Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha rilasciato una dichiarazione furibonda sulla scelta del Consiglio d’Amministrazione di Alitalia di vendere la compagnia ad Air France. La rabbia di Formigoni è stata provocata dalla volontà dei francesi, una volta acquisita la nostra compagnia di bandiera, di far perno su Fiumicino, declassando Malpensa ad aeroporto regionale o locale. Ecco il ragionamento di Formigoni: «Mi sembra una scelta folle, concepibile solo da una compagnia come Air France che ha interesse strategico a sviluppare i propri hub di Parigi e Amsterdam avendo poi una piccola propaggine al sud, a Roma, e togliendo di mezzo il proprio concorrente più importante, che è Malpensa. I francesi ritengono di sviluppare l’aeroporto di Fiumicino, abbandonando Malpensa e penalizzandola per almeno un paio di anni, il tempo di cui noi avremo bisogno per riorganizzare gli aeroporti del Nord prescindendo da Alitalia. Che Air France persegua questo interesse è comprensibile, ma che Alitalia si metta in mano al proprio nemico storico autolimitandosi a diventare una compagnia regionale, e al massimo che serve metà del paese, il centro-sud d’Italia, questo appare inaccettabile». Ugualmente forte una dichiarazione del leghista Roberto Calderoli: « in atto un attacco organizzato nei confronti del Nord».
• Ma è vero? Malpensa è un concorrente temibile e i francesi ne approfittano per sbarazzarsene?
Non è così vero. Malpensa non è riuscita a svilupparsi come avrebbe dovuto e potuto perché Albertini, che era sindaco di Milano, e Rutelli, che era sindaco di Roma, si sono fatti la guerra in nome degli interessi delle due città senza che i vari governi si decidessero a privilegiare con decisione Malpensa. Lo stesso Albertini non ha voluto poi far del male a Linate. Malpensa è un grande aeroporto azzoppato dalla solita volontà italiana di non scontentare nessuno. Non è stato fatto neanche il collegamento veloce con Milano. Malpensa perde 200 milioni l’anno.
• L’offerta francese era veramente migliore di quella di Air One?
Air France offre 35 centesimi ad azione. Air One 1 solo centesimo. Air France vuole investire sei miliardi e mezzo entro il 2015, Air One 4,3 entro il 2012. Air France, tra aumento di capitale e investimenti da fare entro il 2008, è pronta a tirar fuori 1 miliardo e 700 milioni. Air One 1 miliardo e mezzo. Air France vuole tagliare 2000 (duemila) dipendenti in tutto. Air One 4.300 (2700 in Az Fly e 1600 in Az servizi). Solidità delle due aziende, importante per capire l’affidabilità del compratore: Air France è la prima compagnia aerea al mondo quanto a redditività e supera del 50 per cento il fatturato di Air One (600 milioni) con i soli utili (quasi 900 milioni). Ha in cassa 4 miliardi di euro, mentre Air One ha in cassa 300 milioni di debiti. Air France possiede 601 aerei, Air One 12, a parte le preziose opzioni per comprare 90 airbus, tutte da esercitare e da finanziare.
• Non può essere proprio questo il pericolo? Air France è talmente grande che ridurrà Alitalia ad un polpetta.
Può essere. In questa fase preliminare l’amministratore delegato di Air France, Jean-Cyril Spinetta, s’è impegnato a conservare e valorizzare il marchio Alitalia e il suo logo. S’è impegnato a non peggiorare i collegamenti interni che Alitalia garantisce oggi al Paese. S’è impegnato a non trasferire voli da Malpensa o da Fiumicino a Parigi e ad Amsterdam, i due hub attuali. Spinetta giura che, mentre Malpensa sarà declassata (dai 17 voli intercontinentali attuali si scenderà a tre: verso New York, Tokyo e San Paolo del Brasile), Fiumicino diventerà il terzo hub della compagnia e anche Linate sarà rafforzata. Spinetta dice questo adesso ed è possibile che poi faccia diversamente. Come escluderlo?
• Non si potrebbe tentare di sviluppare noi una compagnia grande, capace di fare la concorrenza ad Air France?
Mah. Air One farebbe in ogni caso l’operazione a debito, perché non ha i capitali sufficienti. I denari gli arriverebbero da Intesa. Ma anche qui non c’è da star troppo sicuri: Air One sta con Lufthansa, e Intesa è come tutte le banche, cioè pensa agli affari suoi. Sarebbe bella se, dopo aver respinto il piano francese e aver accettato l’offerta peggiore perché italiana, arrivasse un’Opa tedesca supportata da Intesa-Nomura-Goldman Sachs e Morgan Stanley, le quattro banche che adesso stanno dietro a Toto. Di operazioni a debito ne abbiamo viste. Faccio un solo nome: Telecom. In Telecom adesso ci stanno gli spagnoli. E un po’ di banche italiane.
• Il governo a gennaio potrebbe decidere di ignorare l’offerta Air France e di vendere a Carlo Toto?
Potrebbe. Ma è difficile. Il cda di Alitalia ha votato per i francesi all’unanimità. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/12/2007]
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