Corriere della Sera 23/12/2007, pag.33 Danilo Taino, 23 dicembre 2007
Nuovi editori per la «Süddeutsche» Ceduto il quotidiano liberal di Monaco. Corriere della Sera 23 dicembre 2007
Nuovi editori per la «Süddeutsche» Ceduto il quotidiano liberal di Monaco. Corriere della Sera 23 dicembre 2007. BERLINO – Pare che disfarsi di un giornale che si è a lungo amato sia come tagliarsi un braccio. Però, alla fine ci si riesce. E’ successo qualche mese fa alla famiglia americana Bancroft che, dopo decisioni e ripensamenti dilanianti, ha venduto il «Wall Street Journal» a Rupert Murdoch. E ora è successo a quattro famiglie storiche dell’ editoria tedesca: venerdì sera, dopo molte discussioni al loro interno ma senza drammi pubblici, hanno ceduto la maggioranza della «Süddeutsche Zeitung», il quotidiano di qualità a più alta circolazione della Germania. A comprare è stata un’altra casa editrice, la Südwestdeutsche Medien Holding (Swmh) che in questo modo si proietta tra i grandi dei media tedeschi. La Süddeutsche Zeitung (Sz) è forse meno conosciuta, all’estero, della rivale storica Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), ma è un quotidiano di grande qualità, con giornalisti tra i più conosciuti e apprezzati del Paese e un’autorevolezza indiscussa. Politicamente si potrebbe definire di centro-sinistra e, dal momento che è pubblicata a Monaco, si usa dire che è l’unica forza di opposizione in Baviera, terra dominata dai cristiano- sociali della Csu quasi ininterrottamente e con maggioranze assolute dal 1949. , insomma, un quotidiano importante: funziona ed è politicamente rilevante. Fino a due giorni fa, era controllato da cinque famiglie: i Friedmann, i Goldschagg, i von Seidlein con il 18,75% delle azioni, gli Schwingenstein con il 16,67% e i Dürrmeier con l’8,33%. Il restante 18,75% era già posseduto dalla Swmh. Pare che la decisione di vendere non sia stata facile. Quella della Sz fu la prima licenza per un quotidiano indipendente rilasciata dall’amministrazione militare americana dopo la seconda guerra mondiale, il 6 ottobre 1945: le famiglie della grande borghesia che possedevano il giornale, dunque, si sono sentite (e sono state) per decenni un pezzo fondamentale dell’establishment della nuova Germania. Inoltre, dopo la crisi della pubblicità di inizio decennio, i giornali tedeschi sono tornati a fare utili e la Sz non fa eccezione: vende tra le 430 e le 440 mila copie al giorno, sessantamila più della diretta concorrente Faz: è il più diffuso dei dieci quotidiani nazionali cosiddetti di qualità - che in tutto vendono oltre 1,6 milioni di copie (a questi si devono aggiungere i quasi quattro milioni del tabloid Bild e gli oltre 14 milioni della stampa regionale). Il motivo della vendita, dunque, non sta in una crisi di mercato. Anche la concorrenza di Internet, in Germania, si fa sentire meno che altrove: negli ultimi due anni, per dire, i giornali nazionali hanno perso solo 20 mila copie. Le quattro famiglie che hanno ceduto il 62,4% del capitale della società editrice della Sz (i Friedmann non ce l’anno fatta e hanno conservato il loro pacchetto azionario) sono stati mossi da una visione di lungo periodo: in un mercato sempre più difficile, qualche forma di consolidamento è necessaria. In più, pare che le nuove generazioni degli azionisti non andassero d’accordo come i padri. Per Swmh, che già controlla la Stuttgarter Zeitung e aveva un diritto di prelazione, è stata un’occasione imperdibile: balza da gruppo regionale a gruppo mediatico nazionale. La cifra della vendita, non annunciata, pare sia superiore ai 500 milioni di euro e porti a valutare la Sz circa un miliardo. Interessati all’affare erano stati anche tre investitori anglosassoni – Goldman Sachs, Apax e Veronis Sulher Stevenson - e tre gruppi editoriali tedeschi – Holtzbrinck, Waz e DuMont. Anche nella romantica Germania, ormai, i grandi borghesi lasciano il posto ai grandi gruppi. Danilo Taino