vanity, 14 luglio 2008
Le faccende giudiziarie di Berlusconi
• Riassumiamo le faccende giudiziarie di Berlusconi. Imputato a Milano in un processo per corruzione dei giudici che potrebbe vederlo condannato a sei anni in primo grado, Berlusconi ha pensato di introdurre un emendamento nel decreto sicurezza che sospende per un anno tutti i processi in cui sono previste pene inferiori ai dieci anni. C’è stata una levata di scudi, giustificata soprattutto sul piano tecnico: la sospensione di un processo va notificata a tutte le parti, col sistema dei messi che ti portano un foglietto a casa. Trattandosi di circa 300 mila cause e di un mondo ancora antidiluviano dal punto di vista delle tecnologie, ne sarebbero stati paralizzati forse non solo i palazzi di giustizia, ma l’intero Paese. In ogni caso, la levata di scudi ha trovato il suo culmine in una manifestazione organizzata da quelli della rivista Micromega (i più antiberlusconiani tra gli antiberlusconiani) con l’appoggio entusiasta dell’Italia dei Valori, il partito di Di Pietro. Veltroni s’è guardato bene dal partecipare e il Pd s’è detto sostanzialmente d’accordo, a parte qualche prodiano inquieto come Parisi che s’è fatto vedere in piazza ma senza prendere la parola. Ha preso la parola, invece, Beppe Grillo, che ha tenuto il suo comizio per telefono e ha attaccato con un «Italianiii» che avrebbe voluto alludere alla retorica mussoliniana e ha preannunciato invece solo un imbarazzante flop politico. A Grillo è parso troppo semplice attaccare Berlusconi e se l’è presa con Napolitano: «Quando a Chiaiano c’erano le cariche della polizia lui era a Capri che festeggiava con due inquisiti, Bassolino e la moglie di Mastella». La piazza ha applaudito, ma gli organizzatori hanno cominciato a sudar freddo. Napolitano non c’entrava niente, gli attacchi al Quirinale non servivano, non erano previsti e sarebbero stati di sicuro controproducenti. Ma il bello doveva ancora venire. salita sul palco Sabina Guzzanti e s’è scagliata contro la Carfagna e contro il papa. Contro la Carfagna (rivolgendosi a Berlusconi): «Tu non puoi mettere alle Pari Opportunità una che sta lì perché ti ha succhiato l’uccello! Non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari Opportunità perché è uno sfregio!». Contro il Papa: «Tra vent’anni il Papa sarà all’inferno tormentato da due diavoli frocioni attivissimi e non passivissimi!». Mentre la piazza (quattromila persone) ribolliva d’entusiasmo, gli organizzatori sono invece rimasti senza parole: la manifestazione rischiava di costare carissima agli estremisti dell’antiberlusconismo (e alla Guzzanti, subito querelata dalla Carfagna) e, benché Di Pietro l’abbia poi difesa nei giorni successivi arrivando ad invocare “mille piazze”, il divorzio da Veltroni e dal Pd ha l’aria d’essere a questo punto definitivo. Berlusconi intanto ha potuto far passare alla Camera un disegno di legge – detto lodo Alfano – che tiene immuni da qualunque iniziativa giudiziaria le prime quattro cariche dello Stato. L’emendamento al decreto sicurezza è stato a questo punto depotenziato, mentre dalla sinistra s’è ricominciato a parlare della necessità del dialogo, di fare le riforme, eccetera eccetera. [Giorgio Dell’Arti]