assolutamente. Le altre associazioni dei consumatori premono per un intervento immediato su queste accise. Ma è inutile farsi illusioni: il debito italiano ha raggiunto una quota record (lo abbiamo detto venerdì), tagli alle accise non se ne possono fare.

 • E allora?
C’è sempre il problema del perché questo maledetto petrolio rincara. Peppino Turani, ancora su Repubblica, attribuisce i rincari alla debolezza del dollaro. Chi vende petrolio incassa dollari, cioè una moneta svalutata. Mentre quando compra, deve comprare con moneta buona, cioè euro. Per rifarsi pretende più dollari in cambio del petrolio. Turani crede che l’origine dei prezzi alti sia questa, esclude che c’entrino gli speculatori, esclude che c’entri la scarsità dell’offerta. Secondo lui il petrolio ci sarà ancora senza problemi per decenni.

Convincente?
Fino a un certo punto. Dire che abbiamo petrolio per decenni è un modo elegante per ammettere che sta per finire, perché i decenni, su questa scala temporale, sono periodi di tempo molto brevi. vero che il dollaro spinge il prezzo verso l’alto, è pure vero che l’euro dovrebbe proteggerci più di quanto non faccia. Come mai in questo settore la nostra moneta tanto forte ci aiuta così poco? Devo ancora leggere una risposta convincente a questa domanda, una risposta cioè che non sia la semplice: «Ci stanno fregando alla grande».

La Cina che consuma a più non posso?
Turani pubblica quest’altro dato interessante, proveniente dall’ufficio studi dell’Eni. E cioè: la domanda di petrolio, nonostante l’aumento dei prezzi, non solo non è diminuita, ma è addirittura leggermente cresciuta. Infatti, si stima il fabbisogno attuale in 86,5 milioni di barili al giorno contro un’offerta che non riesce a superare gli 85 milioni. A questo incremento di domanda i cinesi contribuiscono molto relativamente: se gli Stati Uniti consumano 25 barili di petrolio e gli europei 15, i cinesi si fermano appena a 2. Allora, finche la domanda sarà forte, il prezzo non potrà che salire. Perché – spiega giustamente Turani – i prezzi salgono proprio perché cercano il loro plafond, il loro tetto e fino a che non lo trovano continuano a salire. Qual è il segnale che il tetto è stato raggiunto? Il fatto che la domanda scende, cioè che un sacco di gente non vuole più quel bene perché costa troppo.

Quindi finché continueremo ad andare in automobile, il prezzo continuerà a salire?
Secondo Turani non basterà neanche smettere di andare in macchina. Noi magari rinunceremo. Ma i cinesi (e gli indiani) no. Oggi hanno solo qualche milione di macchine. Ma sono tre miliardi. per questo che il petrolio a buon prezzo è a questo punto solo un bel ricordo del passato. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/7/2008] (leggi)

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